Che Sviolinata!

Il Museo del Violino a Cremona.

di Mike ClarkMuseo dei Violini

Proprio nell’anno in cui il “saper fare il liutaio” di Cremona è stato iscritto tra i patrimoni immateriali dell’UNESCO, a settembre, la capitale mondiale della liuteria ha aperto le porte del nuovo Museo del Violino della Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari, nel restaurato Palazzo dell’Arte, con il sostegno della Fondazione Arvedi Buschini e del Comune di Cremona.

Nelle sue dieci sale, il museo presenta una raccolta di strumenti ad arco unica al mondo e di valore inestimabile, tramite un affascinante racconto interattivo ad alto impatto progettato ed installato da un gigante italiano delle comunicazioni, la Euphon, società torinese con una grande esperienza nel settore.

Marco Carazzato, Direttore Sistemi di Comunicazione con Euphon, ha svolto il ruolo di consulente del comitato scientifico per il progetto museografico/multimediale e di direttore del progetto di allestimento multimediale; ci spiega: “Euphon Communication si è occupata dello sviluppo progettuale, realizzazione, fornitura e posa in opera del sistema interattivo multimediale, sviluppo software, allestimento tecnologico hardware e scenografico, realizzazione dei contenuti multimediali per il museo”.

Il percorso inizia con un “tunnel” multimediale che presenta gli eventi e gli strumenti che precedono la nascita del violino e che maggiormente hanno contribuito alla sua ideazione. I momenti importanti nella storia iniziale del violino sono narrati da una serie di dieci proiettori Sanyo PLC XU‑106. Per i visitatori italiani, l’audio è fornito da diffusori direzionali Panphonics Sound Shower SS1000 davanti ad ognuna delle aree di proiezione, mentre i numerosi stranieri utilizzano il sistema audio guide ad infrarossi della Audio Cultura (le lingue a disposizione sono inglese, francese, spagnolo, tedesco, giapponese e russo), azionati dai sensori di ogni postazione.

Anche l’olfatto entra in gioco nella sala seguente, nella quale è stata riprodotta la bottega di un liutaio (attualmente, ce sono ancora ben 141 a Cremona!) con gli odori tipici di legno lavorato, resine e vernice.

Proseguendo, la postazione “fisarmonica” (dei grandi monitor interattivi allestiti in verticale) permette di apprendere i nomi delle singole parti di violino e archetto, e di provare a usare questi oggetti. Il video successivo presenta le varie fasi costruttive, dal legno grezzo fino al violino completamente realizzato. Il terzo spiega infine la funzione delle otto principali parti componenti lo strumento.

Oltre al grande impegno di sensori di prossimità, altri dispositivi installati per agevolare al massimo l’interazione dei visitatori nelle varie aree del percorso comprendono idee apparentemente semplici, come l’istallazione di display identici da 42 e da 46 pollici sulle pareti sopra quelli utilizzati dai singoli visitatori (permettendo così alle guide di mostrare ai loro gruppi lo stesso contenuto video) ed altri trucchi più tecnologici, come l’impiego di videocamere custom di Peau Production, società statunitense specializzata in sistemi di tracking tramite camere IR, che attivano le caratteristiche “touch” delle pellicole olografiche Blacklit applicate sulle superfici dei tavoli ovali. In questo modo, i visitatori possono anche sfogliare libri antichi virtuali che raccontano la storia delle famose famiglie liutarie di Cremona (Stradivari, Amati e Guarneri).

Alcuni importanti concerti di musicisti prestigiosi possono essere ascoltati e visti in una sala d’ascolto, soprannominata “l’uovo” per la sua forma originale e dotata di sette altoparlanti TOA F2000B incassati nelle pareti e una coppia di proiettori Benq MB813ST che proiettano le riprese sul soffitto (il tutto fornito ed istallato da Risam di Cologno Monzese).

Per esporre in assoluta sicurezza i più preziosi esempi del patrimonio liutario, come “Il Cremonese” di Stradivari, lo “Scrigno del Tesoro” (una sala con tanto di guardia giurata armata) contiene le vetrine realizzate da Goppion di Trezzano sul Naviglio, oggi leader mondiale nella realizzazione di sistemi di conservazione ed esposizione (anche le icone del patrimonio culturale dell’umanità, come la Gioconda, la Venere di Milo, l’Uomo Vitruviano e i Rotoli del Mar Morto, sono protette da sistemi Goppion).

museo dei Violini

Le vetrine controllano l’umidità relativa con un sistema in grado di assorbire o rilasciare vapore d’acqua, in modo che la sua concentrazione nell’aria oscilli intorno ad un valore predefinito. Il sistema è inoltre coadiuvato da ventilatori temporizzati in grado di produrre interventi automatici che accelerano i processi di omogeneizzazione della corrente d’aria interna alla vetrina. Qui, l’unica concessione alla tecnologia AV è l’audio in sottofondo e il progetto illuminotecnico, realizzato dal lighting designer teatrale Paolo Rodighero che, con il supporto di Aleart, ha individuato ed installato gli apparecchi e le ottiche ideali per illuminare da lontano e in modo omogeneo e calibrato i preziosi strumenti cioè una serie di sagomatori Coemar LEDko VariWhite.

Rodighiero Spiega: “Ho scelto questo prodotto per la capacità di sagomare esattamente la luce sulla dimensione della teca, e la possibilità di variare la temperatura di colore per meglio adattare l’illuminazione al colore degli strumenti e, dopo varie prove, abbiamo stabilito la temperatura a circa 3700 Kelvin”.

