ETC Source 4WRD II - Modulo a LED per proiettori teatrali
ETC ha recentemente introdotto un nuovo e più potente modulo sorgente che consente di estendere la vita dei milioni di sagomatori Source Four già in uso e, allo stesso tempo, approFIttare dei notevoli risparmi operativi che offrono sorgenti a LED.
di Douglas Cole
Qualche anno fa, ETC ha introdotto una sorgente a LED come retrofit per l’aggiornamento dei propri leggendari sagomatori a riflettore ellissoidale Source Four. Nonostante aver da anni sviluppato e commercializzato l’eccellente versione Source Four LED costruita intorno una sofisticata sorgente a diodi proprietaria, offrire un kit di aggiornamento per i proiettori convenzionali modulari è un’idea di puro buon senso. Questa scelta non solo permette al costruttore di continuare a sfruttare un design modulare consolidato e ancora validissimo, ma consente agli utenti che già possiedono alcune delle oltre tre milioni di unità costruite negli ultimi tre decenni di continuare a sfruttarle con i benefici di una sorgente moderna ed efficiente. L’originale Source 4WRD (acronimo per Watt Reduction Device, ma presumibilmente ideato per avere la pronuncia Source “Forward”, cioè “avanti”) offriva un flusso luminoso paragonabile alle lampade HPL da 575 W.
Ora è arrivata anche la seconda generazione di questa sorgente, che offre un flusso luminoso in linea con la categoria superiore di lampada, in versioni con CCT e rese cromatiche diverse per rispondere a diverse esigenze. Questa nuova sorgente, Source 4WRD II, è disponibile come retrofit per unità S4 esistenti, in versione sagomatore completo, ma anche come proiettore completo in due versioni nuove a LED di S4 PAR e PARNel.
Una caratteristica chiave di questi moduli LED, fedele all’idea della sostituzione diretta di lampade convenzionali, è la capacità di operare sia con controllo diretto DMX per il dimming direttamente all’interno del modulo, sia con controllo d’intensità di linea tramite circuiti di dimming tradizionali. Sempre con il teatro in mente come applicazione principale – ma anche importante in applicazioni museali – il sistema di raffreddamento ad aria forzata monta un singolo ventilatore che produce un livello di rumore medio di appena 28 dB (A) a 1 m.
Le sorgenti
Sono disponibili tre diversi moduli LED: Tungsten, Tungsten Gallery e Daylight Gallery. Tutte queste sorgenti utilizzano 48 LED bianchi CREE e sono caratterizzate da un assorbimento massimo di 175 W (versione 230 V), decisamente inferiore rispetto a quello delle lampade ad alogeno di luminosità paragonabile. Infatti la versione Tungsten – che ha l’emissione più elevata del trio – offre un flusso luminoso molto simile a quello della lampada convenzionale HPL HR 300 da 750 W, addirittura superandola in alcune configurazioni con ottiche standard. La vita operativa nominale dei LED riportata dal costruttore è di oltre 45.000 ore (con una resa fino al 70% dell’emissione iniziale).
Secondo l’esaustiva documentazione pubblicata da ETC, la sorgente standard Tungsten emette un bianco con temperatura colore intrinseca di 3233 K, con una deviazione DUV di –0,0042, ovvero leggermente tendente verso il magenta rispetto al corpo nero ideale, ma all’interno della tolleranza consigliata di ±0,006 per una corretta illuminazione. In termini di resa cromatica, questa sorgente è proposta con CRI Ra di 81 (R9: 9). Il metodo TM-30-18 fornisce un indice di fedeltà (Rf) di 86 e un indice di gamut (Rg) di 99. L’indice di coerenza per l’illuminazione televisiva (TLCI-2012) è pari a 66. Installata in un sagomatore Source Four, questa sorgente è in grado di emettere un massimo di 11.430 lumen con l’ottica 26° EDLT, dove la lampada convenzionale da 750 W eroga 11.559 lm nella stessa configurazione.
La sorgente Tungsten Gallery (“Gallery” indica un’elevata resa cromatica) emette un bianco con CCT di 3153 K, con una variazione DUV di –0,0049, sempre leggermente tendente verso il magenta. Questa sorgente ha un CRI Ra di 92 (R9: 59), con indice di fedeltà 90 e indice di gamut 101, e TLCI di 92. Con l’ottica 26° EDLT, la sorgente Tungsten Gallery può emettere fino a 9716 lm.
