Con il Cuore - Nel nome di Francesco
Martedì 8 giugno, sulla piazza della Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, si è svolta la diciannovesima edizione di questo evento di raccolta fondi in beneficenza. È tornato Carlo Conti a condurre la trasmissione in diretta su RAI1, con simulcast su Radio1, mentre lo spettacolo quest’anno ha visto anche il ritorno alla manifestazione di Renato Zero, di Massimo Ranieri e – punto importante – del pubblico.
di Douglas Cole
Finalmente, passo per passo, torniamo a poter assistere di persona a qualche evento. La seconda settimana di giugno, dopo 14 mesi a casa, abbiamo sfidato un acquazzone torrenziale tra Fano e Gubbio per arrivare ad Assisi e vedere finalmente qualche altoparlante, qualche luce e qualche tecnico al lavoro e un pubblico che gode uno show.
L’occasione che ci ha portati nel cuore dell’Umbria è stata la trasmissione Con il Cuore – Nel nome di Francesco, promosso dai Frati del Sacro Convento di Assisi, un evento dal vivo e televisivo di beneficenza che ogni anno va in diretta su RAI1 e presenta esibizioni di grandi artisti italiani per sostenere la sensibilizzazione e la raccolta di fondi a favore delle varie attività di beneficenza del Sacro Convento. Da quindici anni, dei diciannove in cui il programma si è svolto, la trasmissione televisiva è condotta da Carlo Conti, mentre viene trasmessa contemporaneamente in diretta su Radio1, qui presentata da Gian Maurizio Foderaro e Marcella Sullo. Quest’anno c’è stata anche una replica televisiva domenica 13 giugno, sempre su RAI1. La raccolta fondi si svolge tramite SMS o chiamata sui vari gestori telefonici, cellulari e fissi, al numero 45515, e continua fino alla fine di giugno.
Fino al 2019, la produzione veniva allestita nella Piazza Inferiore di San Francesco con la presenza del pubblico pagante. L’edizione del 2020, invece, svolta in piena pandemia Covid-19, non solo ha visto il divieto della presenza del pubblico, ma anche lo spostamento dell’allestimento sulla piazza e prato antistante della Basilica Superiore, dove Gianni Morandi ha retto l’intero show come unico ospite musicale, esibendosi davanti le telecamere e un prato vuoto.
Quest’anno, oltre alla presenza ormai fissa di Conti, anche gli artisti sono stati due veterani di altre edizioni: Massimo Ranieri e Renato Zero, non solo due dei più grandi nomi dello spettacolo italiano, ma entrambi personaggi sul palco che si trovano a proprio agio in questo formato di programma.
Per l’edizione di quest’anno, l’allestimento è rimasto nella Piazza Superiore, con il palco attaccato alla facciata della chiesa. Infatti, il palco prevedeva un passaggio centrale dal portale della Basilica, con Conti e gli ospiti che passavano dentro e fuori la chiesa in vari momenti. Con il Cuore 2021 ha di nuovo dato il benvenuto al pubblico – limitato, mascherato e distanziato – sul prato.
Arriviamo durante le prove, sotto una pioggia piuttosto forte. Il palco, per fortuna, è coperto, non da una classica struttura in tralicci di americane, ma da una struttura con un tetto a capanna, semitrasparente, meno ingombrante davanti a una delle facciate architetturali più conosciute del paese.
Incontriamo i titolari di Sound D-Light, il service fornitore di audio, luci e video per l’evento.
Luca Domenicucci e Paolo Marcuzzi – Titolari di Sound D-Light
“Con il Cuore – racconta Paolo – è una manifestazione organizzata dal Sacro Convento d’Assisi insieme alla RAI da molti anni. La raccolta fondi fa numeri veramente impressionanti. L’anno scorso erano 4,8 milioni di euro, un milione dei quali durante la serata. È una manifestazione molto sentita da tutta l’organizzazione del Sacro Convento perché aiuta a raccogliere un’offerta utile per tutti i loro progetti.
