Massimo Ranieri - … Oggi è un altro giorno – Tour 21-22

Ad oggi oltre settanta date in calendario per l’artista napoletano, ancora sulla cresta dell’onda e seguito da un pubblico davvero eterogeneo. Ovviamente in mezza produzione facendo di necessità virtù.

Massimo Ranieri - … Oggi è un altro giorno – Tour 21-22

di Giancarlo Messina

Prodotto dalla sua agenzia Rama 2000 International, col management di Marco De Antoniis, il tour di Massimo Ranieri attraverserà l’Italia dalla Sicilia alle Alpi, portando ovunque il mondo creativo dell’artista napoletano, fatto di classici della canzone italiana, ma anche di poesia, di teatro e perfino di avanspettacolo.

Ovviamente i tempi richiedono di ridimensionare il più possibile il budget, così la piccola carovana è, come d’altra parte gli altri tour italiani, ridotta all’osso, mirando esclusivamente all’essenziale per assicurare comunque al pubblico uno show intenso e degno di tal nome. D’altra parte Ranieri non è certo un artista da laser e megaschermi, essendo egli perfettamente in grado di reggere l’intero spettacolo facendo leva sulle proprie capacità istrioniche che, semmai, una situazione del genere mette ancora più in luce.

Certamente non si è risparmiato sulla band, con musicisti bravissimi e numerosi, e nemmeno sulla competenza dei tecnici che, sia per l’audio sia per le luci, hanno tirato fuori nella data a cui noi abbiamo assistito a Cattolica quanto di meglio si potesse dai mezzi a disposizione. Ottimo l’audio, con volumi sempre moderati ma dalla bella dinamica e definizione, ovviamente con maniacale attenzione alla intelligibilità della voce, sia nel parlato sia nel cantato. Esemplari le luci, in grado di creare le atmosfere giuste su ogni brano e la perfetta visione dell’artista, alternando piazzati e movimenti con la tempistica di cui è capace solo chi conosce i brani a menadito.

Lo spettacolo di Ranieri è un vero show, in cui l’artista alterna vari generi, con ampie parti parlate e letture poetiche. Tutto ben mixato per avvolgere il pubblico con la necessaria dinamica.

Insomma un concerto molto gradevole e fruibile che, se manda in visibilio i fan, risulta piacevole anche per lo spettatore occasionale.

Da segnalare, in chiusura, una bellissima versione di Anema e core, ben cantata ma ancor più ben suonata dagli ottimi musicisti sul palco.

L’aspetto tecnico, come sempre, dalla viva voce degli addetti ai lavori.

Andrea Sembiante – Direttore di produzione

“Con Ranieri svolgo questo ruolo ormai da quindici anni – dice Andrea – e da otto anni sono anche direttore di scena. Direttore di scena con Ranieri significa che durante lo spettacolo sono sul palco, a lui continuamente collegato in cuffia, per anticipare la scena, la scaletta, aiutarlo nei cambi d’abito… in pratica quando è sul palco sono il suo angelo custode. 

“La produzione si muove con un bilico per i materiali al seguito, cioè backline e regie audio, mentre i musicisti, insieme alla sarta, si muovono con un van a nove posti con un nostro autista; i quattro tecnici viaggiano invece con un altro furgoncino.

“È un tour lungo – continua Andrea – perché il pubblico continua a seguirci e darci soddisfazioni. Quest’anno abbiamo già tagliato il traguardo delle cinquecento repliche e ancora abbiamo tante richieste per il futuro.

“In periodi pre-Covid ovviamente eravamo in tour con la produzione completa, mentre in questi due anni abbiamo dovuto fare dei grossi sacrifici per poter tornare sul palco. Quando è iniziata la pandemia, Massimo mi ha convocato dicendomi che lui comunque voleva ugualmente andare in tour, perché la sua vita è il palcoscenico. Mi ha quindi chiesto di ripensare alla produzione, lasciando a casa tutto quello che si poteva, appoggiandosi il più possibile ai servizi sul posto. Ha voluto comunque portare con sé tutti i tecnici e i musicisti dello spettacolo originale, che reputa la sua famiglia, mantenendo gli stessi compensi, sacrificando parte del suo cachet e dando la possibilità anche ai promoter di poter acquistare più facilmente lo spettacolo. Tutto questo è stato possibile perché Massimo ha una sua agenzia, si gestisce da solo e non dipende da nessuno.

