Jovanotti - Lorenzo negli Stadi 2013
Il video e le foto del concerto, le interviste ai protagonisti, la scheda del Tour ...
Le video interviste e la recensione del concerto:
di Giancarlo Messina
Chissà a cosa pensava Lorenzo Cherubini quando scriveva “Che bello è quando lo stadio è pieno e la musica riempie il cielo”. Certamente, allora, non a un suo concerto. Eppure il successo crescente di questi ultimi anni, ha portato Jovanotti a quella che per un artista è l’ultima frontiera prima della consacrazione definitiva, cioè il tour negli stadi.
Il suo ultimo tour nei palazzetti era stato il nostro Best Show 2011. E davvero i presupposti per lo sbarco negli stadi c’erano tutti. Ben 13 quelli italiani in cui ha fatto tappa questo Backup Tour 2013, compresi l’Olimpico e San Siro, riempito per ben due volte. Prodotto dalla Trident Management e coordinato dalla Lemonandpepper, il tour ha visto all’opera l’ormai collaudato team di creativo di Jovanotti, che ha scelto di puntare scenograficamente sulla componente video. Il palco prevede infatti una grande passerella, ma soprattutto tre enormi schermi a LED per una superficie totale, nella versione più grande, di ben 462 m2.
A rendere entusiasmante lo show contribuisce certo una scaletta che, non avendo un disco nuovo alle spalle, è in pratica una vera compilation di successi vecchi e nuovi, riarrangiati con gusto ed efficacia, ma mai snaturati, rischio sempre presente in queste situazioni.
È quindi inevitabile che il pubblico salti e balli impazzito per buona parte del concerto, ballad escluse, trascinato dall’energia che Lorenzo e la sua band sanno diffondere per tutto lo stadio.
Certo aiutati da un impianto audio ai limiti dell’arma non convenzionale, che vede per la prima volta in Italia due cluster main di K1 L‑Acoustics al massimo dell’estensione, cioè con due bananoni da ben 24 sistemi ciascuno, completati da molti altri diffusori e delay, puntati ovunque serva per assicurare un ascolto impeccabile, senza scordare i 63 subwoofer a terra. Insomma un vero battesimo del fuoco nello stadio per Pino Piscetola, fonico di studio davvero a proprio agio nel gestire ottimamente questo enorme impianto.
Lo stesso service audio, Agorà, ha fornito anche il materiale illuminotecnico, disposto secondo il disegno del lighting designer canadese A. J. Penn.
Enorme il lavoro sulla grafica video de I Ragazzi della Prateria, che in pratica creano un bellissimo spettacolo nello spettacolo, appannaggio degli spettatori più distanti dal palco, con il solito ed inevitabile rovescio della medaglia di distogliere l’attenzione del pubblico dall’artista in carne ed ossa.
Abbiamo visto il concerto due volte, e se a Bologna ci è sembrato bello, a San Siro ci è sembrato bellissimo, forse perché in un tempio come La Scala del calcio sale l’adrenalina sul palco, ma certo anche per la magnifica cornice del pubblico che diventa la scenografia più bella, e gratificante, che un produttore ed un artista possano immaginare di creare!
Se a Bologna abbiamo dovuto sospendere il giudizio sull’audio, soprattutto per il gran vento che creava folate di frequenze in maniera piuttosto random, a San Siro abbiamo ascoltato davvero una diffusione emozionante, potente e precisa. Dobbiamo fare i complimenti al fonico Pinaxa che, sebbene fossimo un po’ scettici sulla gestione di un PA così grande da parte di un fonico di studio, ci ha positivamente meravigliati svolgendo un lavoro impeccabile, mixando per di più un concerto affatto facile per le sonorità proposte e svoltosi per buona parte con il cantate davanti al PA; ma qui ha giocato enormemente il grande lavoro di Agorà e del sound designer Daniele Tramontani.
