Cremonini da Gran Premio

Cesare corre e vince in casa all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.

Cremonini da Gran Premio

di Alfio Morelli


Mi sono trovato di nuovo in questo circuito dove di solito vengo per sentire un’altra musica: quella dei motori. È la quarta volta che assisto a un concerto in questa venue. La prima volta è stata nel 1998 per Vasco in occasione del Heineken Jammin’ Festival; poi nel 2015 per gli AC/DC, nel 2017 per i Guns n' Roses, e nel 2022 per Cremonini. In tutti e quattro i casi le varie produzioni hanno montato i palchi in posizioni diverse.
In quest’ultima occasione, il palco è stato montato all’ingresso della carraia, all’altezza della curva Rivazza, all’inizio del paddock. Questo per dare modo al pubblico, 70.000 persone circa, di posizionarsi fino a circa 200 metri di distanza dal palco stesso. Altre 5000 persone sono state fatte sistemare sulla collina della Rivazza. Insomma, il tutto è stato davvero un bel colpo d’occhio.
La produzione, anche se stressata come tutte in questo periodo, mi è sembrata comunque pacata, forse perché si trattava dell’ultima data.

Ero curioso di assistere a questo concerto, avendo saputo il ruolo insolito di Marco Monforte, non dietro a un mixer come solito, ma coordinatore e referente dell’audio per conto dell’artista.
Dopo avere passato il pomeriggio tra interviste e pettegolezzi, alla sera mi sono concentrato sull’ascolto del concerto, naturalmente per quel che può contare la mia opinione. Devo dire che sono rimasto favorevolmente stupito dal suono, un mix molto ampio e dettagliato. Tanto erano definiti i suoni della band, in certi momenti sembrava quasi che provenissero tutti da sequenze. La timbrica è abbastanza “british”, rotonda sulle frequenze medio-basse, mai suoni confusi e sempre con coerenza e dettaglio. Probabilmente l’uso dei cluster L-Acoustics con i sub K1-SB posizionati dietro ai K1 ha fatto la differenza. La voce di Cesare era molto ben amalgamata con la band, ma anche ben definita, infatti, si potevano apprezzare tutte le sfumature delle parole.

Per quanto riguarda le luci, invece, Mamo ci ha stupito di nuovo. A prima vista un disegno tutto sommato scarno, sembrava quasi mancasse parte dell’impianto luci. Dopo aver compreso il motivo di tale scelta, grazie alla spiegazione di Mamo, ci siamo subito tranquillizzati. Finalmente un approccio nuovo, un vero e proprio muro di luce. Nonostante qualche movimento ci fosse, lo spettacolo non era fatto dai movimenti dei raggi luminosi, ma usando le variazioni cromatiche in tutte le loro sfumature – veramente gradevole.

Tornando alla musica, possiamo dire che la scaletta è stata veramente azzeccata e ha reso il concerto mai banale o noioso. Particolari interessanti sono stati gli special di Cremonini – ormai parte integrante della scaletta – con le canzoni al piano, che si materializza al centro del palco ricoperto di “fiamme”. Un’altra “chicca è stata la passerella che si eleva e porta Cesare in giro sopra il pubblico.

Per tutte queste cose, uno show del genere merita sicuramente di essere nella top ten degli spettacoli più belli visti in questa stagione estiva in Italia.