Musicultura 2021
I The Jab vincono la 32° edizione del Festival. Il duo di Ivrea, già protagonista di Amici 19, ha conquistato la giuria con il brano Giovani favolosi aggiudicandosi i 20 mila euro del premio finale.
di Giancarlo Messina
Nato 32 anni or sono a Recanati, il festival di Musicultura, nonostante alti e bassi, è cresciuto nel tempo, fino a raggiungere i massimi livelli di professionalità per uomini e materiali impiegati.
È una manifestazione alla quale ci sentiamo un po’ legati, sia perché ne parliamo da oltre 25 anni, sia perché la identifichiamo con due nostri grandi amici e collaboratori che non sono più con noi, i grandi Pepi Morgia e Tony Soddu, che ci piace sempre ricordare.
Così il 18 giugno siamo andati allo Sferisterio di Macerata a dare un’occhiata alla produzione di questa edizione, ben sapendo di trovare molti dei professionisti che da anni hanno il gusto di dare il loro contributo professionale a questo evento.
Come accennavamo, abbiamo trovato una situazione di alto livello professionale, sia per uomini sia per mezzi tecnici, incrementati dalla nuova partecipazione del service Sound D-light per le riprese televisive. Fra gli altri principali fornitori, audio, luci e LED sono stati a cura di Agorà, mentre il WhiteMobile di Amek&Vanis si è occupato dell’audio broadcast.
La finale del concorso di Musicultura, per i più interessati, sarà trasmessa il 6 luglio su Rai2 con replica il 24 agosto.
Noi intanto, grazie alla perfetta coordinazione della brava Federica Filippi, siamo riusciti a farci spiegare i dettagli della produzione dagli addetti ai lavori.
Ezio Nannipieri – Direttore artistico
“Dalla bocciofila in cui abbiamo cominciato – racconta Ezio – abbiamo fatto parecchia strada, ma questo festival rimane comunque con un’impostazione che mi piace definire artigianale. Io mi occupo della direzione artistica del festival, ma conosco tutti i professionisti impegnati in maniera personale, direi che con molti di loro c’è un vero rapporto di amicizia e la settimana di lavoro con noi è impegnativa ma anche piacevole.
“La sostenibilità di un festival così importante non è facile, richiede tenacia e anche un po’ di incoscienza e fortuna, perché spesso iniziamo un’edizione senza avere garanzie certe sul budget di cui disporremo, ma l’esistere da ormai 32 anni ci dà nei rapporti istituzionali una certa credibilità; infatti siamo sostenuti dal Comune e dalla Regione e negli ultimi dieci anni non abbiamo dovuto sostenere crisi tali da mettere in dubbio l’esistenza del festival. Nella sfera pubblica è stato per noi fondamentale il riconoscimento del Ministero della Cultura quando è passata una norma, col Ministro Franceschini, che ha riconosciuto valore culturale anche alla musica popolare. Abbiamo quindi avuto accesso al FUS che per noi è fondamentale. Abbiamo poi un main partner privato che è una banca del territorio, la Banca di Macerata. Poi ci sarebbero i biglietti, che però negli ultimi due anni sono stati un aspetto disastroso a causa del Covid.
“La messa in onda del programma – continua Ezio – da parte della Rai invece non genera proventi, e questa è un po’ un’ingiustizia, anche perché produciamo noi il programma, accollandoci i costi; la prendiamo come una vetrina importante per i finalisti, così come la collaborazione con RadioRai.
Abbiamo anche scelto di andare in streaming – conclude Ezio – ma con una qualità importante, investendo in questo aspetto con materiale estremamente professionale, ottenendo oltre 500.000 visualizzazioni: una bella promozione per i nostri finalisti”.
Stefano Bonagura – Produzione artistica
“Il Festival ha uno svolgimento annuale – spiega Stefano – un lavoro di mesi svolto da un piccolo gruppo di persone per l’ascolto dei concorrenti, quest’anno oltre mille, ciascuno con due brani. Ne scremiamo una sessantina che vengono invitati alle audizioni dal vivo in teatro e da lì ne selezioniamo 16, sempre con la giuria interna. Da quel momento comincia il percorso con Radio1 e interviene il comitato artistico di garanzia che fa le sue scelte.