“Al momento purtroppo nessuno ha le idee chiare su cosa ci riserverà il futuro: stiamo tutti alla finestra ad aspettare. Vorremo tanto continuare il tour anche al chiuso, nei teatri, e le richieste ci sono, ma con le regole di oggi, con la capienza massima al 25%, non è davvero possibile programmare alcuno spettacolo; se però cambia qualcosa noi siamo pronti. 

“Al momento – aggiunge Andrea – abbiamo in cartellone gli spettacoli dalla primavera dell’anno prossimo in poi, mentre per questo inverno staremo davanti alla TV sperando che ci arrivi qualche buona notizia”.

Giuliano Bailetti – Sound engineer

“Lavoro con Massimo dal 2007 – racconta Giuliano – e quest’estate ci siamo ritrovati a ricostruire tutto il set-up in Agorà, perché parecchie persone o hanno cambiato lavoro o sono andate a lavorare molto lontano; anche i materiali erano stati sparpagliati dove necessario. Siamo quindi partiti dal mixer per poi trovare il fonico di palco, visto che il precedente sta lavorando all’Expo di Dubai. Abbiamo rimodulato il set-up a 48 canali, rispetto ai precedenti 64 su DiGiCo, scegliendo console Digidesign, più conosciute dalla maggior parte dei fonici. Nei 48 canali siamo riusciti a mettere anche i radio, oltre ai sei bravissimi musicisti.

“Lo spettacolo è totalmente live, non abbiamo alcuna sequenza, solo un click per le partenze. Massimo canta con uno Shure con capsula SM58, ma usa anche un archetto HSP4 Sennheiser per i parlati e in parte anche per alcuni cantati. Quindi bisogna seguire questi due canali, anche se l’artista sa gestirli benissimo da solo. Quest’archetto ha una parte flessibile fra la meccanica e la capsula, così Massimo può spostarla da solo quando canta con il gelato. Su entrambi i microfoni uso due D2 XTA per uniformare l’espressione delle due capsule. Poi PCM91 per gli ambienti e altri due reverberi per batteria e sax. Tutte le outboard sono comunque connesse in digitale. Ho poi alcuni plug-in, ma pochi. Un L/R digitale entra nel mio Galileo Galaxy dal quale invio il segnale agli impianti che trovo su piazza, cercando di ottenere il suono che mi serve.

“ Sul palco – continua Giuliano – Massimo usa per il monitoraggio uno IEM con auricolari Shure SE535 e spesso da un solo orecchio. Nei piccoli side mettiamo solo ritmiche e pianoforte, senza voce, solo per cancellare il ritorno del PA. 

“L’artista conduce uno spettacolo molto teatrale, ogni sera cambia qualcosa; più che la scaletta cambia la dinamica, l’emotività, la durata delle introduzioni… insomma non ci annoiamo mai, c’è sempre una bella tensione creativa, Massimo porta il teatro in piazze enormi, riusciamo ad avere momenti di dinamica bassissima, in cui magari recita delle poesie.

“Ci portiamo dietro, oltre agli strumenti, alcune pedane e le regie audio. L’impianto PA che troviamo sul posto normalmente è buono, anche perché il pubblico di Ranieri non richiede volumi esasperati. Questa è l’estate del dB Technologies VIO, ne ho trovati diversi nuovissimi, appena acquistati. Oggi abbiamo un ottimo Nexo e capita anche L-Acoustics. Ormai è difficile trovare impianti non all’altezza e anche il livello dei tecnici è molto migliorato.

“Il tour ha in questa fase 25 date, ma tutto è sempre con molta incertezza, con tanti chilometri e tanti back-to-back. Abbiamo anche suonato sul Monviso a 2100 metri di altitudine.

“Devo pubblicamente spezzare una lancia per Agorà – aggiunge Giuliano – Wolfango ha difeso tantissimo il suo personale, ad esempio la mia paga solita non è stata toccata affatto, nonostante si lavori ovviamente con ben altri budget, un grande segno di riconoscenza reciproco. Siamo quattro tecnici audio, compresi i backliner Valerio Candida – da domani sostituito da Simone Palenga – e Alessandro ‘Paro’ Angelo, prestato dal PA al backline che ci dà una grandissima mano. Maurizio Fabbretti è alle luci”.

