Teknosign – Sum Adjust Pro
Il sommatore analogico di alta qualità che parla italiano.
di Giancarlo Messina
Non scopriamo certo noi che uno dei punti deboli nell’utilizzo delle console digitali, anche quelle più professionali, è nella somma dei segnali dei canali sul master che, per quanto ampia, è numericamente limitata.
Mi viene quasi da sorridere, ovviamente col dovuto rispetto, pensando a qualche anno fa, esattamente il 2007, quando quel pazzo del mio amico Marco si inventò l’utilizzo di un Midas XL4 come sommatore per il suo mixer DiGiCo D5! Il risultato era magnifico, la praticità decisamente meno. Non era inoltre un modello propriamente facile da seguire, perché pochi fonici hanno la possibilità di portarsi dietro un XL4, oltre al mixer FoH principale, per puro diletto.
E qui arriva il sommatore analogico, macchina decisamente più pratica, e più precisa, che spesso può aiutare ad ottenere un sound più rotondo ed emozionante.
Ne esistono diversi modelli sul mercato internazionale, alcuni dei quali molto diffusi e prestigiosi; ma decisamente il prodotto italiano non ha nulla da invidiare a nessuno di questi.
Sum Adjust Pro di Teknosign è un prodotto che abbiamo imparato a conoscere durante le nostre scorribande nei più importanti concerti italiani; il pioniere in un grande evento è stato Alberto “Mente” Butturini, tre o quattro anni addietro, mentre ultimamente abbiamo visto e ascoltato la macchina spezzina impiegata da Andrea Corsellini nel grande concerto di Modena Park e nel tour estivo di Vasco Rossi, ed anche i Negrita hanno recentemente adottato con grande soddisfazione questa tecnologia.
Teknosign ha differenziato l’offerta, per rivolgersi un po’ a tutte le esigenze e ovviamente a tutte le tasche, guardando sia al live, sia al mondo degli studi di registrazione. Noi parliamo qui del modello di punta, che è stato tra l’altro oggetto di recenti aggiornamenti anche grazie ai suggerimenti degli utilizzatori.
La macchina di per sé è molto facile da descrivere, si potrebbe semplicemente definire un mixer analogico a controllo digitale in rack. Quello che lo fa eccellere è l’estrema qualità, in grado di conferire al mix calore e aggiungere dinamica... o, più correttamente, a non toglierne!
Normalmente viene usato inviando ai suoi 16 canali gli stem mixati dal fonico, che poi vengono sommati per uscire dai tre bus master per andare al PA o dove altro serve.
L’evoluzione del prodotto ha visto un miglioramento importante con l’aggiunta dei VU meter, anche sui master, e di un display per visualizzare l’attenuazione in dB.
Riassumendo, Sum Adjust Pro ha tre uscite master, 16 ingressi XLR, due ingressi Tascam DB25, un ingresso aggiuntivo per collegare in cascata più unità, un insert su ogni canale e un send/return sul master A (con relativo tasto di inserimento).
È stata anche implementata una funzione “Lock” per evitare modifiche involontarie in situazioni live.
Tutti i parametri possono anche essere memorizzati e richiamati grazie alle 16 memorie interne.
Tutte qui le caratteristiche salienti. Chiediamo allora al suo progettista, Claudio Furno, a cosa è dovuto il successo di questa macchina e da dove arriva.
“L’idea è nata nel 1992 come mixer analogico a controllo digitale – ci spiega Claudio – e si è poi evoluta nel mixer Sound Engineer a marchio General Music. Insieme a Riccardo Angeletti, di Teknosign, abbiamo successivamente deciso di sviluppare ulteriormente il progetto sulla strada della qualità. Infatti le due caratteristiche del prodotto sono il controllo digitale e la qualità altissima delle prestazioni audio. Ad esempio usiamo una commutazione a relè proprio per non avere i noti problemi dovuti ad altri componenti elettronici, come i VCA.
“I mixer sono ormai quasi tutti digitali, tecnologia fantastica ma col piccolo problema che quando si va in somma il segnale rimane un po’ strozzato; per questo l’idea di mixare i bus in analogico ha avuto un buon successo anche nel live, già con l’ultimo concerto di Ligabue a Campovolo, grazie ad Alberto Butturini.