Belle anche le luci, sebbene complementari ai video; come la volta scorsa continuiamo a chiederci perché andare a pescare in Canada il lighting designer: siamo certi che anche i nostri professionisti non sarebbero stati da meno. Anzi: una cosa un po’ strana è stato il grande dispiego di luci poste dietro il palco, con il solo scopo di illuminare la struttura e fare dei fasci beam un paio di volte, e stiamo parlando di una ventina di Panorama e di una decina di Minibig, il cui consumo è già di per sé notevolissimo! Invece molto bello l’effetto creato con un comando remoto che trasforma l’artista in lighting designer, come ci spiegherà meglio Will, il datore luci americano.
I video, come dicevamo, sono i veri protagonisti del visual del concerto, finanche troppo. E diciamo così non perché non ci siamo piaciuti, ma al contrario perché ci sono piaciuti molto, fino al punto di rendere paradossalmente quasi accessoria la presenza dell’artista sul palco. L’i-mag super effettato in real time ed i video preprodotti sono assolutamente un gran bel lavoro, ma visto che abbiamo a che fare con un artista che tiene il palco come nessun altro è capace di fare, concettualmente ci sarebbe piaciuta più attenzione su di lui e la sua energia, da amplificare massimamente in un ambiente enorme come lo stadio.
Ma ovviamente queste sono nostre elucubrazioni. La verità è che si è trattato di concerti bellissimi, che hanno emozionato e reso felice tutto il pubblico. Concerti che valevano più del prezzo del biglietto e di cui Lorenzo, con i suoi collaboratori, può andare davvero fiero.
Giorgio Ioan – Responsabile logistica
Con Giorgio facciamo interviste da almeno 14 anni, ed ogni volta cerchiamo variazioni sul tema. Questa volta mi obbliga a non usare mezzi elettronici e a prendere appunti sul foglio di carta, e tutto sommato è un ritorno alle origini che mi fa piacere!
Non possiamo non partire dal brutto incidente che ha visto coinvolto proprio il tour di Lorenzo di cui lui era direttore di produzione. Senza scendere nei dettagli giuridici, che comunque vedono un proscioglimento pieno per la sua posizione, ci spiega che tutto l’accaduto ha inevitabilmente portato a fare chiarezza sul ruolo di quello che nel nostro mondo si chiama “Direttore di produzione”, ma che per legge non esiste. Secondo la normativa, infatti, responsabili del cantiere “concerto” sono tre figure ben precise: il committente, il direttore dei lavori ed il responsabile della sicurezza. Nessuno dei tre identificabile con la figura del direttore di produzione. Il quale è fondamentalmente un addetto alla logistica, che ha cioè il compito di convocare il personale necessario e coordinare uomini, materiale e mezzi. Non a caso sulla porta del suo ufficio in tour troviamo scritto “Responsabile alla logistica”. Sono infatti altri i professionisti che hanno i titoli per svolgere le funzioni di cui sopra.
Ci spiega inoltre che la mole di documenti e di persone coinvolte oggi in una produzione è così ampia, che è ormai fondamentale l’uso di una piattaforma di condivisione di file sul web, insomma un cloud da cui tutti, in tempo reale, possono accedere ai documenti necessari in continuo aggiornamento. Non a caso in tour Giorgio crea personalmente ben sei network wireless affinché tutti possano accedere anche da dispositivi mobili, come tablet e smartphone, alla piattaforma cloud senza più ritardi o scuse sulla conoscenza di ogni particolare del lavoro.
Di questo palco ci sottolinea la grande visibilità laterale e la straordinaria ampiezza degli schermi LED, 462 m2 nella versione “grande stadio” e 302 m2 negli stadi meno ampi. Il parco luci è piuttosto robusto, compresi quattro laser da 35 watt estremamente potenti, tanto che in totale la produzione utilizza quattro linee da 400 ampere solo per le luci.
Pino “Pinaxa” Pischetola – Sound engineer
“Un’esperienza fin adesso fantastica: la sfida era enorme, perché dallo studio allo stadio il passo è grande, ma mi sono messo a lavorare sodo ed adesso sono sereno, non ho particolari tensioni. Anche se Lorenzo canta per buona parte del concerto davanti alle casse, grazie al lavoro di Tramontani non abbiamo mai avuto problemi seri rispetto alla situazione ed ai volumi parecchio alti.
