Mattia Carli - Operatore luci
Il musical Priscilla torna al Teatro Arcimboldi di Milano per i suoi primi dieci anni: intervistiamo i protagonisti di questo spettacolo.
Per molto tempo abbiamo inseguito questo spettacolo, senza mai avere l’opportunità di incappare in qualche data. Finché il primo di marzo, al Teatro Arcimboldi di Milano, ce l’abbiamo fatta.
Mattia, ci racconti il tuo approccio allo spettacolo?
Bisogna partire dal disegno luci. L’originale è stato progettato e realizzato una ventina di anni fa, con materiale a incandescenza; poi è stato ripreso per la produzione italiana da Valerio Tiberi una decina d’anni fa, e già c’erano i prodotti a LED, anche se alcuni un risultano un po’ datati.
Oggi abbiamo un totale di circa 150 pezzi. Ci sono cinquanta Mini-B di Clay Paky, con i quali faccio la base del colore in scena; poi una ventina di sagomatori LEDko Coemar, che all’Arcimboldi ho messo sulla volta platea, una posizione meravigliosa per schiarire i volti e le posizioni più particolari. E ancora, ci sono una trentina di ALPHA Profile 1500 di Clay Paky. Usare un faro così potente e con una lampada a iouduri – in teatro, in mezzo a tante sorgenti LED – potrà sembrare esagerato, ma lo spettacolo è molto luminoso e a volte ho bisogno di una luce predominante che mi faccia vedere la provenienza del raggio, qualcosa che sovrasti tutto il resto.
Americana appoggiata a lato palco con: LEDko della Coemar, Alpha Claypaky e un diffusore 8S della d&b audiotechnik.
Infine, a completare il setup delle luci di taglio, ho montato dei Robe DL4S Profile. A terra sul palco ho appoggiato poi anche delle ribalte. C’è un sipario LED usato come fondale e tre segui-persona Merlin di Robert Juliat in galleria. Per quanto riguarda il controllo, in regia uso una console grandMA. Seguo lo spettacolo rigorosamente in manuale: ho programmato oltre 450 memorie che richiamo in sincrono con il direttore di palco.
A proposito della manualità, in questo ultimo periodo ho assistito a degli spettacoli dove si usavano tecnologie abbastanza avanzate. Tu di che scuola sei?
Immagino ti riferisca a Cats. Io non ho niente in contrario nei confronti dell’evoluzione della tecnologia, ma questo è un format nato una ventina di anni fa e cambiare tutto in corsa diventa estremamente difficile. Se dovessi lavorare a una nuova produzione, sicuramente prenderei in considerazione anche queste nuove tecnologie.