Måneskin - Loud Kids Tour
L’Unipol Arena di Bologna ha ospitato una squadra di “bimbi rumorosi”, impegnata a girare i palchi di tutto il mondo con un tour davvero internazionale, da San Francisco a Tallinn.
di Alfio Morelli
La nostra curiosità era grande, mentre parcheggiavamo davanti al palazzetto bolognese. Era una delle prime date italiane di questo tour mondiale, e le aspettative erano molto alte. Il successo planetario di questi ragazzi era già un dato di grande interesse, a cui andavano aggiunte le indiscrezioni che giravano nell’ambiente sull’allestimento di questo tour.
Fin da subito, l’accoglienza e la disponibilità della squadra sono state fantastiche. Nel backstage si respirava aria soddisfatta e rilassata, tipica di coloro che sanno di aver fatto un lavoro oltre le aspettative. Le interviste sono state interessanti, e ci hanno ulteriormente coinvolto nel progetto, anche se abbiamo temuto che il racconto fosse stato un po’ gonfiato.
E invece, alla fine dello show, ci siamo confrontati con i compagni di lavoro e ci siamo resi conto di aver assistito a uno spettacolo imponente. Si tratta infatti di uno show capace di coinvolgere chiunque, e in cui il palco si trasforma in ogni momento: cambiano le luci, la struttura si modifica, il disegno del palco muta in posizione e altezza. Insomma, non c’è un momento di pausa e l’adrenalina è a mille.
Anche i livelli sonori, ovviamente, sono da rock and roll. Forse io sono un po’ al limite per questi volumi, ma non posso proprio lamentarmi: a Bologna c’era un ottimo sistema L-Acoustics K1 a fare da padrone, e dietro le regie erano stati montati anche due cluster di K2 come rinforzo. Se la nostra rivista assegnasse ancora il Best Show per il miglior spettacolo in tour, sicuramente questo sarebbe uno dei favoriti.
Comunque, dato che l’aspettativa era alta e la materia era complicata, abbiamo portato con noi a Bologna un personaggio di spessore: forse tra le giovani leve non lo conoscono proprio tutti, ma girando per il backstage tutti i membri senior della crew lo hanno salutato con affetto. Stiamo parlando di Mirco Bezzi, che può essere definito come l’uomo che ha portato Il bit (inteso come l'unità di base in informatica) nel nostro ambiente. E come volevasi dimostrare, non appena siamo entrati nell’ufficio di Giorgio Ioan, c’è stato un quarto d’ora di racconti sugli anni passati. Ho richiamato all’ordine i due amici, così che Mirco potesse finalmente prendere il microfono e intervistare Giorgio.
Nei giorni prossimi pubblicheremo le voci dei professionisti che hanno reso possibile un tour così eccezionale. Clicca in fondo alla pagina per vedere la galleria.