“Siamo entrati in contatto con il Sacro Convento d’Assisi nel 2019 e abbiamo seguito per loro l’edizione di quell’anno, l’ultima edizione ‘covid-free’. Come negli anni precedenti, la produzione di quell’anno era allestita nella Piazza di Sotto. Era una formula che prevedeva più cantanti che si susseguivano durante la serata, sempre presentata da Carlo Conti. Da allora, con il Sacro Convento facciamo quasi tutte le manifestazioni che avvengono ad Assisi, sia nella Basilica che fuori. In più stiamo facendo con loro un tour dedicato a San Francesco, con una tappa ogni mese: delle dirette in giro per tutta l’Italia parlando di San Francesco e dei luoghi della sua vita. Seguiamo questo tour con il nostro nuovo OB Van 4K che abbiamo costruito durante la pandemia (e che abbiamo trovato in uso la settimana successiva anche a Macerata, per Musicultura – ndr).
“Qui, invece, noi gestiamo per conto di RAI la parte tecnica con un service completo: audio, luci e video che c’è o non c’è secondo la scenografia scelta”.
Quali sono le esigenze e le richieste della RAI che pesano di più quando si fa una fornitura per una trasmissione?
Sicuramente – risponde Luca – le luci sono i materiali che pesano, in termini di esigenze della RAI. Il direttore della fotografia fa la pianta luci e poi si concorda insieme la tipologia di montaggio.
Così anche il direttore della fotografia ha un lavoro più complesso per poter dare frontali e contro con questo tipo di tetto…
Infatti – risponde Paolo – il progetto nasce senza copertura; la montano in caso sia prevista pioggia… quindi, come avete visto oggi, la montano a priori.
La struttura stessa – aggiunge Luca – prevede pochissimi punti di controluce dall’alto, perché andrebbe a inquinare lo sfondo naturale della chiesa. Quindi si lavora con molto materiale a terra. Le torri fanno il 90% del lavoro. I seguipersona sono dei Robospot.
Nella Piazza Sotto c’era una struttura più idonea a questo tipo di evento… si lavorava in un modo più “realistico”.
A parte l’ostruzione della visuale, immagino ci saranno anche dei vincoli nel lavorare a contatto con i beni culturali architettonici, no?
Assolutamente sì – risponde Luca – siamo attaccati a un edificio storico e bisogna confrontarsi con il responsabile sovraintendente per tutta una serie di argomenti. Nelle pareti laterali, per esempio, bisogna comporre delle strutture tubolari e non sempre ci permettono di farle, perché se andassero a ledere la struttura sarebbe un problema.
All’interno – aggiunge Paolo – si monta a pochi centimetri dagli affreschi di Giotto!
Dentro – dice Luca – fortunatamente hanno predisposto un sistema per ancorare le luci, sempre in tubo metallico.
Forse l’audio era più problematico quando l’evento si svolgeva nella Piazza Inferiore, circondati da muri di pietra?
Non più di tanto – risponde Luca – a livello di routing e quant’altro c’era la stessa complessità della condivisione di tutti i segnali con la RAI… anche se la sonorizzazione per il pubblico presente era sicuramente più delicata.
Cesare Bertuccioli – Responsabile audio per Sound D-Light
“Per la diffusione verso il pubblico – spiega Cesare – abbiamo montato un impianto L-Acoustics con sei KARA più due SB218 per lato, oltre a due delay, ognuno di sei KIVA. Per riempire il centro del prato per le prime file abbiamo una fila di 12xt appoggiati a terra. Gli amplificatori sono LA8 e LA4X.
“Ci dovrebbero essere 6/700 persone sedute nel prato. L’anno scorso avevamo la stessa configurazione sul palco ma il pubblico non c’era. I volumi sono televisivi, per dire… sul musicale un qualcosa di più, ma sul parlato proprio un piccolo rinforzo per il pubblico presente. Purtroppo non abbiamo potuto appendere i main, ma sono appoggiati sul prato; molto lontani dal palco, però, che è un vantaggio. Per il posizionamento ci sono i soliti vincoli televisivi: da un lato c’è una telecamera su un jimmy jib da 9 m, e ci sono nel pubblico diverse telecamere la cui visuale non può essere coperta.
