Romagna in Fiore - Rassegna solidale nel segno del green.
Ravenna Festival torna ad animare i territori romagnoli più colpiti dall'alluvione con un programma ricco di musica e solidarietà, con uno sguardo speciale per la sostenibilità.
di Alfio Morelli
Era il maggio del 2023 quando la Romagna fu colpita da due alluvioni che, in meno di quindici giorni, devastarono le sue terre. Dai fragili pendii appenninici, solcati da frane e smottamenti, alla sconfinata pianura sommersa da pioggia incessante e fiumi esondati, un intero territorio fu messo a dura prova. Da qui nasce il filo rosso di Romagna in fiore 2024: un omaggio alla resilienza di questa terra e alla tenacia dei suoi abitanti, con otto concerti straordinari in otto località duramente colpite. Ravenna Festival, la cornice dell’evento, ha scelto di dedicare parte della sua XXXV edizione a questa rassegna speciale. Dunque non potevo perdere questa edizione, sia per il fatto che sono un “marchignolo”, cioè natio di quella lingua di terra che sta a cavallo tra Marche e Romagna, sia perché il disastro climatico dell’anno scorso ha scosso le certezze di tutta la nostra rete sociale.
Non mi voglio soffermare solamente sui soliti dati tecnici di audio, luci e video, ma vorrei prendere spunto da questa iniziativa per lanciare lo sguardo più avanti, sulla possibilità in un prossimo futuro di concerti ecosostenibili. A un anno esatto da quell’alluvione, ho potuto assistere a un concerto di Daniele Silvestri, in località Torraccia – tra Classe e Lido di Dante: insieme al resto del pubblico, mi sono incamminato per oltre sei chilometri per raggiungere il luogo dell’evento e cercare di capire se è possibile piantare un seme oggi e farlo diventare un domani realistico per i concerti dal vivo. Sicuramente c’era la possibilità di fare arrivare il pubblico più vicino all’area del concerto, con i mezzi a motore, ma la scelta è stata fatta per dare un senso tutto tondo all’etichetta green.
Fortunatamente sono capitato in una bella giornata di sole, neanche eccessivamente calda, molto diversa da quella che gli “Angeli del Fango” hanno dovuto affrontare un anno fa. È stato bello percorrere la strada con altra gente a condividere l’esperienza; infine siamo arrivati a una splendida località, che prende il nome dalla famosa torre che in epoca medioevale faceva da vedetta alla foce di un grande corso d’acqua. Una proprietà che è ora della cooperativa CAB Terra: in occasione dell’alluvione il Presidente della cooperativa, Fabrizio Galavotti, è stato quello che ha permesso di rompere l’argine del canale Magni verso i campi di proprietà della coop, allagando oltre duecento ettari e perdendo tutto il raccolto, ma salvando la città di Ravenna e i suoi incredibili beni storici – le basiliche, i mosaici, i monumenti patrimonio Unesco, eccetera.
E infine siamo arrivati al campo dove era posizionato il palco. Lo spettacolo, che doveva rientrare in un’ottica green e di solidarietà, è stato organizzato e allestito seguendo questi canoni: lo show si è svolto di pomeriggio per dare la possibilità al pubblico di rifare il percorso alla luce del sole, senza bisogno di doverlo illuminare per tutta la sua lunghezza; è stato possibile ridurre le luci dello spettacolo al minimo, con un risparmio notevole di energia; e anche l’impianto audio non era di eccessiva potenza, dato che Daniele Silvestri si è esibito con voce e piano, accompagnato dall’oboe di Marco Santoro. Ho allora intercettato Roberto Mazzavillani, responsabile tecnico di Ravenna Festival, per fare due chiacchiere con lui.