“Noi cerchiamo di dare dei consigli per finalizzare i progetti, senza imporci: arrivano produzioni molto varie, dall’home studio allo studio evoluto, e con queste creiamo un CD ‘documento’, distribuito da Compagnie Nuove Indye, con i 16 artisti.
“Se i brani dei solisti stanno in piedi con voce e chitarra – continua Stefano – allora li teniamo così, se invece c’è un arrangiamento cerchiamo di dare dei consigli e li invitiamo a farsi accompagnare per l’esibizione dal vivo, perché qui è tutto dal vivo, sempre.
“La house band sarebbe una bella soluzione, ma la maggior parte degli artisti ha già una band, quindi per alcuni versi sarebbe superflua.
“L’aspetto tecnico – aggiunge Stefano – è cresciuto nel tempo e per noi è importante essere arrivati a questo livello di professionalità: dopo 32 anni credo sia un’evoluzione naturale. Sul palco agisce una squadra composta quasi sempre dalle stesse persone da una decina d’anni. Ci sono sempre state maestranze di grande professionalità, anche loro molto coinvolte nel progetto e nella sua buona riuscita. Un po’ tutti, artisti compresi, si rendono conto che questa è una situazione a sé stante, con rapporti interpersonali molto sereni e semplici.
“Artisticamente non voglio parlare delle cose che vediamo in televisione, ma qui da noi c’è un discorso diverso, questa non è un’operazione commerciale, è un concorso che vuole dare a giovani artisti una vetrina e una possibilità di emergere.
“Nell’edizione di quest’anno – dice Stefano – si nota la crescita tecnica media dei concorrenti: alcuni sono già professionisti, altri non proprio ma presentano comunque un livello tecnico ed esecutivo notevolissimo. Negli anni, infatti, abbiamo visto crescere molto i partecipanti sotto questo aspetto.
“Poi c’è il discorso degli ospiti – conclude – che certo arricchiscono la manifestazione e le danno lustro, ma il focus resta sempre sui concorrenti”.
Federica Filippi – Coordinatrice produzione tecnica
“Faccio da collante fra i vari reparti e i vari service – spiega Federica –. Sono una free-lance, incaricata da Musicultura, committente di questa produzione, dell’organizzazione e degli accordi con i fornitori tecnici. Mi interfaccio quindi con aziende e free lance che vengono qua a lavorare. Il progetto dura diversi mesi come produzione esecutiva, io personalmente sono impegnata un paio di mesi, compresa la settimana a Macerata.
“La produzione esecutiva è di Paolo Bruzzesi, le aziende al lavoro sono Agorà per audio, luci e video, Alfio Tartabini per riprese video in movimento; abbiamo poi Sound D-Light per le riprese televisive (con noi per la prima volta) e Amek&Vanis per la parte audio televisiva. L’evento viene registrato e post-prodotto, poi sarà messo in onda il 6 luglio su Rai2.
“Com’è per una donna relazionarsi in un mondo tecnico di uomini? Non è sempre semplice, perché ovviamente non ho le competenze tecniche specifiche in ogni settore, ma ne so abbastanza per coordinare l’aspetto logistico, lasciando loro l’ottimizzazione della parte tecnica.
“Questo festival – continua Federica – in un certo senso è un omaggio alla città e la città omaggia il festival: pensa che si iniziano a vendere i biglietti già in inverno, quando non si conoscono ancora gli artisti presenti; insomma la gente viene per esserci, sulla fiducia.
“L’anno scorso abbiamo spostato la finale a fine agosto, a causa dell’emergenza Covid, con platea al 50%. Quest’anno abbiamo adottato una ‘platea dinamica’ che tiene conto dei congiunti. Lo Sferisterio tiene 2500 persone, noi siamo riusciti a vendere circa 1100 posti a serata, meno della metà, nonostante la richiesta: un supporto comunque importante non tanto economicamente, ma soprattutto in partecipazione ed emozione per arricchire l’evento”.
