Clay Paky Mythos – proiettore ibrido a testa mobile
Presentato poco più di un anno fa, questo proiettore multiuso si è già visto impegnato in produzioni di concerti d’importanza internazionale, come la recente tournée dei Rolling Stones. L’abbiamo visto noi di persona nei parchi luce di diverse produzioni – come Ligabue la primavera scorsa e, in numeri importanti, con Jovanotti quest’estate – e dalle impressioni che abbiamo avuto e da quelle di designer ed operatori che l’hanno usato, sembra veramente all’altezza del suo nome.
di Douglas Cole
Alla fiera di Francoforte nel 2014 è stato lanciato SuperSharpy, all’epoca presentato come il primo prodotto di una serie nuova denominata “Prima”. Vantava un nuovo look più sinuoso, curvato e fluido e, soprattutto, prometteva un’efficienza senza pari. Nonostante l’abbondanza di funzioni e possibilità rispetto al più semplice Sharpy (per non dire anche una resa luminosa molto più elevata), SuperSharpy rimane un proiettore specializzato. A seguire SuperSharpy nell’autunno del ’14 è stato Mythos, con la stessa scocca ed ingegnerizzato con diverse parti in comune con l’altro proiettore, ma con possibilità di utilizzo molto più ampie rispetto al predecessore, entrambi diventati supereroi in una sorta di Justice League, The Projectors, insieme agli altri nuovi prodotti.
Mythos è un proiettore detto “ibrido” perché è in grado di coprire il ruolo di uno spot, con nitide proiezioni ed un’ampia gamma di zoom, mentre è anche un proiettore beam che può emettere un fascio molto stretto per effetti a mezz’aria.
Sorgente e ottica
Come SuperSharpy, questo proiettore si basa sulla lampada Philips MSD Platinum 20R da 470 W. Questa lampada ha una temperatura colore nativa di 7800 K ed è in grado di emettere un flusso luminoso di 23.000 lm. La vita operativa nominale è di 1500 h.
Uno dei noti punti di forza di Clay Paky, soprattutto negli ultimi anni, è l’enfasi che dimostra nella ricerca e sviluppo dell’ottica, particolarmente dal debutto di Sharpy. Di nuovo, in Mythos questa perizia è evidente. La notevole efficienza della lampada viene sfruttata in pieno da un gruppo ottico composto da tre elementi e terminato all’uscita con una lente da 157 mm. L’insieme di questo sistema lampada/ottica consente a Mythos di produrre un fascio con una divergenza di 2,5°, capace di fornire un illuminamento fino a 149.000 lx su un campo di diametro 86 cm ad una distanza di 20 m. Come abbiamo visto durante la tournée di Jovanotti negli stadi, questa abbondanza di fotoni consente di mantenere un fascio ben distinto a questa distanza e molto oltre, anche nelle condizioni di fumo tenue che si incontrano negli eventi all’aperto. Questo fascio può essere ridotto ulteriormente, fino a 0,5°, con dei gobo riduttori sulla ruota di gobo fissi.
Passando alla modalità spot, invece, le lenti del Mythos sono in grado di passare da un’apertura di 4,5° ad una di 30,8° con i gobo fissi a fuoco. I gobo rotanti e la ruota d’animazione, invece, possono rimanere a fuoco da una divergenza di 6,6° fino a 47,3°. Il proiettore include macro di effetti di zoom pre-programmate. La messa a fuoco è regolabile a 16 bit ed i motori utilizzati consentono di passare dallo zoom minimo allo zoom massimo e vice-versa in 1,1 s; questa gamma di zoom così estesa consente addirittura a Mythos di emulare un wash light, con l’aggiunta del filtro frost.
Anche il dimmer è controllato con una risoluzione di 16 bit ed il movimento si può utilizzare in due modalità: “DMX Follow”, nella quale la velocità/linearità di movimento del dimmer segue i valori DMX impostati dalla console, e “Position Dependent”, nella quale la velocità di movimento segue i valori DMX impostati dalla console tenendo conto della posizione fisica di partenza.
Un otturatore indipendente permette di generare effetti stroboscopici fino a 12 flash/s, ed effetti di pulsazione variabili tra 0,5 cicli/s e 12 cicli/s.
