World Stage Design 2013
Teatro fai da te: tesi di laurea per un teatro temporaneo reversibile
di Lucia Coscia
Introduzione
dell'arch. Carlo Carbone
Ho seguito con interesse questa tesi di laurea che tra i molti pregi mi ha portato a riflettere su idee di cui si parla in continuazione ma, per la loro contemporanea “giustezza” e estraneità commerciale, non si trova il modo di rendere reali.
In effetti il bando World Stage Design, da cui trae spunto questa tesi, è esattamente la prova che questa strada potrebbe essere ed è reale e possiamo ammettere con franchezza che solo la pigrizia o la bassa attitudine al rischio della nostra classe imprenditoriale snobba questo tipo di iniziative. Ma sarebbe per il mondo dello spettacolo una formidabile occasione di coniugare investimenti estremamente contenuti all’ideazione e al progetto di architettura.
Attorno ad una struttura rigida di tipo tecnico, come la tecnologia a tubo giunto, il rivestimento diviene invenzione. Praticamente illimitata, dettata solo da alcuni parametri tecnici peraltro semplici e in questo del tutto poetici: reazione al fuoco, resistenza meccanica, qualità acustica.
Immaginate se attorno a questa struttura si avesse il coraggio di provare a mostrare forme nuove, con materiali che possano provenire come in questo caso dal riciclo o da tecnologie industriali estranee al tema. Quest’ultimo tema, ad esempio, propone l’invenzione sotto il profilo della cultura dei materiali, attitudine e curiosità persa o rispolverata per un sensazionalismo da archistar. Niente di più sbagliato. Relegare la conoscenza del materiale ad un fatto estraneo al progetto o ancor peggio vedere nel materiale solo un aspetto formale contiene in potenza una grande forza innovatrice. L’enorme potenzialità di rilanciare, coniugando il luogo dello spettacolo all’architettura, settori di invenzione, partendo dalle tecnologie semplici componendo un progetto ha valore non convenzionale e supera sfidando quello che tutti, ricchi e poveri, bravi o ignoranti stanno vivendo: il vuoto.
Il percorso che ha portato alla realizzazione di questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di confrontarsi con la progettazione di uno spazio teatrale e si è sviluppato utilizzando come matrice un bando di concorso per la realizzazione di un teatro temporaneo sostenibile per il World Stage Design 2013. Questa manifestazione di International Performance Design, legata al mondo dello spettacolo e del teatro, con cadenza quadriennale, dal 2005 è diventata punto di incontro e di confronto fondamentale per tutti i professionisti del settore collaborando con la Quadriennale di Praga.
L’area di intervento adibita ad accogliere il nuovo teatro è situata in prossimità del Royal Welsh College of Music and Drama di Cardiff, in corrispondenza dell’edificio che ospita l’Anthony Hopkins Center.
Il centro, che accoglie aule e spazi di supporto all’attività del collegio adiacente, si sviluppa intorno ad un cortile interno destinato ad ospitare la struttura temporanea, offrendo i servizi di supporto al progetto del teatro (biglietteria, servizi igienici, ecc.).
La struttura è stata ideata tenendo conto delle indicazioni del bando, che richiede la progettazione di uno spazio capace di ospitare tra 100 e 150 persone, per un periodo di attività di circa due mesi, settembre e ottobre 2013.
L’intera struttura è realizzabile con una cifra inferiore a € 40.000 (manodopera esclusa) nel caso in cui si voglia acquistare il ponteggio. Diversamente, il costo di noleggio supera quello di acquisto dopo circa un anno.
L’obiettivo che si pone il percorso progettuale è quello di ideare un oggetto architettonico temporaneo, reversibile, economico, di facile realizzazione e che si dimostri efficace dal punto di vista acustico.
Il risultato conseguito è un edificio realizzato con materiali facilmente reperibili, standardizzati e rapidamente assemblabili. I sistemi costruttivi a secco richiedono tempistiche limitate e non necessitano dell’intervento di manodopera specializzata. I costi complessivi sono contenuti, gli elementi possono essere interamente recuperati e riutilizzati, la struttura stessa è pensata per essere completamente smontata ed eventualmente riproposta in altra sede e situazione.
L’edificio si compone di due sistemi principali: bancali in legno EUR/EPAL e ponteggi Layher. Queste scelte consentono di muoversi nel rispetto di una progettazione sostenibile, garantendo la possibilità di una reintroduzione dell’intero sistema all’interno del ciclo produttivo e assicurando velocità di montaggio e smontaggio.
I bancali, elemento caratterizzante del progetto, assolvono non solo la funzione di elemento di tamponamento, ma vengono utilizzati anche come alloggio dei componenti fonoassorbenti e impermeabilizzanti. È inoltre previsto un trattamento delle superfici dei bancali, rivolto ad aumentare il controllo acustico dello spazio.
