Meyer Sound è «Senza Fine»
L’audio delle serate evento di Ornella Vanoni & Friends.
“Senza Fine” è un omaggio alla musica e alla carriera di Ornella Vanoni, una delle interpreti più iconiche del panorama musicale italiano. Un’occasione per rivivere dal vivo le sue canzoni più amate: due date speciali a Milano, il 27 e 28 aprile al Teatro degli Arcimboldi, e una a Roma, il 6 giugno alle Terme di Caracalla, per un viaggio musicale attraverso i successi di una carriera straordinaria. Sono tanti gli amici che hanno accompagnato sul palco la Diva, troppi per elencarli tutti: da Colapesce Dimartino a Mahmood, da Madame a Patty Pravo, da Mario Lavezzi al maestro Paolo Fresu; ma ci piace menzionare soprattutto Elisa, che insieme alla padrona di casa ha duettato sul pezzo “Almeno tu nell’universo”, pezzo iconico che ricorda la grande Mia Martini, Mimì.
La produzione delle tre serate è il risultato dalla collaborazione tra Color Sound e Friends & Partners; le due serate al TAM sono state rese possibili anche grazie all’ottimo lavoro di Gianmario Longoni, direttore artistico del Teatro, che si è prodigato per l’ottima riuscita dell’evento. La produzione tecnica di questo evento è curata da DDM Eventi di Lanciano: tutte le attrezzature vengono fornite dallo storico service abruzzese, che per l’occasione ha messo in campo il nuovo impianto di Meyer Sound, che comprende i satelliti Panther e i subwoofer 2100-LFC. Ci facciamo allora raccontare i dettagli dell’allestimento direttamente dai PA Man della serata, Emiliano Di Marco e Gabriele Rocchi, per poi approfondire le scelte di mix con il fonico storico di Ornella Vanoni, Luciano Graffi.
Emiliano Di Marco, Gabriele Rocchi - PA Manager
Emiliano, spiegaci in dettaglio la composizione dell’impianto e le difficoltà del montaggio di un teatro come l’Arcimboldi.
Visto la conformazione particolare di questa venue, abbiamo optato per una divisione del PA System di questo tipo: il cluster principale è formato da nove Meyer Sound Panther per parte, e serve principalmente la platea alta e le due gallerie; mentre sul palco abbiamo appoggiato due stack con quattro altoparlanti Meyer Sound M’elodie per lato, per servire la platea bassa. Davanti al palco, a terra, abbiamo costruito poi un arco con sette stack di doppi Meyer Sound 2100-LFC in configurazione cardioide, e infine abbiamo appoggiato altre tre diffusori, ancora M’elodie, per coprire a dovere le parte centrale della prima platea.
Per quanto riguarda la regia, cosa avete portato?
In regia audio FOH abbiamo portato una console Allen & Heath dLive S5000, mentre in regia palco un modello DLive C3500. Il fonico residente è un grande professionista, Luciano Graffi, ma poi molti degli ospiti sono venuti con i loro personaggi di riferimento, e la maggior parte di loro ha fatto i complimenti alla resa di questo impianto.
Lo avete montato per la prima volta, o sbaglio?
Sì, non sbagli: questa è la prima volta in cui lo abbiamo montato in un teatro in Italia. Dopo un primo avvicinamento e una prima conoscenza, è stato abbastanza semplice tarare tutto l’impianto. In più, un grande aiuto è venuto proprio dai software messi a disposizione da Meyer Sound, ovvero Compass e Nebra. Grazie alla possibilità di collegarli tramite rete AVB, è stato abbastanza semplice arrivare alla calibratura ottimale; i LED montati sui diffusori sono un buon punto di riferimento per la taratura, che grazie alla semplicità del software diventa un’operazione che si può gestire anche da soli, dalla regia.
Gabriele, tu ti sei occupato del progetto della rete. Come funziona?
Come ormai di prassi, abbiamo organizzato tutta la trasmissione dei segnali su rete AVB. Per prima cosa usciamo dal mixer con un segnale AES/EBU e andiamo nel Galileo Galaxy, il processore Meyer che trasforma il segnale in AVB. Con questo segnale, poi, creiamo due anelli su cavi di rete Cat 6 che trasportano il segnale audio sia alla regia di palco sia a tutti i diffusori. Grazie a questa rete e ai software Compass e Nebra, siamo riusciti in breve tempo ad allineare ed equalizzare l’impianto. Dato che usiamo questi prodotti per la prima volta, devo dire che siamo rimasti veramente sbalorditi dall’evoluzione di questo sistema e soprattutto dalla sua resa sonora.
Luciano Graffi - Fonico FoH
Luciano, anche tu usi questo impianto per la prima volta. Vuoi darci il tuo punto di vista professionale?
Devo dire che ero molto curioso di lavorare con questo sistema, avevo letto alcune recensioni su internet di fonici stranieri e tutti ne parlavano molto bene. I ragazzi sono arrivati in teatro e hanno montato piuttosto in fretta, ma anche per loro era la prima volta, visto che il sistema è nuovissimo. Abbiamo lavorato un po’ sulle coperture, dato che il teatro è un po’ anomalo rispetto allo standard, ma una volta trovato il bandolo della matassa abbiamo iniziato a fare i suoni come si deve. Posso dire di aver ritrovato tutte le caratteristiche di cui avevo letto: l’impianto è veramente bello, e in particolar modo mi ha stupito sotto due aspetti, ovvero la definizione e la dinamica.
Intanto, avevamo fatto le prove con un mixer Allen & Heath dLive S5000 e due monitor di Barefoot Sound; avevo fatto tutti i settaggi e i suoni con quella configurazione, e quando poi è stato il momento di replicare in teatro, mi sono ritrovato tutto perfettamente in linea sul nuovo impianto, e addirittura devo confessare che in alcuni passaggi ho sentito certe sfumature per la prima volta, grazie al Panther. Insomma, mi viene quasi da dire che suona meglio di un monitor. In secondo luogo, mi ha lasciato positivamente impressionato il mantenimento della timbrica al variare del volume: con Ornella Vanoni ci sono momenti del concerto di solo voce e piano, e altri momenti interpretati con il gruppo “a palla”; in entrambi i casi non si sentono variazioni di timbrica, e sembra quasi che ci sia un compressore naturale.
Dato che il gruppo me lo permetteva e gli ospiti erano tanti, ogni tanto ho approfittato della spinta notevole di tutto il sistema: raramente mi sono trovato a mixare dei professionisti simili, e con questa resa il lavoro è stato davvero “tanta roba”.
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