Riccardo Dondi – Fonico di palco

“Io mi concentro soprattutto sull’ascolto di Massimo – spiega Riccardo – perché per i musicisti usiamo i Roland M48, in cui mando una serie di canali che poi loro gestiscono nei loro IEM. Ci sono solo un paio di side di supporto, ma in prevalenza il monitoraggio è IEM.

“I radiomicrofoni sono Shure, mentre gli IEM sono Sehhneiser. Io uso un Profile come in sala, ho delle schede MADI sul banco per gestire gli input degli M48, un paio di effetti outboard giusto per dare un po’ di riverbero nelle cuffie e alla voce dell’artista. Massimo chiede poche cose, ma bisogna essere abbastanza precisi e seguirlo con attenzione durante lo show”.

Maurizio Fabbretti – Regia luci

“Lavoro con Massimo da 15 anni – racconta Mauizio –. Vengo dal teatro e adesso sono in pensione, ma per me lavorare con Ranieri è bellissimo, quindi continuo a seguirlo. Questo è certo un tour molto particolare, perché non ho i nostri materiali al seguito, nemmeno la console, quindi bisogna fare con quello che trovo, dai Robe ai Giotto 400.

“Già lo scorso anno siamo usciti così, quindi mi sono organizzato ‘alla vecchia’: ho eliminato gobos e fondali scegliendo la via più semplice. Faccio un controluce e un frontale per ogni musicista, per Massimo aggiungo due tagli e un seguipersona, obbligatorio, poi 12 wash a LED che mi fanno l’ambientazione. Lavoro con tre americane, in modo da avere i frontali e i controluce sia per la prima linea sia per i musicisti più indietro. Ho anche dei wash a LED frontali, quattro nella seconda americana e sei nella terza, per fare controluce e bianco su tutto il palco.

“Oggi ho messo le mani sulla console Jands residente alle 14:00: ho fatto un gruppo generale, poi tutti i gruppi per controluce e per frontali e poi tutto il piazzato insieme (smarmelliamo!).

“Oggi ad esempio non ho i wash frontali – continua Maurizio – ma ho dei 2500 a incandescenza che posso usare solo col bianco per non sporcare tutto. Lavoro insomma alla vecchia, con le memorie, seguendo lo show minuto per minuto come se fosse in teatro. Qui ho fatto 120 memorie, ma senza vedere la luce, mi baso sulla mia esperienza, sapendo come mescolare i colori… ogni volta è una tarantella nuova, alla mia età ancora mi diverto. Anche portando la console al seguito non avrei risolto molto, perché cambiando continuamente i corpi illuminanti cambiano anche tutti i parametri di controllo, e la cosa è addirittura più rischiosa se non si ha il tempo di rimodulare tutto.

“Certo manca l’effettistica, mancano i gobos, i sipari, i fondali… ma conosco molto bene le atmosfere che vuole Massimo e riesco a ricrearle anche in questa situazione. La cosa veramente importante è la pulizia e mettere in evidenza il lavoro di Massimo, a cui basta poco per emergere. I blinder, ad esempio, li uso solo all’inizio dello show, li riaccendo solo dopo i due bis finali: sono gli unici momenti in cui Massimo vuole che io illumini il pubblico. Poi guido anche l’operatore del seguipersona che ovviamente non conosce lo spettacolo e deve essere seguito. Altra cosa obbligatoria sono due macchie del fumo.

“Devo dire – conclude Maurizio – che all’ottanta per cento ho trovato tutto quanto necessario, ma quando sono capitate situazioni difficili è intervenuto con successo il direttore di produzione. Alla fine bisogna sempre capire che non siamo noi gli artisti, ma che siamo al servizio dello show; se vogliamo proporre qualcosa di nostro bisogna sempre farlo in maniera discreta e intelligente”.

Giacomo Balducci – Responsabile audio Back Stage

“Abbiamo montato un PA Nexo, nove sistemi STM per lato più 12 sub sotto il palco in configurazione cardiode, il tutto pilotato dai finali della serie NXAMP.

“In regia abbiamo un Newton Outline e ci allacciamo al palco tramite una rete Dante. Il Newton ci facilita molto il lavoro, perché non ci dobbiamo più preoccupare se il protocollo della produzione che arriva è compatibile o meno con il nostro sistema, che sia MADI, coassiale o ottico, non abbiamo nessun problema: noi attacchiamo, poi è il Newton stesso che si occupa di convertire e allineare il clock”. 

