Andrea Corsellini - Fonico FOH
Si ferma a Cattolica il tour internazionale di Umberto Tozzi.
Da sx: Ago Mascarello, Mirko Piro, Andrea Corsellini (Foh), Alessandro Parpinel, Gerardo Antonacci, Ivan Favale.
Dopo 50 anni di successi straordinari, Umberto Tozzi si appresta a dire addio al palcoscenico live con un ultimo tour mondiale. Abbiamo incrociato gli amici che hanno reso possibile questo storico tour.
Andrea, noi ti conosciamo come fonico da stadio, ma poi ti incontriamo anche in situazioni di mezza produzione, più piccole. Quali sono le differenze tra le due tipologie di approccio?
Sono situazioni abbastanza diverse, che naturalmente vanno gestite in maniera completamente diversa: con Vasco e con altri, sono lavori concentrati in poche date, con una produzione completa; con Umberto Tozzi, è un tour che comprende una parte estiva, una parte invernale al chiuso e una parte internazionale per una durata di quasi due anni. Sono lavori che si devono impostare con delle basi completamente diverse. Intanto, qui si gira per due anni e in tutto il mondo, con periodi pieni e periodi di pausa: per garantire la piena disponibilità, io e a Gianmario Lussana abbiamo organizzato i nostri calendari per essere sempre presenti a tutti i concerti di Tozzi. Questo modo di lavorare è diventato una prassi, con i mille impegni che si intersecano specialmente nella stagione estiva.
Con la mezza produzione, incontrerai molti impianti diversi in tante piazze diverse.
Normalmente ci troviamo a lavorare con dei prodotti mediamente buoni: abbiamo fatto le prove generali con un Martin Audio W8, poi in Piazza San Marco abbiamo lavorato con un L-Acoustics L2, poi qualche volta con JBL. Qui a Cattolica il PA è forse ai minimi, ma il nostro compito è quello di portare a casa il lavoro comunque.
Almeno il mixer mi risulta essere un signor mixer.
È vero, dopotutto anche io ho bisogno di un punto fermo e di sicurezza: con la console Yamaha Rivage PM10 mi sento abbastanza a mio agio. Con i preamplificatori Neve e molti plug-in interni di qualità, sono abbastanza tranquillo di poter superare le difficoltà che incontro nelle varie piazze. La scelta del mixer Yamaha è stata fatta anche per un motivo di praticità: essendo un tour europeo e internazionale, non sempre si riesce a portare dietro il materiale; ora basta una chiavetta, e un mixer digitale Yamaha lo trovi in tutte le parti del mondo.
Mi hanno anticipato che sul palco c’è una novità.
In questo tour abbiamo la fortuna di avere sul palco Lapo Consortini, che lavora come direttore musicale ed è pure un bravo chitarrista; ha riarrangiato lui i pezzi per l’orchestra. Inoltre lui è l’ingegnere elettronico che ha progettato una macchina della M-live, la B-Beat, che usiamo sul palco per le sequenze e mille altre funzioni, e che risolve tanti problemi e suona pure molto bene.