“Poi – continua Cesare – abbiamo tutto il monitoraggio di palco, con i sidefill composti di tre KIVA e un SB218 per lato. Abbiamo anche degli 8xt frontali per il monitoraggio del parlato e un sub per la batteria. Nei side e nei frontali c’è un pochino di musicale, richiesto da Ranieri e molto meno per Renato Zero, il resto è controllato dai singoli musicisti utilizzando i personal mixer Roland M48 con cuffie a cavo, oltre agli IEM per i personaggi principali”.
Com’è strutturato l’interfacciamento con la messa in onda?
Il palco, monitoraggio e diffusione, è basato su una rete Dante; abbiamo una Yamaha CL5 per la sala e una Yamaha CL5 per il palco, con doppio RIO a 32 canali, ovvero 64 canali di ingresso complessivi. Questi vengono rimandati in MADI alla RAI, usando un modulo RMIO sul RIO. C’è uno split con condivisione completa in entrambe le direzioni.
I segnali dai microfoni di presentatori e ospiti vengono gestiti dalla RAI in termini di radio e di ingresso iniziali. Questi poi vengono condivisi con noi, sempre tramite MADI. Per i microfoni di Conti e per gli ospiti c’è il sistema Wysicom della RAI, mentre noi abbiamo Shure Axient Digital per tutto quello che è il musicale, compreso l’archetto DPA 4088 su trasmettitore AD1X per Ranieri, il Beta58 sul palmare Axient Digital per Ranieri e la capsula DPA d:facto su palmare Axient Digital per Renato Zero.
I radio Axient Digital usano il full frequency diversity – quindi trasmettono su doppia frequenza. Una cosa particolare è che Zero e Ranieri devono entrare nella chiesa durante lo show, perciò i trasmettitori lavorano in “quad diversity”, cioè ogni trasmettitore su due ricevitori in diverse frequenze – tra l’altro con la commutazione di frequenze gestita in automatico tramite Showlink – ognuno dei quali con la distribuzione su due linee di antenne. Abbiamo due antenne dentro la chiesa e due fuori, il sistema gestisce senza problemi il passaggio da una zona all’altra. La RAI sta facendo la stessa cosa con il sistema Wysicom di Carlo Conti.
In tutto abbiamo una quarantina di radiofrequenze, perché abbiamo anche gli IEM Shure PSM1000 per Zero e Ranieri e ci sono i radiomicrofoni anche nel sistema di Radio1. Per utilizzare anche il sistema Showlink, ci sono delle antenne apposite. Dentro la chiesa ci sono le antenne in diversity per i microfoni, ma all’interno c’è una situazione abbastanza ermetica in termini di radiofrequenze, essendo circondati da muri di pietra spessi quasi un metro.
E per il collegamento tra sala e palco?
La sala e il palco sono connessi in fibra: c’è un sistema Luminex, con un’unità in regia FoH e una sul palco, che supportano la rete Dante primaria e secondaria su switch ridondanti. Poi, per le comunicazioni, come intercom abbiamo portato il sistema Acrobat Riedel, che si interfaccia sia con l’intercom Clearcom della RAI sia con le console per avere tutti gli shout e le comunicazioni per ingressi e uscite dal palco senza dover avere altre cose addosso.
“Come personale audio – conclude Cesare – al FoH abbiamo Paolo Ojetti, alla console di palco c’è Diego Camiletti – oltre al fonico di palco di Renato Zero, Enrico Belli. C’è Maurizio Nicotra qui con Renato Zero, ma rimane alla regia per la messa in onda, lasciando la gestione della sala a Paolo Ojetti. Ranieri è arrivato solo con il suo direttore musicale, il pianista, e basta. Poi, per la nostra squadra audio, c’è Paolo Di Letti per le radiofrequenze e per l’assistenza sul palco ci sono Andrea Flamini e io, mentre Renato Zero ha portato il suo backliner Maurizio Magliocchi.
