SGM Q•7 - Proiettore flood a LED RGBW IP65
In quest’epoca di rapida evoluzione nella tecnologia delle luci, la vita commerciale dei proiettori a LED è in media molto breve. Il semplice, ma potente e robusto, Q•7 di SGM è invece un evergreen… ma è il caso di dire anche un everred, everblue ed everwhite.
di Douglas Cole
A testimonianza della lungimiranza dei progettisti coinvolti nella prima generazione di prodotti dell’allora “nuova” SGM, Q•7 (come P•5) è stato presentato come prototipo già alla fiera di Francoforte nel lontano aprile del 2011. Dopo una gestazione prolungata, che comunque risulta essere servita a un perfezionamento puntiglioso, questo proiettore fu votato “Prodotto dell’Anno” della sua categoria nelle annuali premiazioni PIPA Awards, di Prolight+Sound, nel 2015, anno durante il quale abbiamo cominciato a vederlo in giro nel territorio italiano. Concepito inizialmente come un flood architetturale, Q•7 ha preso piede da subito nelle applicazioni dello spettacolo ed è ancora un prodotto di punta per la casa costruttrice danese, continuamente aggiornato e migliorato nei dettagli.
Le generalità
In questo articolo, parliamo della versione standard Q•7 che viene utilizzata nelle installazioni temporanee e nelle produzioni dello spettacolo. Bisogna segnalare poi che esiste la versione Q•7 POI (Permanent Outdoor Installation; per installazioni permanenti all’aperto) che presenta alcune caratteristiche differenti, fra cui un grado di protezione IP66, che la adattano più specificamente a quel tipo di applicazioni.
Per chi già non lo conosce, Q•7 è un proiettore statico che incorpora nella testa rettangolare una matrice di 40 × 25 coppie di componenti, ognuna composta di un LED multi-chip RGB e un LED bianco, per un totale di 1000 sorgenti full-color e 1000 bianche, ciascuna delle quali emette direttamente dalla propria lente collimatrice attraverso una piastra di vetro temperato. Questa configurazione conferisce al flusso luminoso una divergenza nominale di fascio fissa da 110° (lxmax/2; ~146° di campo a lxmax/10).
A proposito di flusso, con tutti i LED accesi alla massima intensità, Q•7 emette un totale di oltre 25.000 lm a una temperatura colore di 8500 K e con una resa cromatica CRI (Ra) >80. Questo flusso è in grado di produrre un illuminamento totale di 348 lx a 5 metri, diffuso su un campo largo 14,2 m (a lxmax/2; 31 m a lxmax/10). In termini di colori primari individuali, solo i componenti rossi emettono fino a 3200 lm, quelli verdi fino a 6950 lm, quelli blu fino a 1250 lm. La possibilità di dosare questi primari insieme ai componenti bianchi in modo controllato consente a Q•7 di produrre anche luce bianca con temperatura colore correlata variabile da 2000 K a 10.000 K.
L’intensità globale (nelle modalità di controllo che includono questo parametro) si controlla con una risoluzione di 8 bit, e sono disponibili due curve di dimming – una lineare e una con precisione aumentata ai livelli più ridotti. Nel caso di utilizzo con telecamere, la frequenza PWM di pilotaggio dei diodi può essere regolata da quella relativamente ridotta di default, che favorisce un controllo più preciso e responsivo dell’intensità, a una frequenza elevata che, invece, migliora la prevenzione dell’effetto di sfarfallio nelle riprese. Infatti, per poter coordinare l’illuminazione con riprese di qualsiasi frame rate/tempo di esposizione, questa frequenza è anche regolabile manualmente in una gamma che si estende da 0,2 kHz a 72,0 kHz.