“Dopo aver usato Midas Pro6 in tour con Battiato, ho scelto di restare su Midas con XL8, marchio di cui apprezzo moltissimo il suono. Così alle prove a Cortona avevo già XL8 e mi sono subito trovato bene, perché è un banco che ti dà quello che pensi: se alzi un dB alzi un dB anche con l’orecchio... insomma è una sensazione che può capire chi fa questo lavoro.
“Inoltre ho avuto una settimana il mixer in studio da me, ed ho ricostruito brano per brano le sonorità scelte con Lorenzo, anche perché, essendo questo concerto un best-of, ogni brano deve avere una propria particolarità. Uso anche un virtual soundcheck registrato alle prove, così alla prima data di Ancona quando ho aperto funzionava quasi tutto, salvo piccole correzioni.
“Le macchine esterne alla regia sono poche ma di livello: Lexicon 960, System 6000 t.c. electronic, equalizzatore e compressore Massenburg, due equalizzatori SSL. Inoltre mi sono assemblato un PC ad hoc, collegato ad una scheda Lynx che usa il protocollo AES50 del banco, così ho 24 insert a 96 khz che dal banco vanno al PC e tornano indietro e che uso per tutta una serie di plug-in o per aggiungere suoni campionati, tutto automatizzato sul time-code per il cambio di trigger, effetti, automazioni su ogni brano. Come software uso Nuendo6, il più sicuro e performante, a mio avviso.
“La voce di Lorenzo parte da un Beta 58, scelto dopo tantissime prove, e dopo il pre del Midas viene equalizzata leggermente col banco e poi va in una catena GML che uso anche in studio, con equalizzatore 8200 e compressore 8900 e torna infine sul banco. In generale comprimo tutto pochissimo, un paio di dB al massimo, perché col volume che abbiamo avremmo solo problemi. Inoltre con un impianto audio del genere, se fai bene il balance non serve comprimere.
“In regia con me ho Enrico Belli di Agora e Leo Fresco, fonico, produttore e amico che cura lo studio di Lorenzo a Cortona.
“Lorenzo vuole uno show potente ed io non sto risparmiando il potentissimo impianto che mi hanno fornito. Sto avendo anche buoni feedback da amici e colleghi, soprattutto grazie a Tramontani che mi dà una macchina eccezionale pronta all’uso.
“Ci sono poi i soliti problemi di pressione sonora: io rischio la denuncia penale se faccio divertire un po’ più la gente! In un paese dove succede di tutto questo mi pare davvero una cosa assurda! Un concerto dura solo due ore, in posti dove tutte le domeniche fanno le partite di calcio e la gente si ammazza e si accoltella... paradossale! E poi solo il pubblico che applaude arriva a 94-95 dB ma io dovrei restare a 98 dB in regia!”
Daniele Tramontani – Sound designer
“Da parte di Lorenzo e della produzione c’è stata la volontà di lavorare sull’audio sin dall’inizio, per sfruttare al meglio l’impianto e non essere obbligati ad abbassare la voce quando l’artista canta da posizione avanzata rispetto al main. Così, insieme a Giancarlo Sforza, che ha ideato il palcoscenico, abbiamo cercato di creare un disegno in cui gli ingombri del palco finissero nella zone d’ombra dell’impianto. Ho poi tolto la voce da alcuni cluster, riproponendola in altri diffusori, cosi quando Lorenzo cammina sulla passerella, in quelle zone manca la voce dal cluster principale che è però riproposta da altri cluster, posti davanti e dietro la pedana, che a loro volta sono divisi in due parti ed hanno percentuali di mix fra voce e band diversa. Tutto questo con lo scopo, ovviamente, di evitare il più possibile problemi di rientro e feedback al fonico e di conseguenza all’artista, inficiando tutto lo spettacolo.