Alessandro Agostinelli – Responsabile luci per Sound D-Light
“Per quanto riguarda le luci – ci dice Alessandro – in termini di proiettori abbiamo un parco luci monomarca… 100% Robe. Ci sono 150 LEDBeam 500, circa 50 T1 Profile, una sessantina di Spiider e una quarantina di MegaPointe. Gli Spiider sono per lo più sulle torri dei delay e in prossimità delle regie, per illuminare il prato e il pubblico, mentre anche i frontali sono sulle torri. Non avendo una struttura di truss e solo questo tetto, abbiamo potuto montare solo pochi proiettori in alto sopra il palco. Sono 13 pezzi, tutti T1, uno dei quali controllato da Robospot come seguipersona per controluce sul palco ma anche frontale per eventuali uscite dalla Basilica. C’è inoltre un illuminatore anulare su una delle telecamere remotate, e quello viene controllato tramite wireless DMX.
“Infine c’è un singolo videoproiettore in una delle torri che proietta i loghi e il numero telefonico per le donazioni sulla facciata della chiesa”.
Le tipologie per i frontali e i contro sono state specificate dal direttore della fotografia della RAI?
Sì, assolutamente. Per quanto riguarda i frontali principali, ci sono quattro sistemi RoboSpot che gestiscono dei T1, ognuno con un operatore dedicato. Sono configurati in rete così che l’operatore luci per la RAI controlla il dimmer dalla console, mentre gli operatori controllano iris e messa a fuoco.
Il DP RAI Fabio Brera ha spiegato quello che serviva per il design e ci siamo confrontati a vicenda per realizzarlo e ottenere il miglior risultato possibile.
Com’è composta la rete di controllo?
Come sistema DMX stiamo usando 19 universi su una rete Art Net. I nodi sono Sundrax ed ELC, poi ci sono delle macchine Cameo per i PAR che fanno un po’ di luce sulla struttura.
Come di consueto con la RAI, la console luci è una Compulite, modello Vector Blue, presidiata dall’operatore luci per la RAI Andrea Cantù. C’è un nodo sotto la cabina, con uno switch in cui entrano tutti i nodi del palco, quelli della struttura e quelli per l’interno della chiesa.
Dove prendete l’alimentazione elettrica?
La corrente è fornita dai gruppi elettrogeni della RAI, ci arrivano due mute di Powerlock: un gruppo da 300+300 kVA e un altro da 130+130, oltre a un gruppo da 60 kVA per l’audio.
Lo show
Per fortuna, la pioggia si è fermata prima dello show, lasciando qualche ora di sole per cominciare almeno ad asciugare un po’ il prato – aspetto importante, visto che il pubblico, per motivi di distanziamento e anche per non intasare la visuale delle telecamere, doveva rimanere obbligatoriamente seduto su appositi cuscini proprio sul prato. Il cambiamento delle condizioni meteorologiche è fortunatamente avvenuto anche con sufficiente anticipo per consentire di scoprire tutta la tecnologia sparsa all’aperto e per verificare tutti i collegamenti di alimentazione, dati e segnali che si sono trovati inzuppati per tutto il primo pomeriggio.
Alla fine, lo show si è svolto con cielo sereno, senza problemi e con i ritmi rigorosi di una produzione RAI. La scenografia minimale si coordinava e sfruttava il fantastico fondale della facciata della Basilica, messa in evidenza da file di wall-washer a LED posizionate dietro il palco, sotto il portale, sulle balconate e all’interno dietro il rosone. Un ulteriore tocco è stato aggiunto con le proiezioni del logo o del numero per le donazioni sulla facciata . Il suono sul pubblico è stato adatto alla tipologia di evento: livelli moderati ma con grande enfasi sull’intelligibilità. Un buon risultato sicuramente facilitato dalla “sala”, composta da un prato erboso in salita per lo più aperto ai lati.