Il video di Marco Mengoni
Marco Mengoni ha condotto un tour estivo di successo e grande interesse. Ascoltiamo i professionisti che lo hanno reso possibile.
Da sx: Cristian Biondani (regista delle riprese), Max Bettoni (responsabile video) e Davide Pallone (messa in onda).
Il vincitore di Sanremo ha dato il via al tour estivo con una data zero allo Stadio di Bibione. Uno spettacolo che ha confermato il suo ruolo centrale nella musica italiana e la crescita artistica e personale che lo ha condotto fino alle arene più grandi del paese. Abbiamo intervistato i professionisti del video che hanno portato a casa questo bel risultato.
Max Bettoni - Responsabile delle riprese
Max, ci racconti il tuo ruolo?
Io faccio parte della compagnia di produzione GVNG-HO. L’organizzazione delle riprese e il materiale sono venuti da una collaborazione tra GVNG-HO, Live Nation e STS Communication. Noi come società insieme al regista Cristian Biondani abbiamo preparato tutto il materiale per la creazione dello spettacolo.
Usate un software particolare, giusto?
Il software si chiama CuePilot: permette di programmare ed eseguire le riprese dello spettacolo. È stato utilizzato in diverse edizioni di Eurovision, dove le esigenze erano ben maggiori delle nostre. In particolare, CuePilot dà la possibilità di creare e programmare la sequenza della ripresa organizzando il lavoro delle varie telecamere. Noi lavoriamo con quattro telecamere assistite e quattro telecamere remotate, e tutte sono collegate in rete e accettano i comandi da remoto. Assieme ai creativi di Blackskull, abbiamo programmato una scrittura dello spettacolo in cui è inserita ogni telecamera con il tipo di ripresa che deve fare, dove sono segnati i contributi e il momento in cui devono intervenire, dove sono definiti gli effetti da inserire, e così via. È una sorta di regia del pezzo. Una volta che abbiamo creato lo storyboard, si definiscono tutte le funzioni e si crea una timeline del pezzo, e ogni operatore alla telecamera ha solo il compito di gestire i movimenti, perché tutte le altre funzioni sono gestite dal programma. Ogni operatore è dotato di un suo iPad, dove è scritta la sua partitura: in questo modo sa in anticipo quando entra in funzione la sua telecamera e che tipo di ripresa deve fare. Come per la musica, anche per il video tutto deve seguire una sequenza rigida, altrimenti il lavoro non torna. Questo sistema, anche se programmato, lascia poi la libertà all’artista di essere creativo nei movimenti, dato che in ogni momento il sistema può essere sganciato e continuare le riprese in maniera manuale in tutte le sue funzioni.
Come mai il progetto è stato affidato a uno studio londinese?
Diversi anni fa il management di Mengoni ha avuto modo di lavorare con questo studio, e da allora si è creato un bel feeling ed un ottimo rapporto e non si sono più fermati. Il lavoro è stato comunque fatto a più mani, con loro abbiamo collaborato fino alla data di Bibione, poi il tour lo abbiamo preso in mano noi.
David Pallone - Operatore messa in onda
David, come ti inserisci in questa catena di montaggio?
Il mio compito è quello di mandare il video, programmato nel dettaglio, sui vari schermi. Si tratta di due schermi laterali e uno centrale. Noi lavoriamo su un sistema Disguise, dove arriva il segnale delle riprese live e dove abbiamo caricato tutti i contributi video e gli effetti. Il segnale delle riprese lo ricevo dalla regia video, ubicata dietro il palco, e partendo da quello faccio il mix del programma e decido dove mandarlo. Tutto il concerto è stato montato su timeline, ma naturalmente ho la possibilità di prendere in mano il sistema per eseguire delle variazioni in maniera manuale.
Cristian Biondani - Regista
Cristian, tu sei la mente creativa dello spettacolo. Come è nata l’idea di usare questo sistema per gestire le riprese?
Tutto nasce dall’esperienza che abbiamo fatto a Eurovision, dove già da anni si usa questo sistema di programmazione delle riprese, e con grande successo. In quella situazione è molto complicato gestire le varie performance, che arrivano da paesi e produzioni molto diverse. Così, durante una delle tante riunione di produzione, assieme ai ragazzi londinesi abbiamo proposto all’agenzia e al management di servirci dello stesso strumento. Dopotutto, se lo usano in Europa per una produzione cosi complicata, perché non provare anche noi a usarlo in tour, dove fondamentalmente gli spettacoli si ripetono? Ormai di spettacoli ne abbiamo fatti tanti, e tutto sommato cambia l’artista ma l’organizzazione rimane quasi la stessa. Perciò, era anche il momento di inventarci qualcosa di nuovo: i nostri interlocutori hanno accettato la sfida di buon grado e così è partito il progetto. È un modo di lavorare che all’estero si usa tantissimo, con un sistema di timeline che esiste già da tempo sia per le luci sia per l’audio. Adesso noi lo stiamo usando sul video, non è niente di stravolgente. È un modo di lavorare diverso, in cui il grosso del lavoro viene fatto in pre-produzione, poi alle prove si verifica il tutto e si fanno gli aggiustamenti del caso in modo che durante le serate si svolgano sempre le stesse cose nello stesso modo.