Sound-Elite Forum - Il mestiere del sound engineer
Opinioni, impostazioni e scelte tecniche di alcuni dei fonici di punta italiani. