Marco Mengoni - Marco negli stadi 2023
Il vincitore di Sanremo ha dato il via al tour estivo con una data zero allo Stadio di Bibione. Uno spettacolo che ha confermato il suo ruolo centrale nella musica italiana e la crescita artistica e personale che lo ha condotto fino alle arene più grandi del paese.
di Alfio Morelli
Marco lo ricordiamo dal nostro primo incontro, a Rimini, una decina d’anni fa, quando era solo agli inizi della sua carriera. Fin da subito, la sua esibizione ci aveva dato la sensazione sì di un’artista alle prime armi, ma con tutte le carte in regola per arrivare a gestire i palchi più importanti e ricevere un consenso a tutto tondo. Insomma, a convincere abbastanza pubblico per entrare nell’Olimpo del pop tricolore.
Lo abbiamo rivisto dopo molti anni a Padova, alla prima data del suo tour, e ci siamo convinti ancora di più della correttezza della previsione. Quello che abbiamo trovato è un artista molto più definito, maturo e sicuro di sé, e basta una prova: quando all'inizio dello show, durante la prima canzone, percorre a piedi e in mezzo al suo pubblico tutta la lunghezza del campo da gioco, fino a salire sul palco per iniziare la performance. Insomma, una prova di sangue freddo che molti artisti non tentano neppure.
Il giorno del concerto, durante il pomeriggio, siamo entrati nello stadio con un po’ di straniamento. Guardando il palco spento, abbiamo avuto l’impressione di una produzione piuttosto minimale, soprattutto se paragonata ad alcuni colleghi in tour durante questa estate. Non che si debba sempre strafare, ma ci è rimasto il tarlo fino al momento del concerto: quando il disegno luci della Blearred ha iniziato a lavorare a pieno regime, invece, abbiamo capito. Non solo c’era materiale in quantità, ma la sensazione generale è stata quella di uno spettacolo maturo, che voleva ricreare un’atmosfera elegante e allineata alla musica di Mengoni. Addirittura, i fuochi ci sono sembrati quasi un fronzolo di troppo, ma qui si parla di puro gusto personale.
Il concerto è durato due ore, e ha visto l’esecuzione sia dei grandi classici sia dei brani dell’ultimo album, “Materia Prima”, davanti a venticinquemila persone.
Un vero plauso va fatto all’insieme del comparto visual: scenografia, video, luci e movimentazioni hanno donato una vera atmosfera magica a tutto il concerto. Ho apprezzato particolarmente il video, di dimensioni non strabordanti, ma capace di integrare i suoi contenuti fino a trasformarli in oggetti della scenografia; lo stesso per le movimentazioni, mai invadenti ma sempre misurate e al posto giusto. Le luci condotte da Davide Pedrotti non hanno sicuramente bisogno dei miei apprezzamenti. Il suono si è di nuovo giovato del sistema PA targato Agorà, ovvero quello composto da altoparlanti L-Acoustics modelli K1, K2 e KS28. La nota configurazione ha visto l’aggiunta di un ulteriore condimento da parte dello chef Davide Grilli, che ha voluto montare due torri delay dietro le regie con ulteriori cluster del vecchio ma ancora amatissimo V-DOSC. Grazie alla spinta fornita dal fonico Alberto Butturini, in alcuni pezzi siamo stati travolti dai bassi profondissimi e sempre molto controllati, con una sensazione davvero piacevole. Dietro al suo mixer SSL serie Live, Alberto ha usato i primi due pezzi per mettersi in bolla, finché il concerto non ha trovato il suo binario ed è andato avanti come un Frecciarossa.
Nei giorni prossimi pubblicheremo le voci dei professionisti che hanno reso possibile questo evento. Clicca in fondo alla pagina per vedere la galleria.