Giulio Albamonte – Responsabile produzione audio
“Sono 30 anni che collaboro con questo festival, all’inizio con dei service, poi direttamente con Musicultura. Con il passare del tempo la struttura audio si è sviluppata insieme alle sempre più ampie esigenze televisive, anche grazie all’apporto di diversi professionisti che negli anni si sono innamorati di questa manifestazione. Ricordo Pepi Morgia e Toni Soddu, pilastri di questo festival per tanti anni, che purtroppo non ci sono più, come Piero Cesanelli, fondatore e patron di Musicultura, assenze ancora molto sentite.
“Durante l’anno, la collaborazione con Musicultura prende sempre molto tempo, necessario a coniugare necessità strutturali ed artistiche, con l’obiettivo di migliorare sempre.
“La scelta dei fornitori è stata fatta da Musicultura, sentiti i vari responsabili di settore e considerando tutte le esigenze. Avere un unico fornitore, cioè Agorà, è una scelta tesa ad ottimizzare costi e produzione: Wolfango e tutta la sua struttura hanno sposato questo festival dando sempre un grande contributo.
Anche Amek & Vanis con il White Mobile sono diventati una presenza costante per le riprese audio, una certezza.
“Per ottenere cambi palco adatti al televisivo abbiamo utilizzato pedane mobili, soluzione impegnativa, considerando anche le sanificazioni di microfoni e l’aumento del numero delle radio frequenze.
“Devo riconoscere che mi piace molto lavorare nei festival, lo trovo molto divertente, ma l’organizzazione dello stage deve essere precisa. La gestione del palco è affidata a Roseo e a Palenga: insieme abbiamo organizzato gruppi di canali sparsi per il palco per essere pronti ad ogni tipo di disposizione, grazie anche all’ottima squadra storica di backliner. Mentre i presentatori intervistano gli artisti, tutta la strumentazione e i microfoni vengono cambiati, spostati, nascosti, fatti entrare in pochissimo tempo, effettuando un attento linecheck prima di dare l’ok all’esibizione.
“Utilizziamo SD7 sia in sala che sul palco, con 112 canali complessivi, compresi quelli per i parlati che vengono gestiti da Penolazzi, che cura anche molti dettagli prettamente tecnici dell’allestimento. Con i Digico riusciamo a cambiare e memorizzare vari patch e a cambiarli in pochi secondi senza alcun problema.
Sotto l’aspetto musicale, essendo da sempre il fonico in sala, non ho problemi a passare da un genere ad un altro, avendo registrato e/o mixato per live o broadcasting dalla lirica al rock. Quindi mi diverte passare dalla fisarmonica ai Subsonica. Per gli ambienti utilizzo un TC6000 ed Avalon o Urei (l’1176 è un must per me) in pratica su tutti le voci.
“Durante queste ultime edizioni, a causa dei protocolli anti covid adottati, i fonici ospiti hanno dovuto osservare il distanziamento. Hanno potuto dare consigli e indicazioni, anche se preferisco vederli al lavoro: amo collaborare con i miei colleghi.
“Ciò a cui tengo molto è sottolineare la grande armonia che si respira in questo festival fra tutti gli addetti ai lavori: alla professionalità si abbina una piacevole leggerezza.
“Già stiamo pensando con Francesca Cecarini alle ipotesi per migliorare la prossima edizione... Creare una struttura sul palco per sorreggere le scenografie ed il PA… Eliminare i beccacini ….”
Francesco Penolazzi – Fonico diffusione del parlato
“Il mio compito stasera è quello di fare il mix per la diffusione del parlato. Ho tutti i microfoni replicati sulla mia console e li mixo ad hoc.
“Lavoro qui da sei anni e durante l’allestimento mi occupo di coordinare tutte le varie regie audio, do insomma una mano a Giulio alla produzione audio, controllando che tutto sia perfettamente coerente alle sue scelte”.