I proiettori sono incassati nel soffitto e i raggi luminosi sono riflessi da specchi montati nella base di ogni vetrina, in modo che i visitatori possano ammirare i stupendi strumenti da ogni angolazione.

Carazzato aggiunge: “È stato un lavoro molto complesso e molto articolato che ha visto avvicendarsi diverse aziende, ognuna con le proprie competenze e pertinenze. La difficoltà più grossa è stata adattarsi ad un progetto che si è, di fatto, sviluppato in corso d’opera, con continue varianti, ed è stata superata con un’attenta pianificazione e controllo di avanzamento costante”.

Goppion ha anche fornito una serie di grandi cassettiere, che contengono oltre 700 strumenti di lavoro – disegni, forme, attrezzi – tramandati dalla bottega di Antonio Stradivari e donati al Comune nel 1930 dal liutaio Giuseppe Fiorini. Delle versioni virtuali di tutti questi oggetti possono anche essere viste sui grandi touch screen sopra ogni cassettiera.

La Sala 8 contiene la collezione degli strumenti premiati con la medaglia d’oro al Concorso Triennale Internazionale degli Strumenti ad Arco “Antonio Stradivari”, organizzato dalla Fondazione Stradivari, documentati in modo estremamente dettagliato da una postazione multimediale che fornisce tutte le informazioni sugli strumenti e sui loro creatori.

La Sala 9 è invece dedicata alla rete mondiale “Friends of Stradivari”, la comunità virtuale di quanti posseggono, utilizzano, custodiscono, o semplicemente amano gli strumenti di scuola classica cremonese. In mostra strumenti costruiti anche da Amati e Guarneri e ceduti in prestito da collezioni private e pubbliche (compresa una della sole sei chitarre Stradivari ancora esistenti al mondo). Grandi monitor presentano le interviste con i vari collezionisti.

Il progetto Euphon per il museo non si rivolge comunque esclusivamente agli esperti o ai musicisti: lungo tutto il percorso espositivo sono collocati numerosi simpatici “Discovery Points”, delle console colore arancione ad altezza di bambino, con tanto di display e cornette che permettono ai giovani visitatori di seguire il racconto dello “Zio Strad”, un discendente virtuale del grande uomo, che li guida lungo una storia affascinante durata cinque secoli.

Museo dei Violini

L’alta qualità dei contenuti video è assicurata ovunque dai lettori full-HD Roku delle BrightSign e, oltre ai numerosi diffusori direttivi Panphonics, le note dei preziosi strumenti, le presentazione ed i commenti sono riprodotti da altoparlanti JBL e Bose alimentati da finale Crown.

L’ultima tappa nel viaggio attraverso la storia del violino è in un grande open space (oscurabile all’occorrenza) dedicato al cinema, nel quale un proiettore Sanyo PLC‑ZM5000L full‑HD proietta in “loop” su uno schermo Ligra motorizzato 4,5 m x 3,5 m spezzoni di film e di cartoni animati nei quali il violino e apparso nei decenni. In questa zona, la colonna sonora è riprodotta da un paio di diffusori JBL CBT 50LA a colonna con un finale Crown XLS1000.

Alle spalle delle sedute del pubblico è posta l’enorme foto di un violino, sotto la quale appare una lunga fila di grandi “libri”, ognuno con il nome di un artigiano cremonese sul dorso. Prima dell’uscita, un display da 46 pollici, posizionato come un leggio, elenca i liutai professionali italiani.

Oltre al percorso espositivo ricavato dallo storico Palazzo dell’Arte, fa parte del complesso anche un auditorium, un gioiello da 460 posti, frutto della collaborazione dello studio Nagata Acoustics dell’ingegnere acustico Yasuhisa Toyota con lo studio di architettura Arkpabi Giorgio Palù & Michele Bianchi. In questa sala per concerti d’altissimo livello, ideale anche per effettuare registrazioni, le sedute che circondano il palco sono progettate in modo da lasciare la risposta acustica invariata nonostante il numero di spettatori. Il palcoscenico, di forma ovale, è stato collocato al centro della scena e garantisce una visuale e un’acustica ottimale da qualsiasi posto-spettatore.

La sua regia ospita una console audio Yamaha MG 166CX e una Smartfade della ETC, utilizzata per controllare i diciotto sagomatori Coemar Reflection LEDko FullSpectrum sopra il palcoscenico ed altri otto installati ai lati.

Il museo è anche dotato di un laboratorio di ricerca gestito con il Politecnico di Milano (sezione di Fisica acustica), per indagini acustiche e con l’Università degli Studi di Pavia (sezione di Chimica dei materiali) per quanto riguarda l’analisi dei materiali – la composizione delle vernici, il legno, etc. Il laboratorio, che per le prove acustiche è anche dotato di una camera anecoica, è coordinato dai Professori Augusto Sarti e Marco Malagodi.

Carazzato ha concluso: “Ogni installazione fa un po’ caso a sé e nasce dalle specificità che emergono negli incontri con il comitato scientifico. Un elemento di originalità è senza dubbio il percorso ideato e realizzato specificamente per i bambini, mentre in generale le installazioni nascono dal tentativo di tradurre con elementi allestitivi delle esigenze di comunicazione espresse dal progetto museologico: ad esempio ci siamo inventati delle specie di “binocoli” per animare e raccontare la cosiddetta “isola” ovvero il luogo dove tutto ebbe inizio (il luogo dove si trovavano le botteghe delle prime storiche famiglie liutarie) oppure un allestimento olfattivo per restituire l’emozione di trovarsi in una vera bottega liutaria o ancora delle animazioni virtuali dei ‘reperti’ per illustrare i principi di realizzazione degli strumenti di Stradivari e così via”.

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