Antony King FoH di Cremonini
Incontriamo Antony King in regia audio prima del concerto, chiedendogli di raccontarci questa esperienza fatta in Italia con un artista italiano.
Redazione Sound & LIte
Come sei arrivato in questo tour?
Sono stato chiamato da Marco Monforte che non conoscevo, (commento di Marco “ne avevo sentito parlare in modo molto positivo, poi l’ho visto lavorare ed ascoltato ad una data dei Depeche Mode e ne sono rimasto affascinato”). Mi ha proposto questo lavoro che ho accettato molto volentieri. Avevo già fatto qualche data in Italia, ma non avevo lavorato mai con un artista ed una produzione italiana, l’esperienza è stata molto positiva, spero di ripetere un’altra esperienza simile. Oltre che essermi trovato veramente bene con i colleghi, nonostante il periodo pessimo per le produzioni in tour, la tavola e il territorio, meritano un approfondimento.
Con che set up stai lavorando in questa produzione?
Sto usando il mio set up tradizionale che ho consolidato negli anni. Tutto sommato sono un tradizionalista non amo in queste produzioni importanti fare degli esperimenti ma usare una piattaforma che conosco già bene.
Vedo un rack molto nutrito di outboard, in controtendenza con i tuo colleghi che cercano sempre più di eliminarli, mi dai un tuo punto di vista?
Parto da un mio punto di vista, mi hanno insegnato che quando vai al lavoro riempi la tua cassetta degli attrezzi di ogni tipo di arnese che ti può servire, poi arrivato sul lavoro, se ti serve lo usi altrimenti no. Cosi ho fatto io. Marco mi ha spiegato il progetto che aveva in testa per l’artista, mi sono fatto mandare il multitraccia, su cui ho preso delle informazioni per realizzare il progetto, con quelle informazioni ho preparato la cassetta degli attrezzi, con cui lavoro. Il mio mixer di riferimento è SSL, poi parto con una base di Manley, Wave e pochissimo altro, su quello organizzo la mia catena per arrivare al risultato finale. Sul basso sta usando il Tube-Tech, un REV 7 della Yamaha sul rullante, il System 6000 sulle voci e così via. Ho richiesto uno strumento che io uso spesso sulla voce dell’artista, si tratta del 5045 Neve, è una sorta di noise gate convenzionali, ma funziona con un principio diverso, mi aiuta tanto quando l’artista va a spasso per il palco senza cantare, quest’oggetto attenua di molto la sensibilità del microfono evitando dei problemi di rientro.
Anche noi non avevamo mai avuto il piacere di assistere ad un concerto ed apprezzare il lavoro di Antony, devo riconoscere un risultato notevole. Probabilmente ci troviamo di fronte ad un lavoratore che sa organizzare bene la sua cassetta degli attrezzi.