Davide Grilli – PA Engineer per Agorà
“Seguo questo evento dal 2017 – ci dice Davide – cercando sempre nel tempo di migliorare e risolvere alcune problematiche con l’adozione di nuove soluzioni. Infatti la diffusione audio allo Sferisterio è vincolata da due considerazioni, cioè la particolare forma della costruzione e la presenza di riprese televisive. La gestione viene fatta per il musicale con una SD7 e per il parlato con una SD11: entrambe le console entrano in un Galaxy 408 Meyer dal quale vengono gestiti gli eventuali offset per accostamento musicale con il suono proveniente dal palco e la distribuzione dell’energia sonora ai vari pacchetti di diffusione.
“Il PA è formato da un main di 10 KARA (diffusore con apertura della tromba di 110˚), side da otto KARA, front-fill in buca da sei dV-DOSC, front-fill da due Proel Edge, poi 14 SB28 e due SB18 per le basse frequenze.
“È necessario un numero considerevole di sub per la poca profondità dello sferisterio e la sua ampia larghezza, così da cercare di avere, con opportuni delay, una distribuzione omogenea della parte bassa. Altra particolare difficoltà è l’allineamento di tutti i diffusori, data da un main con un interasse di 24 metri e i side a ulteriori 10 metri dal main, sempre cercando di non lasciare scoperto nessun posto riservato al pubblico e mantenere sempre un piano sonoro coerente con il centro palco.
“Utilizzando quindi il Galaxy 408 solo come pura matrice – aggiunge Davide – il lavoro del tuning sul PA viene svolto interamente utilizzando il software LANet di L-Acoustics, con il controllo quindi di tutti i gain dei diffusori, delay ed EQ. A proposito di EQ, visto che il DSP si trova all’interno del finale, dal quale il segnale va poi al cross-over e allo stadio di potenza, per poter visualizzare le mie correzioni ed essere preciso, ho applicato un’interfaccia da me costruita su un finale utilizzato flat e messo in catena ai controlli sul PA; ciò mi permette di avere un riferimento preciso e di visualizzare qualsiasi modifica fatta sui finali”.
Alessandro Roseo – Direttore di Palco
“Divido il lavoro sul palco con Simone Palenga – precisa Alessandro – lui si occupa dei cambi palco, mentre io mi occupo dell’aspetto televisivo dello show, cioè degli snodi televisivi, dell’ingresso dei presentatori, degli artisti, ecc. Infatti anche se lo spettacolo TV verrà post-prodotto, dal vivo non ci sono tempi morti, e tutto va seguito attentamente.
“Dietro le quinte lo show è complesso, abbiamo 11 cambi-palco completi, a cui si aggiungono i Subsonica con un set-up importante. Alla fine avremo 16 cambi palco del tutto live.
“Fortunatamente – continua Alessandro – possiamo contare su una squadra molto affiatata e ben instradata da Tony Soddu, tutti trainati dall’entusiasmo di Giulio. È un lavoro fatto più da amici che da colleghi, nessuno si tira indietro, e questa è una cosa davvero unica.
“Il dispiego tecnico è importante, tutto lo show è assolutamente dal vivo, quindi sono serviti delle prove e materiali di alto livello. Abbiamo 16 radiofrequenze per i microfoni, una decina per gli IEM, raddoppiati e quadruplicati. A ciò si aggiunge il problema delle sanificazioni: ogni cantante ha una propria capsula sanificata e imbustata e ognuno deve cantare con quella. Ci vuole un addetto solo per gestire questo aspetto.
“Le pedane sono ovviamente precablate – aggiunge Alessandro–. Sul palco sono disseminati vari LK che vengono collegati al volo dai backliner i quali fanno subito un line-check finale”.
Francesca Cecarini – Regia teatrale
“Mi occupo dell’allestimento del palco, delle luci e del set – spiega Francesca – avvalendomi di collaboratori come la scenografa Chiara Patriarca e Alessandro Rabbi per il progetto luci, il quale esegue anche il disegno alla console con una grandMA3.
Abbiamo cercato riportare sul palco la grafica di questa edizione, con questi tubi luminosi realizzati ad hoc per noi dalla stessa azienda locale che ha costruito la scritta centrale di 16 metri.
