Maurizio Nicotra - Fonico di sala
I professionisti dell'autoritratto di Renato Zero al Mandela Forum di Firenze.
Con sei date a Firenze e altre otto a Roma, Renato ha scaldato i cuori dei suoi fan con un autoritratto d'artista, una super band da undici elementi, dieci coristi e un’orchestra virtuale; siamo andati a Firenze per intervistare i professionisti coinvolti.
Maurizio, tu curi il suono di Renato Zero dal 2013, insieme al suo fonico storico Franco Finetti. Dal 2019 sei da solo dietro alla console, il testimone è passato: quali novità audio hai portato in questo tour?
Le novità sono molteplici, poiché ogni tour è un mondo a sé stante rispetto al precedente. Ciò dipende da molte variabili: i brani, gli arrangiamenti, le dinamiche, i musicisti. Il mio obiettivo è quello di portare tutto il mix a un sound morbido, caldo e il più preciso possibile, che rispecchi ciò che succede sul palco. Ovviamente, rispettando lo stile sonoro che ha caratterizzato Zero: molti anni di lavoro con lui mi hanno aiutato ad avere un riferimento ben preciso!
Una delle novità è rappresentata dall’aggiunta di quattro fiati che arricchiscono il sound finale con un colore molto particolare. Il mio setup è composto da una console DiGiCo SD7 Quantum, un rack Waves, un Lexicon 480L e un TC Electronic 6000. La band è formata da Lele Melotti alla batteria, Lorenzo Poli al basso, Bicio Leo alla chitarra, Giorgio Cocilovo alla chitarra, Danilo Madonia al pianoforte e alle tastiere, Bruno Giordana alle tastiere e sax, Rosario Jermano alle percussioni, e poi dieci coristi e quattro fiati. Sulla batteria di Lele Melotti, già da qualche anno, apprezzo molto l’utilizzo del doppio microfono sul rullante, uno a condensatore e un altro dinamico: è un trucco che mi ha fatto scoprire Stevan Martinovic, il nostro fonico di palco.
Questo permette di gestire il suono del rullante in base alla sonorità richiesta dal brano. Il resto è nello standard: Renato canta con un radiomicrofono Sennheiser serie 6000 con capsula DPA D:Facto, e utilizzo una catena sulla voce un po’ diversa da quella che uso con altri artisti, più focalizzata su diversi filtri di EQ dinamico. Il tutto è gestito in parte dalla console SD7 Quantum e in parte dai plug-in Waves. Insomma, la tecnologia oggi ci consente ampie possibilità d’intervento.
Come ti trovi con l’impianto audio?
È da tantissimi anni che lavoro con Davide Grilli, il PA manager di questo tour, e mi sono sempre trovato molto bene. Lui mi ha fatto apprezzare l’utilizzo dei finali del PA con segnali analogici, che sono notevolmente differenti rispetto a quelli con segnali digitali.
C’è anche un’orchestra virtuale? Avete ripetuto l’esperienza già sperimentata nell’ultimo tour?
Ebbene sì, abbiamo un’orchestra virtuale. Dal momento che quest’idea aveva funzionato bene nell’ultimo tour, si è deciso di riproporla.