La sorgente Daylight Gallery, invece, emette una luce bianca a 6068 K, con un notevole DUV di –0,0019, ovvero ben all’interno della tolleranza di ±0,003 consigliata anche per le applicazioni critiche. Anche qui, il CRI Ra riportato è di 93 (R9: 73), con indice di fedeltà 90 e indice di gamut 98 secondo lo standard TM-30-18, e TLCI di 95. Sempre usando la stessa lente a media apertura da 26°, questo modulo emette un massimo di 10.333 lm.
Modulo retrofit
Come accennato sopra, è possibile acquistare un sagomatore completo S4 con uno dei moduli 4WRD II già installato al posto dell’alloggiamento tradizionale per la lampada. È prevedibile, però, che l’utilizzo più frequente per queste sorgenti sarà nel rinnovamento di proiettori già presenti negli inventari di teatri e service. Nel lungo termine comportano dei risparmi per quanto riguarda le lampade di ricambio, ma anche il risparmio energetico diretto di oltre il 70% rispetto alle lampade da 575 W, e indiretto, grazie alla corrispondente riduzione di oltre il 70% in calore residuo che deve poi essere compensato in condizionamento dell’aria.
Il costruttore ha studiato il modulo retrofit per un’istallazione semplicissima e rapida, effettivamente quasi analoga alla sostituzione di una lampada. Si rimuove l’alloggiamento della lampada, si inserisce un’astina filettata nel corpo del riflettore e si infila il modulo con i diodi che entrano come la lampada nel riflettore. Poi si stringe una vite sul retro del modulo e si attacca il ponticello di messa a terra al corpo del proiettore. L’operazione richiede un cacciavite e, secondo la brochure del prodotto, “solo 14 secondi”. Il posizionamento della sorgente nel riflettore poi viene effettuato nel modo consueto, con la manopola posteriore.
Il modulo stesso è anche progettato per rimanere il più semplice e leggero possibile. Il collegamento per la corrente è un semplice cavo fisso, mentre l’interfaccia per l’ingresso e il rilancio dei dati sono due leggeri connettori RJ45, nonostante siano compatibili solo con DMX/RDM (servono adattatori RJ45-XLR per collegarlo in sistemi cablati XLR). Il controllo locale è possibile tramite due tasti e un piccolo display a LED a tre caratteri. Chiaramente, il controllo non è molto complesso, con la possibilità di impostare un livello d’intensità da locale (impostato come percentuale), di attivare il controllo da un dimmer convenzionale, o di attivare il controllo DMX (dimming a 8 bit, 1 canale) ed indirizzare il proiettore.
Source 4WRD PAR e PARNel
Insieme alla nuova sorgente, ETC ha presentato anche due nuovi corpi illuminanti, basati sui popolari modelli S4 PAR e S4 PARNel, ma costruiti appositamente per accettare il nuovo modulo Source 4WRD II, e in alternativa accettano anche il modello precedente Source 4WRD. Nonostante le necessarie modifiche per consentire l’installazione della nuova sorgente, entrambi i modelli mantengono completa compatibilità con tutti gli accessori e le opzioni (lenti, portagelatine, alette ecc) già disponibili per i modelli ad alogeno. Come nel caso del sagomatore, insieme al modulo Source 4WRD II in versione Tungsten, sia il proiettore PAR che il modello PARNel esibiscono caratteristiche di emissione luminosa pressoché identiche ai modelli tradizionali attrezzati con la lampada da 750 W a durata standard, con le versioni della sorgente a LED a elevata resa cromatica che offrono differenze simili in termini di flusso luminoso.
Prima o poi sarà necessaria la sostituzione delle sorgenti ad alogeno anche nelle applicazioni in cui ancora resistono, sia per motivi proattivi – per risparmiare nel lungo termine – oppure a causa dell’eventuale mancanza di lampade di ricambio. Ovviamente, per molte venue e fornitori sarebbe impossibile una completa modernizzazione del parco luci: Source 4WRD II è studiato per essere il modo più semplice, conveniente e “familiare” per aggiornare un inventario di proiettori con sorgenti a LED, senza dover sostituire anche un intero inventario di ottiche, accessori, e tutto il resto.