“Come sempre abbiamo cercato di far risaltare la scenografia dello Sferisterio e quindi il grande muro. Abbiamo scelto di disassare tutti gli elementi: metaforicamente un passaggio ‘dal consono all’improbabile’, proprio come gli anni che abbiamo vissuto e che viviamo ancora. Tutte le americane sono asimmetriche, come la scritta ‘Musicultura’. Abbiamo cercato di simulare i gruppi delle vecchie ACL, anche per richiamare il mio maestro Pepi Morgia, ma sempre in maniera asimmetrica. Alla fine la staticità del muro si contrappone a questa asimmetria. Non c’è possibilità di sospendere luci, quindi tutti i frontali arrivano dalla balconata, con dei VL4000, altri 14 VL faranno l’illuminazione di tutto il muro, mentre i sei seguipersona Lycian utilizzati sono adatti per l’ottica molto stretta. Usiamo dei piccoli G2 e i Claypaky Mythos, oltre agli accecatori Chauvet Strike. Nei 30 metri centrali del muro ci sono a terra delle barre LED DTS FOS 100 con cui coloriamo la superficie, una sorta di illuminazione architetturale. Abbiamo anche delle Sunstrip per creare profondità e dare un tocco di incandescenza. In buca d’orchestra ho sei Claypaky Aleda K20, come sul palco.
“C’è poi un direttore della fotografia per le riprese televisive che è Tullio Gubinelli: abbiamo tarato le macchine dei frontali e i Lycian a 5600 K, così anche la saturazione dei colori è ottima. Devo dire che il palco comunque non è riempito di bianco, usiamo molto i sagomatori di taglio per non appiattire troppo l’immagine frontale.
“Un’altra particolarità – aggiunge Francesca – ho voluto illuminare singolarmente ogni colonna delle Sferisterio con un PAR CP60 con gelatina 201, sempre per valorizzare la peculiarità dello spazio in cui operiamo”.
Cesare Bertuccioli e Srdjan Simeunovic – Sound D-Light
“La nostra azienda – spiega Cesare – si occupa qui delle riprese video e della messa in onda in streaming, oltre che del program che poi verrà messo in onda dalla Rai. Io seguo il set-up dell’audio, quindi l’interscambio dei segnali con la produzione locale e il White Mobile, mentre Srdjan è l’operatore al mixer video.
“I segnali prima di entrare nel sistema DiGiCo vengono doppiati su uno splitter Radial: un’uscita va verso il trasporto Optocore per la DiGiCo, mentre l’altra va verso i nostri sistemi stagebox, una Rio32D2 Yamaha, con rete Dante e trasporto su fibre con un sistema Luminex.
“In tutto – continua Cesare – usiamo due Rio32D2, due Rio1608D2, un CL5, oltre a due MacMini in regia per registrare in multitraccia separati main e backup, tutto sincronizzato col Timecode generato dalla regia video.
“Da Amek prendiamo un mix musicale AES/EBU main analogico per il backup che entra nel nostro OB van, mentre diamo i contributi video che partono dalla nostra regia per la diffusione in sala. Poi registriamo anche le camere separate e il multitraccia di quello che abbiamo. Inoltre c’è uno scambio di segnali con RadioRai cui diamo un program e un mix di parlati e preleviamo i loro microfoni post fader.
“Seguiamo la parte camere dall’intercom con Riedel Acrobat e Tango come matrice. Poi ci interfacciamo in analogico col mondo intercom di Agorà che sta usando Gringo.
“L’allestimento è stato fatto in un paio di giorni, con particolare attenzione ai sincronismi audio-video che a volte sono piuttosto delicati.
“In effetti – aggiunge Cesare – sul nostro pullman c’è solo il controllo camere, poi abbiamo remotato il mixer video su cui operano il regista video e il suo assistente in una stanza dello Sferisterio, dotata di intercom, monitor multiview, program, superficie di controllo video, così possono lavorare più tranquilli e più comodi.