“Per progettare tutto ho usato il software Soundvision L‑Acoustics, un programma molto avanzato, anche perché è un vero 3D. Da segnalare che i cluster principali di K1 sono per la prima volta costituiti da 24 casse, il massimo possibile, una configurazione considerata la più potente al mondo. Le medio basse K1 SB sono motante nella parte alta dell’array, per avere un cluster più direttivo sulle medio basse ed avere quell’impatto che la musica di Lorenzo richiede. Di conseguenza, le torri sono state alzate a 25 metri, il che ci permette di sfruttare appieno l’impianto. I side, invece, coprono una porzione di tribuna più bassa e non hanno i sub sopra. Il main lavora fino a 100 metri, infatti i delay che si vedono in mezzo al campo coprono i fianchi dai 50 metri; così dietro al mixer non ci sono delay, ma ci sarà comunque una grande pressione. Almeno qui a Bologna, mentre a San Siro userò la classica installazione dei delay che ho più volte sperimentato con successo. I sub, ben 63, sono posti sotto il palco, allineati elettronicamente ad ellisse, per avere una copertura più omogenea, e lavorano dai 60 Hz in giù.
“Sul fonico devo dire che ho trovato un Pinaxa molto agguerrito, riesce a gestire anche le basse con molta competenza, infatti per precauzione ho preparato la borsa delle arance da portargli in caso di arresto.
“I controlli sono sempre i Galileo, uso poi il SIM ed una serie di computer che controllano le macchine. Ho 32 linee audio per gestire tutto il PA, anche se LA Manager, il sistema di controllo degli amplificatori, seziona poi ulteriormente i vari cluster: io mando un unico segnale ma poi il cluster è diviso in due parti che posso equalizzare in maniera diversa.
“Il sistema anti-larsen sembra funzionare bene: oltre certe distanze, a circa 35 metri dal main, non c’è un vero innesco, si inizia a sentire una specie di tintinnio ed il fonico ha il tempo per porre subito rimedio. Quindi il compito durante lo show è tutto del fonico.
“Quanti watt è questo impianto? 90.000 Watt solo di sub, per il resto non lo so, posso solo dire che l’assorbimento è di 600 ampere per fase, circa 500 kVA”.
Massimo Manunza – Monitor engineer
“Usare degli speaker per il monitoraggio sarebbe inutile, vista la grandezza del palco, quindi tutti i musicisti sono in cuffia, l’unico speaker è il sub per il batterista. Abbiamo un bel sistema radio, con antenne poste parecchio in alto che guadagnano molto e cavi che hanno una bassa perdita; sto usando sistemi 2000 di Sennheiser, G3 per qualche musicista vicino alle antenne e G2 per i servizi, perché ovviamente anche noi tecnici siamo tutti in cuffia, dal direttore di palco ai backliner.
“Usiamo ovviamente IEM, tutti Ultimate Ears UE18 per la band e Lorenzo.
Come console uso la DiGiCo SD7, con uno splitter analogico posto fra Midas e DiGiCo, in modo da fornire il segnale separato ai due sistemi. Di esterno ho solo 3 PCM 91 Lexicon ed un Eventide H3000, tutto il resto è on board, mentre ho i Soundweb per le equalizzazioni, con cui mi trovo benissimo.
“I backliner sono Massimiliano Gentile, Massimo Flego, Francesco Serpenti e Marco Zambon, e ciascuno si occupa di due musicisti. A parte i backliner, di particolare sul palco ci sono i microfoni Audio-Technica per i tom e devo dire che sono veramente ottimi, mentre per i fiati usiamo dei DPA radio. In totale abbiamo 14 trasmettitori e 14 IEM, quindi parecchia roba, difficilina da gestire a livello di frequenze, anche perché queste cambiano di continuo fra una città e l’altra, ed anche nella stessa città cambiano in poco tempo, quindi bisogna quotidianamente settare tutto da zero. A tal fine uso due scanner, un Icom PCR 100 e un Winradio, ed è un lavoro un po’ lungo, che richiede parecchio tempo.
“Il tipo di ascolto che mi è richiesto è piuttosto semplice: tutti hanno tutto, partiamo da una base che faccio io e poi aumento il singolo strumento o il click, a richiesta.
