Chicago – La crew
Le voci dalla tournée italiana di Chicago, lo storico musical di Fred Ebb e Bob Fosse.
Da sx: Davide Pasinetti, elettricista - Simone Caruso, fonico di sala - Diego Sabatino, fonico di palco - Alessandro Lazzarini, elettricista - Andrea Coppini, datore luci.
La messa in scena di Chicago si riallaccia alla tradizione della “vecchia scuola” del musical, senza ricorrere a tecnologie invasive o effetti speciali. Abbiamo avuto la possibilità di entrare nel teatro Diego Fabbri di Forlì, per scoprire i segreti di un allestimento così complesso.
Andrea Coppini - Operatore luci
Andrea, ti abbiamo incontrato spesso in date di musica live… come mai questa presenza in teatro?
Il teatro è una mia vecchia passione, è dove ho iniziato a muovere i primi passi. Solo dopo è arrivato il mondo live, che tuttora frequento, ma sempre con qualche piacevole parentesi per lavori prestigiosi come questo, che fanno comunque curriculum. Dopotutto sono stato chiamato dall’amico Vignati… a cui non si può dire di no!
Un dettaglio di una struttura con tre testamobili posizionata in quinta.
Cosa puoi dire di questo disegno luci?
È un lavoro abbastanza impegnativo, che viene gestito dalla console tutto in maniera manuale. Sono oltre 300 memorie che devono essere gestite in maniera molto precisa: in teatro se il go o il buio o un puntamento non sono precisi, ne perde tutto lo spettacolo. Il grosso della scenografia è fissa, e così sono state montate molte lampade LED, che aiutano a rievocare l’ambiente del night; poi ci sono diversi oggetti che devono entrare e uscire per rappresentare delle ambientazioni diverse, come la scalinata su rotaie che entra ed esce, o il letto, la scrivania e diversi altri oggetti. Questi attrezzi vanno posizionati in modo molto preciso, perché devono ricevere un’illuminazione studiata e precisa che permette nell’insieme di ottenere l’effetto voluto.
L’impianto luci è prevalentemente composto da profile e wash Robe, mentre per alcune scene abbiamo usato il nuovo Tambora Batten di Claypaky, che permette di creare una barriera con un effetto molto bello. Usiamo anche due seguipersona, ovvero due Robert Juliat 2500 sui quali abbiamo montato una lampada LED da 700 W della serie ReLite di Coemar. Abbiamo usato il seguipersona in maniera tradizionale, perché ci serviva proprio quell’effetto “occhio di bue” che richiama tanto quell’epoca.
Qual è la differenza di lavoro tra il teatro e il mondo live?
Sono due mondi abbastanza diversi: per dare un’indicazione abbastanza grossolana, posso dire che in teatro si lavora molto sui dettagli, mentre nel live si lavora più sulla spettacolarizzazione. Per far partire questo spettacolo siamo stati al Teatro Nazionale per un mese circa a fare le prove, mentre nel live quando si tratta di un nome importante abbiamo una settimana scarsa per programmare tutto lo spettacolo. E ancora, nel live sono tutte date singole, tranne alcune eccezioni, mentre in teatro è esattamente il contrario, sono tutte date replicate. Il cachet nel live è più interessante ma sono sempre date abbastanza spezzettate, con tournée da 15/20 date, mentre in teatro uno spettacolo normalmente supera le cento date, e così quando arrivi in una piazza rimani fermo per diverso tempo. Non so neanche io quale è meglio o peggio, in questo ultimo periodo cerco di fare più lavori nel live, ma solamente perché voglio passare più tempo a casa con la famiglia e dedicare più tempo a mio figlio.
Massimiliano Caruso - Fonico di sala
Massimiliano, ci hanno anticipato che il sistema di lavoro è diverso dallo standard. Ci racconti in cosa consiste?
Dunque, io lavoro per Artwise, azienda che collabora molto con Stage Entertainment e fornisce materiale e specialisti per le loro produzioni. Per il musical Chicago abbiamo compiuto uno studio dettagliato delle riprese audio e della diffusione. Io, come fonico, uso la tecnica del mixaggio a battuta: si tratta di un modo di interpretare il lavoro che deriva da Broadway e ripreso poi anche nel West End.
Per cominciare, con ogni attore/cantante si fanno delle prove per il posizionamento della capsula, per avere una resa ottimale, e poi si trova il sistema di camuffarlo con la parrucca o con il trucco. Per ogni attore, io devo creare una partitura dove inserisco le memorie per le chiusure e le aperture del microfono. Visto che ogni sera l’attore dirà la sua battuta in quella scena in quel preciso momento, io posso cotruire una partitura precisa, grazie anche all’aiuto del mixer digitale. Poi, oltre ai microfoni devo gestire anche le basi musicali, che abbiamo registrato dal vivo durante le prove, e che grazie a un software apposito riesco a gestire su un multitraccia da una quarantina di canali.
È stato previsto un multitraccia anche per le voci?
No, non sono previste basi registrate per le voci, anche perché fortunatamente gli artisti sono tutti bravissimi e cantano molto bene. Se per qualche motivo c’è la défaillance di qualcuno, abbiamo il sostituto per tutti.
Il sistema d&b Audiotechnik serie Yi8 con il subwoofer Yi-SUB.
Anche il PA System è vostro?
Sì, tutto il sistema di diffusione viene concepito e tarato insieme al sistema microfonico: per questo musical abbiamo previsto un sistema d&b Audiotechnik, con altoparlanti della serie Yi8 per i satelliti, accoppiati con Yi-SUB.
Diego Sabatino - Fonico di palco e microfonista
Diego, qual è il tuo setup di lavoro?
Il mio lavoro sul palco consiste nell’occuparmi del sistema di ripresa e della vestizione degli artisti. Abbiamo in dotazione 28 sistemi Sennheiser EM 3732 II con i quali devo vestire 20 artisti; i rimanenti otto li tengo come spare. Il mio lavoro comincia un paio d’ore prima dello spettacolo, quando devo pulirli singolarmente e asciugarli, cambiare tutte le batterie e controllare il funzionamento delle apparecchiature. Una volta che mi sono sincerato di questo aspetto, inizio la vestizione. Durante le prove in allestimento a Milano è stato fatto uno studio, artista per artista, su dove posizionare il microfono per la resa ottimale; ogni sera bisogna ritrovare esattamente la stessa posizione e sistemare tutto con trucco e parrucco, per nascondere il microfono il più possibile.
Cambi le batterie tutte le sere?
Assolutamente sì, ho verificato che le batterie hanno una durata utile di 5 ore, e calcolando un paio d’ore prima dello spettacolo, più due ore di spettacolo, rimane giusto un’ora di carica. È meglio rimanere in una comfort zone e cambiarle ogni sera.
E per quanto riguarda le numerose frequenze da gestire?
Appena arriviamo in un nuovo teatro, facciamo una scansione delle frequenze tramite un RF Explorer. Il più delle volte non serve cambiare niente e andiamo con la programmazione della piazza precedente, altrimenti troviamo le frequenze giuste tramite un software dedicato e ricostruiamo tutta la programmazione.