Primo Maggio - Circo Massimo

La nostra intervista a Massimo Ferranti di ABC, che ha coordinato la produzione dell’evento.

Primo Maggio - Circo Massimo

La Redazione

Nonostante la pioggia battente che ha creato ben più di un disagio, il concerto del Primo Maggio al Circo Massimo si è rivelato un successo. Si è trattata della prima – e, a quanto pare, ultima – edizione dell’evento in questa venue: a causa dei lavori di rifacimento di Piazza San Giovanni in Laterano, in vista del Giubileo, il concerto 2024 si è spostato nel grande vano del Circo Massimo. Nonostante il maltempo, decine di migliaia di persone hanno gremito l’area del Circo, e hanno cantato e ballato sotto la pioggia, come vuole la tradizione sindacale. Una bomba d'acqua, appena iniziato il concerto, ha obbligato a una piccola sospensione del concerto e della diretta RAI, che forse ha contribuito a rendere l'evento ancora più memorabile. Poi, l’ambientazione suggestiva del Circo Massimo ha conferito alla serata un’atmosfera unica e speciale, che ha coinvolto artisti e pubblico. Una scaletta lunghissima, tanti ospiti, tante associazioni: il concerto è stato un’occasione per celebrare i valori della solidarietà e dell’inclusione, insieme a quelli della musica.
Noi abbiamo aspettato la fine dell’evento per contattare Massimo Ferranti di ABC Produzione, che ha coordinato la  produzione dell’evento, per farci raccontare da lui qualche dettaglio sul lavoro svolto.


Massimo, bisogna dire che quest’anno ci siamo un po’ bagnati.

In effetti non la metterei tra le edizioni più fortunate: abbiamo visto una vera e propria bomba d’acqua colpire il palco, e siamo rimasti bloccati per il primo quarto d’ora di diretta. Poi il tutto è partito e alla fine ha raccolto un grande successo sia di pubblico televisivo sia di visualizzazioni sui social. Se fossimo stati in Piazza San Giovanni forse ci saremmo potuti rivolgere al Santo; ma visto che abbiamo cambiato location, ci siamo potuti rivolgere al nostro Ermal Meta: nel momento peggiore è andato sul palco con la sola chitarra, intonando Hallelujah di Leonard Cohen coinvolgendo anche il pubblico; da lì a poco, ha smesso di piovere dando il via così alla kermesse.

Ti è mancata la vecchia location, o hai preferito lavorare al Circo Massimo?

Se analizzo per bene i due spazi, posso dire che ci sono pro e contro per entrambe le location. Sicuramente al Circo Massimo c’è più spazio per il pubblico, ma bisogna allestire da zero l’area; se organizzi un concerto a pagamento non è un problema, perché hai le risorse da spendere; nel nostro caso invece dobbiamo fare miracoli per rientrare nelle economie messe a disposizione. Quindi, se devo parlare sinceramente, preferisco Piazza San Giovanni. Ti racconto solo un dettaglio, però significativo: in certi spazi del Circo Massimo, quando piove, si formano delle pozzanghere che assomigliano più a dei laghetti; per risolvere il problema e non far rimanere il pubblico con i piedi a mollo, abbiamo fatto arrivare due auto-spurgo per risucchiare tutta l’acqua e andarla a scaricare altrove. Aggiungo poi che nel backstage di San Giovanni, dopo tanti anni, si era creato un mood positivo, sia tra gli artisti che gli addetti ai lavori. Nei due lati del palco si creano due mondi assolutamente diversi, da una parte ti devi preoccupare di accogliere il pubblico e creare uno show coinvolgente; dall’altra devi creare una situazione positiva nel backstage, dove gli artisti vengono accolti, devi attrezzare aree per sistemare il trucco e parrucco, fornire spazi per le radio e per la TV con le sue interviste, e ancora zone per il ristoro degli artisti che aspettano di salire sul palco, per le agenzie, per gli uffici stampa, per gli uffici di produzione. È un cosmo di mille sfaccettature.

Parte della squadra di produzione ABC.

Avete avuto importanti ascolti televisivi e molti contatti sui social. Il successo ha superato anche l’edizione scorsa?

Sembra di sì, anche a me è arrivata questa notizia, che ci rende veramente fieri. Puoi credermi se ti dico che lo sforzo non è cosa da poco, per me e per i miei collaboratori, compresa tutta la produzione artistica e l’organizzazione in generale. Forse un po’ di merito di questo successo è anche nostro.

Chi ha seguito la parte tecnica dello spettacolo?

L’organizzazione generale è stata, per il nono anno di fila, seguita da iCompany, un’azienda specializzata nella gestione e nella realizzazione di eventi. L’azienda si è avvalsa della direzione artistica di Massimo Bonelli e della regia televisiva di Fabrizio Guttuso Alaimo. Nel dettaglio, ABC è stata il main contractor della produzione, che poi si è avvalso di alcune aziende di supporto: l’impianto audio e il video sono stati forniti da Rooster di Emilio Lombardi, con un PA Adamson Systems e pannelli video LED Unitech Digital Media passo 3.9 per 200 m2. Per il resto abbiamo fornito tutto noi, le regie audio con 12 consolle dLive Allen & Heath, microfoni e  monitoraggio Sennheiser, il floor tutto con diffusori JBL. 

Una vista della regia audio FOH con Roberto Marchesi e Mattia Biatto.

Per quanto riguarda l’impianto luci, abbiamo usato materiale diverso, ma prevalentemente i nuovi Martin MAC Aura XIP, che sono veramente resistenti all’acqua – e quanta ne hanno presa in quella giornata! Un ringraziamento speciale va all’azienda Exhibo, che ci ha supportato tecnicamente in presenza, per gli ottimi rapporti commerciali che abbiamo instaurato nel tempo.

Parlando del mondo online, che esigenze tecniche ti hanno richiesto?

Devo dire una cosa che mi ha stupito molto: da parte nostra non c’è stato alcun servizio dedicato a loro. Nel backstage ho visto un formicolio di giovani: chi con il telefono, chi con il tablet e chi con il computer, tutti facevano riprese, interviste, scrivevano e producevano in autonomia assoluta i contenuti da veicolare su internet. A noi non hanno chiesto niente! 

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