Infine la mia postazione: ovviamente sono stato io a pretenderla nascosta sotto al palco per proteggermi dal sole, perché l’abbronzatura da stadio non mi piace, preferisco il mare, in particolar modo la spiaggia di S’Arena Scoada dove mi fionderò appena sarà finito il tour!”
Will Anglin – Lighting operator
“A. J. Pen è il lighting designer, mentre la programmazione è stata realizzata da Seth Robinson, che ha anche sviluppato il software che usa A. J.
“Pen lavora molto col team creativo di Lorenzo, e in questo caso l’obiettivo era quello di provare a far sembrare la struttura una struttura e non una collezione di truss luci. Così sono visibili solo le luci che portano in vita la struttura.
“Sull’ultima tournée di Jovanotti, abbiamo usato una tastiera MIDI per controllare le luci, con i drum pad che mi davano anche la possibilità di seguire le dinamiche. Questa volta, però, abbiamo un po’ semplificato tutto. Non sto usando una tastiera ma due console Martin M1, con un software customizzato di Seth, BoardOp, e il software Ableton Live. Ad A.J. piace usare Ableton, perché è una piattaforma di controllo molto efficace per uno spettacolo in SMPTE, come questo show che è tutto in timecode.
“Il software BoardOp traduce tutta quell’informazione in comandi MIDI Notes che poi vanno alle console. Non solo noi usiamo Ableton, ma stanno usando Ableton anche sul palco. Perciò il tastierista manda quello che sentiamo in SMPTE. Ma c’è comunque un bel margine di improvvisazione sulla stringa di timecode che arriva dal palco, quindi devo stare molto attento a capire cosa succede e mandare la cue giusta. È interessante vedere ogni sera dove il tastierista ci porta! Lorenzo non potrebbe mai fare uno spettacolo programmato in timecode dall’inizio alla fine... infatti, lo cambia costantemente e lo porta dove lui sente di portarlo.
“Seth ha inventato una nuova cosa che usiamo in questo tour. Si chiama ‘wand’ (bacchetta). Ad un certo punto dello spettacolo, Lorenzo ferma tutto e prende il controllo delle luci. Questo viene fatto con un controller Bluetooth, come uno di una console dei videogiochi. Il wand comunica con il ricevitore Bluetooth su un MacBook Pro sotto la console luce. Manda informazioni dagli accelerometri interni che il software di Seth converte in comandi per la console. Lorenzo inizia puntando al centro il controller, dove, in quel momento, si sono già puntati gli Alpha Beam 1500. Preme un grilletto sul controller e prende controllo del puntamento di quei proiettori. Questi continuano a seguire i movimenti del controller finché è premuto il grilletto. È molto bello perché, quando rilascia il grilletto, le luci rimangono puntate. L’artista può fare quello che vuole ma poi, quando vuole riprendere controllo, deve solo puntare di nuovo il “wand” dove sono puntati i fari e ri-premere il grilletto.
“Seth ha lavorato per circa sei mesi su questo effetto, che fa parte di un altro grande progetto su cui sta lavorando. Quando l’abbiamo implementato nelle prove, devo ammettere che ci ha scioccati tutti... più che altro perché ha funzionato quasi perfettamente già dalla prima prova.
“Per quanto riguarda i proiettori, abbiamo deciso di usare gli Alpha Beam 1500, perché la ‘zona palco’ è assolutamente enorme. Ci sono due torri per i cluster audio che riempiono il centro, e su questi abbiamo messo gli Alpha Profile 1500, con cui facciamo la maggior parte dei frontali per la band, intorno alla quale ci sono tantissimi Robe Robin 300LED. Dietro il palco abbiamo una fila enorme di Panorama Coemar per illuminare le strutture. Questo è un effetto molto difficile, perché deve essere proprio perfetto, altrimenti sembra che qualcuno stia cercando di costruire un blocco di appartamenti. Insieme a quelli ci sono parecchi Zap MiniBig, che mandano dei grossi fasci di luci attraverso la struttura.
“Insomma è tutto dietro la band... o molto davanti la band, non essendoci dei truss le scelte sono abbastanza limitate.