«Siamo riusciti a organizzare questi otto concerti» dice Roberto, «grazie al coordinamento di alcune sinergie fondamentali: le forze dell'ordine, i vigili del fuoco, gli sponsor con il Ravenna Festival, e ovviamente i volontari. Le forze dell’ordine ci hanno supportato per la viabilità e i servizi, gli sponsor hanno coperto una parte dei costi, l’organizzazione di Ravenna Festival ha coperto quello che mancava – anche perché i costi ci sono anche negli eventi a scopo benefico. Un ringraziamento particolare va a Tozzi Green, un’impresa locale che che lavora nel mondo delle energie pulite, che tramite BZ Engineering ha fornito l’accumulatore a energia rinnovabile e ha curato i collegamenti e l’assistenza durante i concerti. Si tratta di un accumulatore con batterie al litio della ditta Aggreko, con una potenza di 45 kVA; finito lo spettacolo viene portato nel magazzino del Teatro Alighieri, che sul tetto ha 170 pannelli fotovoltaici che permettono di ricaricare le batterie per il prossimo spettacolo.»
Un altro personaggio fondamentale per la riuscita di questo evento è stato Antonio De Rosa, sovraintendente della fondazione Ravenna Manifestazioni, ente che gestisce il festival.
«Dopo un’anno dall’alluvione, volevamo in qualche modo dire grazie ai ragazzi che quella volta si sono infilati le galosce e hanno preso in mano una pala o un secchio per spalare il fango. È un piccolo ringraziamento che a modo nostro abbiamo voluto fare a loro, alla Protezione Civile, ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine, che sono stati vicini alla popolazione locale.
«Abbiamo interpellato i nostri cugini delle Marche, nelle persone di Giambattista Tofoni e Neri Marcorè, che avevano già organizzato il Risorgimarche dopo il terremoto, per farci dare qualche consiglio. Abbiamo allora identificato questo spazio, con la collaborazione di Fabrizio Galavotti, presidente della Cooperativa braccianti di Ravenna. Poi abbiamo organizzato otto eventi con caratteristiche simili, il 10 maggio a Faenza con Vinicio Capossela, il 12 maggio a Riolo Terme con Neri Marcoré, il 18 maggio a Brisighella con Nada, il 19 maggio a Tredozio con Paolo Benvegnù, e ieri sera all’Abazia Sant’Ellero con Moder e Murubutu & Moon Jazz Band, purtroppo rinviato per maltempo. Poi qui alla Torraccia abbiamo il concerto di Daniele Silvestri, a cui seguiranno Manuel Agnelli a Conselice e infine Dardust con il Sunset String Quintet a Sarsina. Naturalmente tutti gli eventi hanno la caratteristica dell’avvicinamento al sito a piedi o in bicicletta, possibilmente senza l’uso di prodotti inquinanti: a tal proposito voglio ringraziare i partecipanti al concerto di Capossela, che erano più di settemila e alla fine del concerto hanno lasciato il luogo dell’evento assolutamente perfettamente pulito da ogni rifiuto.»
Un’ultima chiacchierata è d’obbligo anche con Marco Selvatici, responsabile del service BH, fornitore di tutta la tecnologia audio.
«Essendo il service di riferimento di Ravenna Festival, siamo stati coinvolti in questo progetto da otto eventi, in cui forniremo tutte le tecnologie audio. Qui siamo organizzati con una struttura che comprende un impianto PA L+R più alcune linee delay; per il concerto di Capossela, in uno spazio lungo circa 100 metri, abbiamo usato tre linee con due stack per ogni linea, e in altre situazione mettiamo a disposizione altre conformazioni ancora.
«Ci troviamo ad amplificare concerti abbastanza basilari, con strumentazione prevalentemente acustica; qui è giusto parlare di diffusione, senza aver bisogno della potenza di un concerto rock. Anche per noi è una prima volta, stiamo facendo delle esperienze, e alla fine capiremo fino a che punto si può spingere una situazione del genere. Al momento non abbiamo avuto nessun tipo di problema di potenza, con questo tipo di alimentazione: con l’accumulatore da 45 kVA, alla fine del concerto ci troviamo all’incirca al 50% del consumo di energia, quindi con un bel margine di sicurezza. Ci riserviamo comunque di fare le ultime valutazioni alla fine dell’esperienza.»
L'accumulatore e i due tecnici della ditta Tozzi Green, che ha fornito il sistema.