“Sul mercato mancava un sommatore ad alti livelli dotato di total recall che potesse lavorare anche senza plug-in; infatti il nostro è controllabile sia dal plug-in sia dal pannello frontale. Una delle chiavi del successo è quella di avere le attenuazioni in ingresso disponibili sul sommatore, perché così è possibile far lavorare i circuiti digitali con la massima dinamica possibile, andando poi ad attenuare in analogico i livelli degli stem prima di andare al circuito sommatore vero e proprio.
“Questo fa la differenza rispetto a prodotti di altri marchi che invece hanno un’attenuazione fissa. Sul modello Pro abbiamo poi aggiunto anche i VU meter, gli insert per ogni canale e altri due master; ovviamente tutti i parametri sono memorizzabili, pur mantenendo tutto in analogico. Sia nel live che in studio, i fonici usano il sommatore Sum Adjust Pro per mixare gli stem e dare molta più aria al risultato finale.
“Cosa significa qualità? Si tratta di tanti piccoli elementi curati nel dettaglio che messi insieme creano il risultato, come in una macchina di Formula Uno. Lo scopo principale è quello di non degradare il segnale. Da qui la scelta di attenuatori a relè che vanno a commutare dei resistori ad alta qualità per eseguire le attenuazioni; infine lo stadio di somma ovviamente è attivo, ma curato in maniera maniacale; ad esempio tantissima attenzione è stata data all’alimentazione, con alimentatori completamente lineari, senza componenti switching, proprio per non introdurre frequenze non volute, cosa che accade anche in prodotti rinomati, alimentati con un alimentatore di basso livello. Nell’audio l’alimentazione è fondamentale: idealmente bisognerebbe alimentare tutto con delle batterie da auto che non hanno ripple. Inoltre non abbiamo lesinato sulle parti meccaniche, basti pensare che le manopole sono realizzate al tornio!
“Certo la qualità eccelsa poi bisogna farla pagare – conclude Claudio – e questo ovviamente limita verso l’alto il nostro mercato, ma pensiamo sia giusto così”.
Diamo allora voce ad un utilizzatore di primo piano: Andrea Corsellini, che ha utilizzato Sum Adjust Pro sia nel mega evento di Modena Park sia nel più recente tour estivo di Vasco Rossi.
“È una macchina ottima per determinati generi musicali: se si fa del pop forse non è indispensabile, ma per altri generi che richiedono grane grosse e colorate è perfetta. Fra l’altro il modello Pro si è evoluto anche grazie ad alcuni miei consigli, con l’aggiunta ad esempio dei VU meter e del PFL sui canali.
“Quando si mixa con questo sommatore, sembra di avere sottomano un mixer analogico, e soprattutto in alcuni momenti più emozionali è una cosa molto importante; si ottiene una dinamica diversa, non serve stare sempre attenti ai livelli come nel mix digitale... chi fa il fonico capisce cosa voglio dire: sembra insomma di lavorare in modalità analogica.
“Io col Pro non uso plug-in, controllo tutto esternamente dal pannello della macchina, anche se nel live poi delle sedici memorie ne serve una sola.
“Nel caso di Vasco organizzo gli stem per musicisti; ho anche provato a sommare la batteria singolarmente con i gruppi di uscita, però alla fine non cambiava niente, il vero vantaggio era dato dalla somma finale della batteria con gli altri stem.
“Ho anche, per sicurezza, il mix della console digitale che va sul PA e con un tasto posso selezionare un master o l’altro: abbiamo sempre riscontrato delle belle differenze fra le due somme, anche perché su PA enormi come quello di Vasco una pagliuzza diventa una trave! Insomma non è che io abbia una preferenza per il digitale o l’analogico, ma per certi generi questa macchina dà veramente grandi risultati.
“Io la uso mettendo a 0 il livello di ingresso di ciascun canale del sommatore e poi regolando il master dello stesso, stabilendo così il volume della somma in perfetta corrispondenza con il livello prodotto dall’uscita digitale; in questo modo ottengo un suono perfettamente coerente e molto trasparente”.
Noi, come ascoltatori, non possiamo che confermare gli ottimi risultati di questo Teknosign Sum Adjust Pro e, con orgoglio italiano, ci piacerebbe si affermasse ancora di più a livello internazionale.
L’unico consiglio che ci permettiamo di dare a Teknosign è forse quello di prestare più cura alla comunicazione, al sito internet – ad esempio aggiornando e migliorando le foto –, all’ufficio stampa... perché anche il successo di un prodotto, proprio come ci ha detto lo stesso Furno a proposito della qualità, è dato dall’attenzione a tanti piccoli dettagli e alla loro cura.
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