Toto

Summer tour 2012

di Alfio Morelli

totoTre date italiane per i Toto. A Cattolica un palco all’insegna del minimalismo, senza le scenografie tecnologiche che spesso sovrastano la parte artistica; minimalista fino al punto da far dubitare sul confine fra un palco old rock e uno al risparmio: dubbi svaniti non appena è cominciata la musica.

I Toto sono probabilmente il gruppo formato da turnisti di più grande successo e probabilmente il più rispettato a livello musicale nella categoria “soft rock”. Dopo 34 anni dalla loro canzone d’esordio nella classifica americana (e a 24 anni dall’ultima che ci è arrivata) i Toto continuano ad essere una specie di garanzia nel circuito dei festival europei. La formula è giusta per attirare pubblico di una grande varietà demografica: dai nostalgici della radio commerciale dei primi anni Ottanta ai giovani musicisti che vogliono vedere alcuni dei migliori esempi di colleghi cha hanno avuto la furbizia e la fortuna di godere di fama nonostante la loro onesta virtuosità musicale.

I Toto non sono mai stati conosciuti per una particolare profondità del messaggio artistico, ed è molto facile vedere le loro composizioni semplicemente come mezzi per ottime esecuzioni musicali e ottime produzioni. Questo li lega inseparabilmente al periodo in cui raggiunsero l’apice del successo – i primi anni Ottanta – quando la combinazione di banalità testuale e qualità musicale era ancora vincente, prima dell’arrivo del periodo successivo, in cui dominava la pura banalità musicale, e non solo nel volubile mercato americano. Il pubblico europeo, però, non li ha mai abbandonati.

Un concerto di questo gruppo continua ad essere quello che è stato dall’inizio: una scaletta dei loro brani, hit e non, tenuta insieme da una colla di solida capacità musicale da parte di ogni componente del gruppo, che siano i rimanenti tre membri fondatori (in tour, comunque; il quarto, Mike Porcaro, è ancora ufficialmente un membro del gruppo, nonostante le sue condizioni di salute non gli permettano più di contribuire) o gli altri musicisti.
Nel line-up attuale, l’unico fratello Porcaro in tournée è Steve, alle tastiere, tornato dopo 25 anni di assenza. Gli altri membri fondatori, David Paich al pianoforte e tastiera e Steve “Luke” Lukather alla chitarra e voce, vengono accompagnati sul palco da Joe Williams alla voce, membro fisso negli anni Ottanta, Simon Phillips, batterista fisso dalla morte di Jeff Porcaro nel ’92, e due coristi, Jenny Douglas-McRae e Mabvuto Carpenter. A ricoprire il ruolo di bassista troviamo nientemeno che Nathan East, che certo tiene alta la torcia per l’assente fratello medio dei Porcaro.

I Toto hanno scelto il nostro Paese per iniziare a luglio il tour europeo, durato fino a settembre. Arrivati direttamente dall’America, hanno scelto di fare due giorni di prove al Teatro Giglio di Lucca, per poi debuttare con la prima data nella medesima città. Per riuscire a mantenere i costi, hanno scelto la formula della “mezza produzione”, richiedendo quindi audio, luci e palco sul posto, anche perché la maggior parte delle date era prevista all’interno di festival.
Le tre date italiane sono state distribuite dall’agenzia D’Alessandro e Galli: la prima all’interno del Summer Festival di Lucca, gestita dalla stessa agenzia, la seconda a Cattolica, presso l’Arena della Regina, gestita da E‑Event, e la terza a Majano (UD), all’interno del 52° Festival di Majano. Molto probabilmente il gruppo ha deciso questo mini tour italiano come pre-tour, per poi affrontare le trenta date estive in giro per l’Europa. toto

Il palco si presenta abbastanza spoglio, senza quei fronzoli tecnologici che in questo ultimo periodo siamo abituati a vedere. Unico segno di riconoscimento il fondale con la spada, divenuto ormai il logo di identificazione del gruppo. Certo vedendo il palco piuttosto spoglio la prima impressione è quella di una marchetta per fare cassa. Un’impressione che però cambia subito dopo i primi pezzi, perché ci troviamo di fronte dei grandi musicisti, con tanta voglia di suonare e offrire un bello spettacolo al pubblico pagante. Il sound è quello “old” che ci soddisfa e che ci aspettavamo: i pezzi normalmente durano sei/sette minuti, e comprendono i vari assolo di batteria o  chitarra o hammond, proprio come piace a noi vecchietti. Le luci sono comunque più che dignitose, mai invadenti, usate solo per sottolineare o evidenziare qualche momento della musica, come è giusto che sia. Anche il suono più che dignitoso, anche se non eccelso, almeno a nostro avviso, mentre qualche personaggio del nostro settore, presente al concerto come spettatore, ha avuto qualcosa da ridire. De gustibus...
Le tre date italiane hanno avuto complessivamente un buon successo di pubblico: Lucca oltre seimila persone, Cattolica oltre tremila e Majano oltre quattromila.

Responsabile del service Imput Studio: Daniele Pavan

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