Colori
La miscelazione di colori di Mythos è fornita dallo stesso innovativo sistema utilizzato in SuperSharpy, composto di tre ruote. Ognuna di queste ruote è occupata per metà da uno dei filtri primari progressivi C, M e Y, mentre l’altra metà di ognuna di esse è composta di cinque filtri, tra colori saturi, colori pastello e filtri specializzati. I filtri specializzati comprendono due filtri CTO (3200 K e 2500 K), un filtro CTB, un filtro attenuatore, 1/2-minus green e un efficace filtro wood (UV). Questi filtri sono divisi tra le tre ruote in modo intelligente, così che colori e filtri si trovano sulla stessa ruota del colore progressivo (C, M o Y) e dei filtri specializzati con i quali sarebbe meno utile che fossero combinati. I colori fissi disponibili sono lavanda, rosso saturo, blu scuro, verde scuro, arancio chiaro, arancio, acquamarina, rosa e verde. Tra i colori e i filtri fissi adiacenti è possibile creare fasci bicolore.
Questa soluzione per il sistema colori è molto efficiente per un proiettore spot/beam, perché consente una capacità molto ampia per la miscelazione dei colori e, allo stesso tempo, alleggerisce la testa di un intero meccanismo per una ruota di colori fissi.
Nonostante i colori fissi ed i filtri CMY occupino le stesse ruote, grazie alla precisione dei motori di queste ruote il controllo dei filtri primari progressivi rimane su canali separati con una completa gamma di controllo ad 8 bit.
Effetti
Mythos utilizza una ruota di gobo metallici fissi con 18 posizioni, che includono sei bolli riduttori per fornire fasci definiti e 12 sagome artistiche, utili sia in proiezione sia a mezz’aria. Una ruota di animazione indipendente consente non solo un movimento infinito in entrambe le direzioni a velocità variabile, ma anche la possibilità di combinare questi effetti con i gobo fissi. Un’altra ruota dispone di sei gobo rotanti in vetro dicroico, fra cui sagome utilizzabili nel fumo e disegni screziati per proiezioni larghe. La rotazione di questi gobo è indicizzata e regolabile a 16 bit. I gobo rotanti sono disponibili solo nella modalità “spot” ed entrambe le ruote gobo dispongono anche dell’effetto “gobo shake”.
Il prodotto comprende anche due prismi moltiplicatori, uno radiale ad otto facce ed uno lineare. Sono entrambi rotanti ed indicizzati, con rotazione a velocità variabile fino a 43 rpm.
Completa gli effetti un filtro frost variabile con controllo lineare, in grado di andare da zero a piena diffusione pressoché istantaneamente (in 0,02 s).
Movimenti e controllo
Nonostante la sua stazza “media” (Mythos ha un’altezza massima di 628 mm, un diametro della sfera di movimento di 455 mm e pesa 32 kg) il proiettore è in grado di muoversi molto rapidamente. Ha un’escursione massima in pan di 540°, percorribile completamente in 3,5 s. Offre un movimento in tilt attraverso 244° che può eseguire in 2,2 s. Per puntamenti precisi, dispone di controllo a 16 bit per i motori della forcella, in grado di ottenere una risoluzione di 0,008° in pan e di 0,004° in tilt.
Mythos si controlla tramite DMX utilizzando un ingresso ed un’uscita, entrambi su XLR5, ed è compatibile con il protocollo bi-direzionale RDM.
Un’interfaccia Ethernet consente il controllo anche tramite il protocollo ArtNet, che il proiettore è in grado di ricevere ed inoltrare come controllo in DMX ad altri proiettori. In altri termini, può funzionare come convertitore da ArtNet a DMX.
In modalità standard, questo proiettore necessita di 30 canali di controllo, mentre nella modalità Vector occupa 34 canali, con controllo di tempo sui parametri di movimento, colore, dimmer, frost, prisma, focus, zoom e gobo.
Mythos è probabilmente il proiettore più versatile fin ad oggi creato da Clay Paky. Questa versatilità, però, comporta pochissimi di quei compromessi che di solito caratterizzano un proiettore “tuttofare”. La lettura dei dati sul foglio non rende giustizia all’emissione luminosa di Mythos che invece impressiona davvero quando lo si vede in uso: da quello che abbiamo constatato personalmente in situazioni demo e in diversi concerti, questo proiettore merita davvero il suo nome.
Si fa veramente fatica a credere che l’assorbimento totale sia di soli 700 VA, particolarmente quando lo si vede in uso al fianco si proiettori con assorbimenti quasi tre volte maggiori.
L’unica lamentela che abbiamo sentito provenire da alcuni lighting designer riguardava il fatto che la loro richiesta eccedeva la disponibilità dei service e quindi non riuscivano ad averne quanti ne avrebbero voluti.
Contatti: Clay Paky
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