Dall’OB van al palco abbiamo una fibra ottica, un’altra fibra va dalle camere centrali all’OB Van e un’altra ancora va alla regia luci. Da queste smistiamo i vari segnali dove occorre. La cosa interessante è che il direttore della fotografia ha un pannello tramite il quale può decidere cosa vedere, camere singole separate o program. Per l’audio abbiamo due Luminex in fibra che fanno sala e palco e da lì prendiamo il segnale primario e secondario delle Rio.
“Il carrello e il jimmy jib non sono nostri, ma le camere montate sono nostre. Anche queste collegate tutte in fibra”.
Sandro Amek Ferrari – White Mobile
Insieme al mio socio Vanis mi occupo della messa in onda per lo streaming e per RaiRadio2, oltre che della registrazione del multitraccia e del program.
Noi ci occupiamo solo del musicale, mentre i parlati sono seguiti per la messa in onda dalla regia video che riceve il nostro mix e aggiunge appunto i microfoni del parlato.
Preleviamo il segnale dal palco tramite due MADI dai rack DiGiCO, due flussi da 56 canali con tutti i canali separati, sia del musicale sia del parlato. Registriamo tutto con due sistemi Nuendo, più degli stem su ProTools. Dopo diverse prove, abbiamo scelto Nuendo perché è un sistema meno oneroso e più performante sulle registrazioni, si può infatti usare qualsiasi interfaccia audio, mentre con ProTools sei legato all’hardware Avid o il numero degli I/O è limitato. Usiamo dei computer MacPro 5.1 con 64 giga di Ram a macchina. Abbiamo scelto di distribuire le tracce su cinque dischi per ogni macchina, infatti, grazie a una mia piccola modifica, i MacPro riescono a gestire fino a sei dischi separati, così da non sovraccaricare il sistema.
La masterizzazione per lo streaming deve stare dentro un certo range di LUFS (Loudness Units relative to Full Scale) il nuovo e ormai standardizzato sistema di misura del livello audio che tiene conto della percezione umana e dell’intensità del segnale elettrico utilizzato per la normalizzazione dell’audio nei sistemi di trasmissione per lo streaming di cinema, TV, radio e musica. Abbiamo una macchina TC Electronic Clarity per misurare tale parametro, di solito richiesto a −14 o −16 LUFS per lo streaming, mentre per Rai a −21 o −23. È una misurazione che si inizia a usare anche molto nella discografia. Si tratta di un aspetto ormai essenziale, tanto che AGICOM potrebbe anche sanzionare un’emittente televisiva che non rispetti questi livelli.
Ultima nota interessante per i monitor utilizzati sul White Mobile: ormai le casse grandi hanno lasciato il posto a prodotti più piccoli ma incredibilmente performanti. Fra questi ho scelto degli ascolti iLoud MTM della IK Multimedia di Modena: sono due piccole casse strepitose, in grado di scendere fino a 40 Hz, praticamente non servono sub e sono straordinariamente lineari; a queste alterno i monitor rossi di Rasch Audio di Milano, con driver a nastro, piccole ma estremamente precise per determinare il livello del canto rispetto alla base strumentale.