Willy Sintucci – Local promoter

Incontriamo Willy Sintucci di Pulp Concerti che anche quest’anno organizza i concerti all’Arena della Regina di Cattolica, spazio attrezzato per una capienza teorica di oltre cinquemila spettatori. Scambiamo delle opinioni sullo stato di salute di questo settore e su cosa succederà dopo l’estate. 

Nonostante il COVID, hai organizzato un cartellone molto ben nutrito, come mai? 

Ci sono diversi motivi. L’anno scorso, fino al 25 giugno nessuno aveva potuto programmare niente, abbiamo dovuto organizzare la stagione da quella data in poi, quindi non tutti e non tutto era pronto, abbiamo dovuto improvvisare con quello che c’era. In questa stagione, restrizioni a parte, siamo potuti partire prima con la programmazione, sapendo già quello che potevamo e non potevamo fare, green pass a parte. Negli anni passati organizzavo concerti per tutta la Riviera, da Cattolica a Ravenna, mentre quest’anno, in accordo con il Comune di Cattolica, abbiamo cercato di concentrare il più possibile gli spettacoli all’Arena della Regina. 

Come siete riusciti a far tornare i conti con una capienza di poco più di mille persone?

A cominciare dagli artisti, fino alle agenzie e ai servizi, tutti hanno capito che bisognava cambiare modo di pensare e di lavorare se si voleva tornare a fare degli spettacoli. Iniziando dai servizi: il service Back Stage ha montato infatti in pianta stabile per la stagione estiva un palco importante, con tetto e chiusura laterale, oltre a un impianto audio e luci residente di buon livello. Abbiamo la data con il solo comico, oppure l’artista con il gruppo ma senza produzione a cui occorre fornire tutto il materiale, oppure c’è la data con la mezza produzione a cui mettiamo a disposizione solo l’assistenza. Ottimizzando tutte queste esigenze, e con un bel lavoro con i fornitori, siamo riusciti a far tornare i conti. Tutto sommato ti devo dire che è una formula che funziona: questa stagione non abbiamo visto le produzioni con grandi schermi ed effetti speciali, ma concerti molto minimali dove il pubblico si concentra solo sull’artista e la sua musica e non viene distratto da nient’altro. È un ritornare alle origini che molti apprezzano.

In questi giorni è entrata in vigore la regola del green pass, obbligatorio anche per i concerti all’aperto: come funziona e che reazioni hai avuto?

Su questo green pass ho qualcosa da ridire. Non metto in dubbio che sia un deterrente per i no-vax, una mossa per convincere molte più persone a fare il vaccino, ma come al solito il nostro settore è rimasto nel dimenticatoio. Hanno pensato a bar, ristoranti, palestre, musei, al personale che lavora con il pubblico e tanti altri settori, ma a noi non hanno proprio pensato. Ci hanno obbligati a controllare che gli spettatori siano muniti di green pass e di chiedere un documento: ma chi sono io per chiedere un documento? Che poteri ho? E chi non è munito di green pass o non vuole mostrarmi i documenti? Lo devo respingere senza rimborsagli il biglietto.

Perché senza rimborso? In fondo non gli dai un servizio che lui ha pagato?

La tua osservazione è lecita e ha una sua logica. Ma facciamo l’esempio del concerto di Ranieri di questa sera: l’accordo con l’artista è stato fatto diversi mesi fa e i biglietti si sono iniziati a vendere tempo fa, quando di green pass nessuno ne parlava. Se questa sera su mille persone che si presentano alla porta con regolare biglietto una metà non ha i documenti in regola per poter entrare nell’Arena, cosa faccio? Vado dall’artista e gli dico “mi dispiace, ma ho dovuto rimborsare il 50% dei biglietti, quindi il cachet te lo riduco del 50%?”. Oppure, ancora peggio, li devo rimettere io? Io non ho nessuna colpa per trovarmi in questa situazione, la mia è un’azienda che deve produrre reddito, ho delle responsabilità verso dipendenti, fornitori e collaboratori, non è mica una Onlus.

Detto ciò, hai programmato qualcosa per la stagione invernale?

Al momento non ho nessun programma, voglio vedere come si sviluppa la pandemia, che regole arriveranno dal Governo, altrimenti da ottobre chiuderò l’ufficio e se ne riparlerà la primavera prossima. Magari mi prendo anche qualche giorno di vacanza!


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