Q•7 ha una base larga 46 cm e profonda 9 cm che incorpora le connessioni, il display e i quattro tasti di controllo. Per quanto riguarda le connessioni, la soluzione utilizzata da SGM per mantenere il grado di protezione IP65 del proiettore è un cavo per i dati DMX con una connessione ermetica unica sul lato del proiettore, che poi si sdoppia in due connettori XLR5 (M e F) volanti, per la connessione in serie. Questa soluzione comporta anche che il collegamento seriale DMX/RDM attraverso Q•7 sia passivo. Una simile soluzione è fornita per l’alimentazione: un cavo con una connessione fissa impermeabile al pannello e non terminato all’altra estremità. Un’ultima caratteristica del pannello di controllo è il connettore per l’antenna conica del ricevitore LumenRadio per controllo wireless DMX/RDM, integrato di serie.
Sopra la base, la testa con le sorgenti luminose è montata su una semplice forcella fissa con regolazione manuale del tilt. L’aggiustamento tilt consente il posizionamento della testa in un arco di 190° (±95° da un puntamento verticale rispetto alla base). L’unica posizione nella quale sopraggiungono considerazioni particolari – e solo in situazioni di possibili intemperie – è la sospensione invertita in verticale con la testa puntata verso il basso, parallela al terreno: nonostante il grado IP65, è sempre meglio evitare che l’acqua si accumuli nelle uscite a incasso dei ventilatori posteriori della testa. Per chiudere con le caratteristiche fisiche, il proiettore pesa 8,1 kg e presenta un assorbimento massimo in potenza di 465 W (solo 8 W in standby), perciò una singola linea da 16 A può alimentare fino a sette unità.
L’utilizzo
I fattori principali che contribuiscono alla popolarità di Q•7 sono tre: l’efficacia in termini di emissione luminosa, la robustezza e la versatilità.
A proposito della resa luminosa, abbiamo già citato i numeri dichiarati, ma basta dare un’occhiata in queste pagine alle molteplici produzioni che ne fanno utilizzo e ai designer, italiani e stranieri, che ne fanno richiesta.
Per quanto riguarda la robustezza, è dovuta a due fondamentali scelte progettuali intraprese dalla “nuova” SGM danese: l’ottimizzazione del controllo termico delle sorgenti a LED e, soprattutto, la scelta di rendere tutti i propri prodotti IP65+. L’isolamento dei componenti del proiettore da elementi esterni, incorporando inoltre un sistema elettro-catalitico brevettato che rimuove l’umidità dall’interno dell’apparecchio, evita parecchi fattori di rottura e di comportamento anomalo. Questo è un vantaggio anche in termini di manutenzione ordinaria: la pulizia non richiede lo smontaggio e, scherzano alcuni, si può fare con la manichetta da giardino (non consigliato). Per qualsiasi manutenzione straordinaria, invece, dopo il ri-assemblaggio sarà necessario l’utilizzo dell’apposita pompa a vuoto per la verifica della sigillatura.
Infine, la versatilità di Q•7 è garanzia della sua semplicità: offre una botta di luce su un angolo molto largo con preciso controllo di intensità e colore, utilizzabile per illuminare e dipingere scene, performer, fondali e strutture. Girando il proiettore verso il pubblico, diventa un blinder full-color o un semplice punto di luce per l’eye candy. Con qualsiasi orientamento, invece, tira fuori dal cilindro un altro coniglio con effetti stroboscopici a colori rapidi, lenti o random, diversi da un proiettore strobo tradizionale.
In base all’applicazione o al ruolo nella scenografia, Q•7 consente di scegliere tra sette modalità DMX, da 3 a 10 canali. Un semplice controllo RGB a 8 bit (con il bianco dosato in automatico), per esempio, consente un uso in matrici mappate a bassissima risoluzione. Per classiche applicazioni in controluce si può accedere a un canale strobo dedicato e colori a 8 o a 16 bit, mentre per le applicazioni di illuminazione di scena c’è il controllo colore a 16 bit più un canale CTC. Per l’uso come strobo dedicato, è presente una modalità con colore, dimmer e tre canali dedicati agli effetti di lampeggiamento. Insomma, la versatilità nelle diverse applicazioni è ben supportata dall’interfaccia di controllo disponibile. Non sorprende dunque la longeva validità di questo proiettore, tra i primi introdotti nella sua categoria.