Allestimenti scenici | IbitiAssociati |
Direttore artistico | Ezio Nannipieri |
Produzione artistica | Stefano Bonagura |
Regia teatrale | Francesca Cecarini |
Organizzazione | Giacomo Galassi |
Produzione esecutiva | Paolo Bruzzesi |
Progetto luci | Alessandro Rabbi |
Accoglienza | Paola Cesanelli |
Ufficio stampa | Format Communication |
Cristina Tilio | |
Comunicazione | Daniele Mignardi Promopressagency |
Lucia Santarelli | |
Archivio | Sandro Capodaglio |
Coord. Prod. TV | Stefano Massoli |
Paolo Massoli | |
Prod. e progetto audio | Giulio Albamonte |
Direttore di Palco | Alessandro Roseo |
Coord. Palco | Simone Palenga |
Fonico di Sala | Francesco Penolazzi |
Fonico di Palco | Marcello Mannini |
Dir. della fotografia | Tullio Gubinelli |
Scenografia | Chiara Patriarca |
Video grafica | Davide Lupi |
Produzione tecnica | Federica Filippi |
Promozione | Simone Domizioli |
Progetto Sciuscià | Sara Schiarizza |
Social media | Ludovica Castagnari |
Fotografi | Massimo Zanconi |
Astrid Nardi | |
Coord. video | Fabio Grillo |
Digital strategies | Marco Pilia |
Enrico Marchetto | |
Martino Stenta | |
Digital strategies | Noiza |
Fosca Pozzar Colinassi | |
Consulenza legale | Simone Corini |
Consulenza ammin. | Filippo Caperna |
Consulenza letteraria | Ennio Cavalli |
Responsabile Agorà | Alessandro Cerroni |
White Mobile | Vanis Dondi |
Sandro Amek Ferrari | |
Giuseppe Dallari | |
Marcello Malmusi | |
Prod. TV Sound D-Light | Paolo Marcuzzi |
Luca Domenicucci | |
Backstage | Noemi Montironi |
Staff accoglienza | Laura Fabris |
Daniela Pesce | |
Biglietteria | Teresa Bentini |
Notaio | Sabino Patruno |
Ideazione grafica | Accademia Belle Arti di Macerata |
Gabriele Falcinelli | |
Assistenti regia teatrale | Sara Iacoponi |
Antonio Lelii | |
Assistente produzione | Edoardo Bartolini |
Tecnici audio | |
Laura Becchio, Enrico Belli, Giampaolo Diletti, Davide Grilli, Stefano Mancini, Marco Marchitelli, Luca Marino, Stevan Martinovic, Antonio Sansone , Luca Scornavacca | |
Tecnici luci | |
Domenico Armenio, Gianvito Annese, Lorenzo Bagnulo, Girolamo Giannatempo, Vittorio Graziosi, Roberto Mezzi, Stefano Romagnoli , Roberto Torbidoni, Gianni Vetrugno | |
Tecnici prod. TV | |
Diego Camilletti, Cesare Bertuccioli, Srdjan Simeunovic, Francesco Logullo, | |
Tecnici videografica | Paolo D’Orazi |
Saverio Ranalli | |
Backliner per Mokke’s | Salvatore Caramanna |
Marco Longhi | |
Assistenti di palco | Cinzia Zanconi |
Microfonista | Alessio Rutili |
Servizio Civile | |
Marica Incipini, Loretta Paternesi Meloni, Maria Chiara Recchi, Nicola Verdenelli | |
La Controra | |
Rebecca Schiaroli, Massimo Roveri , Sara Annibali, Francesca Marini, Marco Maestri, Chiara Ulisse | |
Assistente artisti | Valentina Sbriccoli |
Trucco e parrucco | I Vecchioli HairStylist |
Francesca Storani | |
Sarta | Carla Monteverde |
Accoglienza | |
Giuseppe Biagiola, Sara Macedoni, Sofia Baraboglia, Lara Morresi, Stefano Buccolini, Pietro Vecchioni, Luca Biagiola, Lorenzo Sampaolesi, Beatrice Marata, Annarita Paccamiccio, Benedetta Tomassini | |
Staff biglietteria | |
Tiziana Dianetti, Annalisa Broglia, Simona Polci, Rita Ghitarrari, Nadia Bertini | |
Ufficio pass | Beatrice Gattari |
Angelica Nicole Ricca | |
Studenti Accademia di Belle Arti di Macerata | |
Lorenzo Agostinacchio, Andrea Berardi, Simona Ciprietti , Lanxin Liao, Alessandro Lupi, Leandro Lucchesi, Mattia Marziali, Federico Pallotta, Elisa Paolini, Michele Ranzuglia, Pierpaola Reato, Fabiola Tacchi, Xing Wang | |
Comunicazione | Chiara Mammarella |
Fotografia | Alfredo Tabocchini |
Logistica | |
Eugenio Concetti, Giuseppe Paoletti, Andrea Candice, Luigi Candice, Davide Tossici, Giacomo Serafini | |
Backstage | |
Stefania Mazzanti, Massimiliano Ricucci, Michela Onofri, Alessandro Bruschi |