Matteo Garofalo - Direttore tecnico
Il musical Priscilla torna al Teatro Arcimboldi di Milano per i suoi primi dieci anni: intervistiamo i protagonisti di questo spettacolo.
Per molto tempo abbiamo inseguito questo spettacolo, senza mai avere l’opportunità di incappare in qualche data. Finché il primo di marzo, al Teatro Arcimboldi di Milano, ce l’abbiamo fatta.
Matteo, raccontaci i dettagli di questa produzione.
Il musical Priscilla è prodotto dalla All Entertainment, nella persona di Daniele Luppino, e rappresenta ormai un pezzo di storia. In Italia è attualmente la produzione teatrale più imponente: per spostare tutto il materiale impieghiamo sei bilici, e gestiamo una sessantina di persone tra artisti, tecnici, sarte e truccatrici. Fortunatamente, dopo il periodo di fermo abbiamo ripreso a lavorare bene e per ora sembra che il futuro sia favorevole, visto anche il successo crescente del musical nel nostro paese.
Abbiamo dei teatri adeguati a questo genere di produzioni?
Qui all’Arcimboldi stiamo lavorando in una situazione ideale: lo stage è grande e alto, e pure la sala conta oltre duemila posti. Sicuramente si tratta di una produzione impegnativa, più di quelle che stanno girando attualmente in Italia, ma abbiamo lavorato molto per adattarla ai teatri italiani e per ottimizzare i costi. Il nostro break-even è portare un migliaio di spettatori a data, cosa che ci è possibile in molti dei teatri delle città più importanti.
Chi sono i fornitori tecnici dello spettacolo?
Noi contiamo tre grossi fornitori: il principale è rappresentato proprio dalla produzione originale di Priscilla, che fa capo a un’azienda australiana e inglese; l’azienda, insieme ai diritti per lo spettacolo, fornisce i set, tutta la scenografia e i costumi. Per quanto riguarda le movimentazioni e la macchina del volo, una ditta romana di nome Dari Automazioni ha prodotto i pezzi su misura. Infine, il materiale audio e luci è fornito dalla milanese Audiolux.
Vediamo sempre più spesso l’uso di tecnologia avanzata per la gestione dell’audio e delle luci, anche nel musical. Cosa ne pensi di questa tendenza?
La mia esperienza viene dalla vecchia scuola di teatro, dove si doveva fare tutto con cantinelle, chiodi e funi. Ma ciò non significa che mi oppongo alle nuove tecnologie, che sicuramente nel tempo prenderanno il sopravvento. Basta guardarsi intorno: in Inghilterra sta girando una produzione con gli ologrammi degli ABBA, per dirne una. Rimango comunque più affascinato dalla scuola del teatro all’italiana.