“Chiaramente sulle varie strutture ci sono delle luci al tungsteno dappertutto... c’è un sacco di gente da illuminare in uno stadio. Ci sono DWE 4, DWE 9 e DWE 2. Anche su tutte le torri delay ci sono dei DWE 9 e DWE 2.
Abbiamo 16 universi DMX, così abbiamo due Martin Ether2DMX8 al FoH (più due back-up) e da quelli mandiamo una ciabatta DMX fino al palco.
“Devo dire, come americano, che trovo molto inusuale la quantità di lavoro artistico dei contenuti video. Ovviamente con la squadra video dobbiamo lavorare in stretta collaborazione. Abbiamo anche dei laser, perciò ci sono dei momenti in cui luci e video devono considerare anche i laser. Ma è tutto coreografato molto bene: mi piace molto lavorare con questa squadra video, sono molto creativi.
“Lavorare in Italia è una cosa strana: ad essere perfettamente onesto, essendo stato qui tantissime volte con delle crew americane, senza produzione italiana, ho spesso trovato molte difficoltà in passato. Un’esperienza che dà proprio un’idea sbagliata di com’è lavorare nelle produzioni in Italia. Invece, lavorare con questa squadra di produzione è completamente il contrario... tutto fila liscio come il burro. È fantastico. Anche o ragazzi di Agorà sono di prima scelta. Il mio problema è che dovrei imparare l’italiano, anche se ho un paio di assistenti che chiamano i seguipersone per me, e in fondo quasi tutti parlano abbastanza bene l’inglese”.
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La scheda del Tour:
Jovanotti | |
Basso e batteria | Saturnino |
Chitarre | Riccardo Onori |
Tastiere/prog. elettronica/computer | Cristian Rigano |
Piano e batteria | Franco Santarnecchi |
Batteria | Gareth Brown |
Percussioni e batteria | Leo Di Angilla |
Tromba | Marco Tamburini |
Trombone | Federico Pietrantoni |
Sousaphone | Glauco Benedetti |
Sax | Mattia Della Pozza |
Regia e concept | Lorenzo “Jovanotti” Cherubini |
In collaborazione con | |
Direzione artistica | Sergio Pappalettera |
I Ragazzi Della Prateria: | |
Carlo Zoratti e Marco Mucig |
|
Motion design | Fullscream |
Art direction | Ced Pakusevsky |
Interaction | Gui Valente |
Video editing/compositing | Omer Sacic |
Ideazione palcoscenico | Giancarlo Sforza |
Direzione musicale | Lorenzo “Jovanotti” Cherubini |
Co-direzione musicale | Michele Canova |
Manager artista | Marco Sorrentino |
Maurizio Salvadori | |
Produzione tour | Trident Management |
Yo Company | |
Organizzazione logistica | Lemonandpepper |
Ingegnere del suono | Giuseppe “Pinaxa” Pischetola |
Progetto illuminotecnico | Andrew J. Pen |
Styling Lorenzo / Costumi band | Nicolò Cerioni |
Documentazione video tour | Leonardo Manuel Emede |
Foto di scena e webmaster | Michele Lugaresi |
Regia video e display LED | STS Communication |
Impianto audio e luci | Agorà |
Trasporti | Rock Road |
Palcoscenico e struttura | Gruppo 2A |
Forniture scenotecniche | Peroni |
Merchandising | Camelot |
Laser | Laser Entertainment |
Trackway e transenne | EPS |
Generatori e torri | Italstage |
Main partners | Vodefone |
ENI | |
Abiti diurni Lorenzo | Diesel |
Occhiali | Luxottica |
Official Energy Drink | Redbull |
Media partner | RDS |
Automobili | Skoda |
Abiti di scena Lorenzo | Costume National |