La qualità acustica all’interno del teatro è garantita da alcune semplici soluzioni. In particolare, l’allestimento è inserito in ambiente confinato di altezza superiore al colmo dell’allestito; si tratta quindi di un sistema a barriera efficace con una riduzione del rumore proveniente dall’esterno superiore a 15 dB. Al fine di controllare ulteriormente l’immissione dall’esterno di rumore, nel pacchetto isolante e impermeabilizzante previsto per l’esterno si è inserita una componente passiva formata da un telo di PVC di peso 800 gr/m2, capace di ridurre ulteriormente di circa 5 dB il rumore proveniente dall’esterno.
Per bilanciare la quantità di superficie riflettente con quella assorbente si è fatto ricorso a:
- pannelli diffusori (vele) in copertura, di forma convessa, posizionati in modo da riflettere il suono (musica o parlato) verso gli spettatori. Le singole file di pannelli sono posizionate in modo che ci sia una distribuzione uniforme del livello sonoro;
- posizionamento di pannelli diffusori/fonoassorbenti: a differenza dei pannelli in copertura, questi pannelli sono appesi in verticale e agganciati alla struttura portante. Sono di forma piana, agganciati in modo da poter ruotare e cambiare posizione a seconda delle necessità. Essi presentano, infatti, un lato assorbente e uno riflettente.
L’utilizzo del pallet consente lo sviluppo di un sistema vibrante capace di integrare l’assorbimento delle superfici nelle basse frequenze, prestazione non raggiunta con il solo utilizzo di materiale dissipativo assorbente (pannello). Allo scopo, è stato svolto un esperimento che ha utilizzato le fasce connettive del pallet come sagome risonanti ed ha fornito dati interessanti al fine del controllo lineare dell’acustica interna. Si è visto che la fascia intera, la cui lunghezza agli incastri è 60 cm (1/4 di una lunghezza d’onda pari a 240 cm, corrispondente a 340/2,40 = 140 Hz), è per dimensione interessante allo scopo del controllo di quella famiglia di frequenze, così come da grafico della misura effettuata sulle barre lignee (figure 1 e 2).
Figura 1
Figura 2
L’esperimento ha voluto verificare l’attitudine del legno a vibrare laddove si riduca la rigidità meccanica semplicemente riducendone la sezione. Si è visto che operando un taglio longitudinale in modo da formare bacchette di dimensione orientativa 3-4 cm, la riduzione della sezione rigida permette l’entrata in risonanza delle singole stecche anche alle frequenze ricercate, formando quindi un sistema vibrante capace di assorbire, al pari dei sistemi vibranti planari, le frequenze medio-basse di cui si ricercava il modo più semplice ed economico per realizzare un controllo.
Il bancale utilizzato per il test ha tutte le assi superficiali della stessa dimensione (10 × 120 × 2,2 cm3), questo ha permesso di effettuare più prove con diverse altezze di taglio, garantendo l’omogeneità dei risultati.
Sono state praticate delle incisioni con l’ausilio di una sega circolare a 1/2, 3/4 e 2/3 della larghezza delle assi (figura 3).
Figura 3
Dopo questa operazione si è verificato che gli elementi fossero ben connessi alle estremità, acquisendo tempi di vibrazione diversificati.
L’operazione di verifica dei collegamenti è stata eseguita per percussione delle assi con una bacchetta. Le assi non perfettamente fissate, infatti, sottoposte a percussione restituivano un suono non armonico; in questi casi sono stati aggiunti chiodi per garantire una collaborazione ottimale dei componenti.
Si è quindi posta sulle tavole oggetto di test un trasduttore accelerometrico (figura 4) ponendolo di volta in volta su ogni asticella, nella parte con e senza pannello fonoassorbente.
Figura 4
Il test ripetuto nei vari settori ricavati dopo il taglio ha così fornito un’indicazione ripetuta in almeno tre misure di comportamento delle bacchette di misura 3 × 2,2 cm2 di sezione.
Per quanto riguarda la realizzazione delle pareti laterali del teatro, queste sono costituite da bancali accoppiati nel seguente modo: i bancali destinati ad avere la superficie rivolta all’interno verranno incisi longitudinalmente sul 50% della superficie per rispondere ai requisiti acustici. Questi verranno uniti ad altri bancali in moduli di elementi 3 × 2 e 2 × 2 per consentire una prefabbricazione che andrà a velocizzare l’interno processo costruttivo. Questa unione sarà fatta utilizzando tavole in compensato fenolico avvitato ai blocchetti. Come protezione dell’acqua si apporrà un foglio in PVC. A questo punto sarà possibile procedere all’unione con un secondo modulo con funzione di finitura. L’aggancio alla struttura portante è realizzato con regge in tessuto (utilizzate negli imballaggi con pesi importanti), bloccate da fermagli in metallo. Questa soluzione consente rapidità in costruzione e nello smontaggio.
Ringrazio il professore Roberto Bologna della Facoltà di Architettura di Firenze, l’ingegnere Franco Faggiotto per la consulenza sulla struttura Layher, Giuseppe Malgeri per l’opportunità di studiare l’assemblaggio di un palco nel Mandela Forum di Firenze e l’architetto Carlo Carbone per avermi seguito nel lavoro di tesi.
Le fasi di montaggio dei pannelli
Vista esplosa del teatro
Vuoi restare sempre aggiornato sulle novità di settore? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER