Collisioni
Festival di letteratura e musica in collina...
di Alfio Morelli
Mai come in questo caso la frase “una ridente cittadina piemontese” si addice a questo piccolo paese, una perla nelle Langhe, che dà il nome ad uno dei più pregiati vini italiani e non: il Barolo.
Arrivando in questo piccolo borgo, si respira subito un’aria positiva, rilassata, tipicamente campagnola, di quelle che ogni tanto servirebbero per staccare la spina dagli stress quotidiani e ricaricarsi un po’. Siamo stati rapiti dal paesaggio e dai suoi abitanti e ci ha un po’ stupito la sproporzione dell’evento rispetto alla dimensione del paese, perché il Comune di Barolo conta 742 abitanti, ma nei giorni della manifestazione, dal 5 al 9 luglio, ospita fino a 80.000 visitatori!
L’obiettivo degli organizzatori è unire cultura e spettacolo; i nomi degli ospiti sono davvero tanti e di primissimo piano, a partire dal Premio Nobel per la letteratura V.S. Naipaul, poi David Grossman, Ian McEwan, Michael Chabon, Ayelet Waldman, David Sedaris, Valerio Massimo Manfredi, Oliviero Toscani, Daria Bignardi, Lilli Gruber, Serena Dandini, Ascanio Celestini, Luciana Littizzetto, Lella Costa, Maurizio Lastrico, Paola Mastrocola, Margherita Hack, Massimo Carlotto, Marco Videtta, Giuliano Sangiorgi, Giuseppe Tornatore. Come di assoluto rilievo sono anche gli appuntamenti serali, con i concerti di Jamiroquai, Fabri Fibra, Gianna Nannini, Elio e Le Storie Tese e, addirittura, Elton John che, purtroppo, ha dato forfait per un’improvvisa malattia.
Girando per il paese ci si imbatte inevitabilmente in varie enoteche, wine bar e cantine, con la possibilità di assaggiare le varie etichette di Barolo: è consigliata moderazione, per ovvi motivi legati al tasso alcolemico; volendo è meglio acquistare qualche bottiglia, cosa che noi abbiamo chiaramente fatto.
Non abbiamo potuto esimerci dal visitare WiMu, il Museo del Vino allestito nel castello dei Marchesi Falletti di Barolo. Una bella installazione tecnologica permette un viaggio all’interno della storia e della cultura del paese e del suo vino.
Tra le tante iniziative, il gruppo di artisti piemontesi Cracking Art ha “invaso” il paese con animali di diversa specie e colore. Sulle vie, in piazza, sui tetti, sui balconi in ogni luogo comparivano queste sculture in plastica riciclata, che di notte si illuminano, aggiungendo un ulteriore tocco all’atmosfera del festival davvero unica. Ci ha stupito anche la presenza massiccia di turisti stranieri, molto attenti e che certo hanno un debole per questo tipo di manifestazione.
Fra gli amici coinvolti a vario titolo nella produzione, troviamo Godzy, al secolo Marco Mortarini, responsabile dell’allestimento dei camerini per gli artisti. Ci dice di aver trovato un ambiente di lavoro fantastico, una disponibilità dei volontari del paese incredibile, visto che tutti si sono messi a disposizione perché qualsiasi cosa riuscisse al meglio. Abbiamo incontrato anche altri nostri amici, fra cui Luca Guerra e Valerio Capelli, e questo ci fa credere che gli organizzatori abbiano puntato sul sicuro per la buona riuscita della manifestazione.
Entrando nel vivo del festival, per descriverlo al meglio rubiamo qualche riga dal suo stesso sito: “Collisioni è un festival no profit, organizzato da un’associazione di volontari che si sono uniti per dar vita a un polo culturale permanente in Piemonte, capace di parlare ai giovani e ai meno giovani, di abbattere le barriere culturali tra linguaggi diversi e diverse generazioni, facendo incontrare la letteratura, il cinema e la musica nella cornice di un piccolo paese di collina, dove per tre giorni il pubblico vive come una comunità all’insegno dello scambio di idee, in un paese aperto e globale da cui nessuno deve essere escluso – tra assaggi di vino Barolo, offerte gastronomiche di primo livello e tanta tanta festa”.
Ad organizzare il calendario degli eventi musicali è stata chiamata l’agenzia D’Alessandro e Galli, mentre la parte tecnica è stata curata dal service Amandla Production di Lucca che ha fornito le tecnologie audio e luci per gli spettacoli.
“Già da diversi anni ci occupiamo di questo festival – ci dice David Lapini, uno dei due soci del service – sempre con la fornitura di audio e luci ed il coordinamento della parte tecnica. Nello specifico forniamo l’impianto audio main formato da due cluster da 12 diffusori per parte di W8LC Martin, più 16 sub a terra fronte palco. Sul palco come in-fill abbiamo un piccolo array formato da quattro W8LM, sempre Martin, più i sub. In questa edizione non abbiamo portato i mixer, perché tutti gli artisti sarebbero arrivati con la propria mezza produzione, quindi con i mixer ed il backline al seguito. Per le luci abbiamo cercato di fare un disegno che tenesse conto delle esigenze dei vari artisti, montando dei Robe Color Spot 700 e dei Robe Color Wash, sempre 700, uniti a degli Sharpy Clay Paky, tutto controllato da una console Chamsys MagicQ 100 e da una Wholehog. In regia, inoltre, abbiamo montato due Robert Juliat Aramis da 2500 W. In fase di montaggio abbiamo impiegato sei persone, diventate poi tre per la gestione ed il supporto alle produzioni”.
Abbiamo assistito alla prima serata del festival, che prevedeva Jamiroquai sul palco. Il service in tour con l’artista era Britannia Row che per l’occasione utilizzava un Midas XL8 in regia FoH ed un secondo per il palco, su cui il monitoraggio era assicurato da una serie di monitor M2 d&b audiotechnik. Un bel concerto davanti ad una piazza piena – stimate circa 7000 persone – in una serata con temperatura estiva collinare: i fan di Jamiroquai non potevano chiedere di più.
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