Diesel | |
Si ringrazia | Universal Music Group |
BMW | |
Toyota | |
Motorini Zanini | |
Borsalino | |
Church | |
Gallo | |
Premiata | |
Reebok | |
Technogym | |
Contributi visuali | |
Solipsist | Andrew Thomas Huang |
Street View | Angelo Semeraro |
David Pañuela | |
prodotto da Fabrica | |
Decotora | Masaru Tatsuki |
UFOS | Andrés Bruno |
Natalie Albornoz | |
Simmetry | Everynone |
De Versicoloribus Naturalium Ludis | Artem Ludyankov |
prodotto da Fabrica | |
Landings at San Diego Int’l. Airport | Cy Kuckenbacker |
Big Cats Cheetas | Prodotto da National Geographic Wildlife Initiative |
Stardust | Mischa Rozema |
prodotto da Postpanic | |
Organizzazione | Jerry Di Pirro |
Edy Campo | |
Supervisione generale/booking | Francesca Rubino |
Ufficio stampa | Lucia Angelici |
Segreteria | Alice Giovenzana |
Arianna Ioan | |
Artist personal asst. | Emiliano Segatori |
Fisioterapista | Fabrizio Borra |
Band asst. | Paolo Saladini |
Amministrazione | Carla Alloni |
Jolanda Sanità | |
Ilaria Gradella | |
Direttore dei lavori | Icaro Daniele |
Consulenti della sicurezza | Danilo Vienna |
Marco Pochintesta | |
Progetto elettrico | Andrea Cavaleri |
Organizzazione logistica | Giorgio Ioan |
Stefano Copelli | |
Fabio Carmassi | |
Stefano Baccarin | |
Marco Silvaggi | |
Mateo Xerri | |
Paolo Rizzi | |
Audio | Wolfango De Amicis |
Vittorio De Amicis | |
Daniele Tramontani | |
Enrico Belli | |
Leonardo Beccafichi | |
Massimo Manunza | |
Massimiliano Gentile | |
Francesco Serpenti | |
Marco Zambon | |
Massimo Flego | |
Silvio Visco | |
Alessandro Angelo | |
Stefano Guidoni | |
Emanuele Adriani | |
Luca Nobilini | |
Luci | Will Anglin |
Seth Robinson | |
Ivan Russo | |
Daniele De Santis | |
Giuseppe Miselli | |
Alessandro Saralli | |
Francesco Suriano | |
Alex Pozzi | |
Andrea Basta | |
Rigger | Filippo Lattanzi |
Simone Stornelli | |
Roberto Petino | |
Andrea Rossi | |
Video | Alberto Azzola |
Delio Volpato | |
Roberto Clementi | |
Alessandro Rosani | |
Marco Bazzano | |
Saverio Maris | |
Mattia Napoli | |
Mirko Lenaz | |
Fabio Piccinin | |
Antonio Grillo | |
Luca Manzoni | |
Francesco La Gamba | |
Giuseppe Costante | |
Matteo Cantui | |
Gianni Gaudenzi | |
Stefano Caruso | |
Giovanni Vecchi | |
Laser | Alberto Kellner |
Rusian Hanganu | |
Federico Colombo | |
Franco Zerbinato | |
Catering | Paolo Lamano |
Marco Tiberia | |
Lorenzo Falasca | |
Alessio Cilli | |
Macchinisti | Leonardo Bellini |
Marco Baiani | |
Stefano Piacentini | |
Camerini | Caterina Soresina |
Caterina Soricaro | |
Claudia Campagna | |
Strutture e palco | Egidio Conte |
Gianni Marsella | |
Federico Guglielmi | |
Luca Marinoni | |
Stefano Piscitelli | |
Gianpiero Corno | |
Marius Boteazutu | |
Florin Brumar Petru | |
Albei Petrica Buzatu | |
Ionel Buzatu | |
Salvatore Di Marino | |
Nemo Feriozzi | |
Gaetano Marcinelli | |
Giuseppe Parente | |
Ionut Stanculeasa | |
Virgil Cirstea | |
Federico Borroli | |
Robert Rakas | |
Raickel Virgil | |
Constantin Tutuianu | |
Trackway e transenne | Luca Tosolini |
Massimo Gallo | |
Valentino Del Monte | |
Pasquale Montesano | |
Generatori e torri | Pasquale Aumenta |
Giovanni Fiorentino | |
Trasporti | Antonio Celli |