Cantando sotto la pioggia

Il musical...

di Alfio Morelli

Cantando sotto la pioggia – per chi non mastica l’inglese – è il revival italiano del celebre musical Singin’ in the rain tratto, a sua volta, dall’omonimo film interpretato da Gene Kelly. Adattato per il pubblico italiano dalla compagnia di Corrado Abbati e distribuito dall’Agenzia di Reggio Emilia ‘Inscena’, il musical ha riscosso un buon successo sia tra gli habitué dell’ambiente teatrale sia tra gli spettatori più giovani, sui quali fa ancora presa il fascino di una storia in cui la magia di Broadway incrocia le ambientazioni hollywoodiane. Noi di Sound&Lite siamo andati a smascherare i segreti dietro la magia.

Cominciamo le nostre chiacchierate con gli addetti ai lavori dal fonico Davide Campanini.

Com’è la dotazione tecnica per questa produzione?

Per quanto riguarda la fonica, abbiamo l’impianto di produzione che ci permette una buona copertura nei teatri all’italiana. Io lavoro con un mixer DM1000 della Yamaha, preso a noleggio come i radiomicrofoni degli attori presso Tema Show Service di Modena. Le due cassi laterali sono della GAE, quindi di produzione tedesca, mentre quelle sopra sono Nexo; in aggiunta, c’è un clusterino per la galleria con due PS8, mentre i sub non li abbiamo per niente, scelta che rende molto più agili gli spostamenti. Poi, secondo le situazioni, gestisco diversamente l’impianto; oggi, ad esempio, ho messo un front per le prime file e sul front e sul PS8 metto soprattutto le voci e i radiomicrofoni, utilizzati solo come rinforzo, perché trattandosi di veri attori teatrali, non hanno più di tanto bisogno di amplificare le voci. La musica è composta solo da basi registrate e quest’anno ci sono anche delle proiezioni che noi mandiamo dalla regia insieme all’audio.

E in regia come sei organizzato?

Sul DM1000 ho dodici canali dedicati ai radiomicrofoni, dieci per gli attori microfonati e due usati come spare; ho due canali stereo per quel che riguarda le basi mandate da una scheda audio, in modo da mantenere separato il proiettore dall’audio. Come backup audio e video, uso sull’iPad il software Imix, un software simile a Cool Lab che uso per la gestione audio e video sul portatile. Preferisco usare sia l’iPad sia il portatile per esser sicuro di non rimanere a piedi se al computer dovesse succedere qualcosa. Come scheda audio uso una Apogee Duet, i radiomicrofoni sono Sennheiser ew200 e ew300 mentre gli archetti sono della Proel.

In quanti siete al completo?

Gli attori sono 15, mentre della squadra tecnica siamo in tre: Marco Palermo, che è il direttore di scena e macchinista, Davide, che è il tecnico luce, ed io che mi occupo della parte audio. Più i trasportatori.

Per quanto riguarda l’illuminazione dello spettacolo, parliamo con Daniele Ferri lighting designer.

cantando_sotto_la_pioggia

Com’è impostato il disegno luci?

Si tratta di strutture molto semplici e tradizionali, tutti PC da 1000 e da 2000 Watt, qualche par, un palla specchiata al centro. Diciamo che, per scelta registica, viene privilegiata la dimensione recitativa e il ballo, quindi le luci operano un po’ sulle atmosfere ma non è previsto l’utilizzo di motorizzati. Il mixer è un SGM. La produzione è la nostra, siamo, quindi, indipendenti per il materiale, ma se capita che qualche teatro ci mette a disposizione qualche pezzo, noi troviamo il modo di utilizzarlo per arricchire la scena.

Marco Palermo è il macchinista e il direttore di scena. Egli ci parla un po’ del concetto e della realizzazione della scenografia: “La scenografia è ispirata ad un set cinematografico e si tratta di un allestimento fatto da due scenografi inglesi che lavorano per la ditta Upstage Design”.

Con quale mezzo viaggia la produzione?

Con un TIR di 10 metri, mentre gli attori viaggiano con un pullman e, ovviamente, arrivano con più calma rispetto a noi della regia che ci occupiamo della parte tecnica e dell’allestimento del palco. Gli attori arrivano in tempo per fare il soundcheck e le prove per gli spazi, perché c’è anche da dire che il grosso del nostro lavoro spesso consiste proprio nell’adattare l’allestimento agli spazi a disposizione. Durante la serata, invece, sto sul palco a dare il sipario e a gestire le entrate e le uscite dell’attrezzeria.

Come musical si tratta di un format americano, giusto?

Sì, i diritti dell’idea e del norme sono stati acquistati dall’originale americano, ma noi abbiamo l’esclusiva per le scenografie che sono frutto dei consigli di Corrado Abbati, il direttore artistico della Compagnia di Operette.

Ho visto che il video proiettore è in retroproiezione...

Sì, è stata una scelta del direttore di produzione pensata al fine di ottimizzare gli spazi, un’idea decisamente funzionale che permette al proiettore di essere installato anche in ambienti piccoli.

 

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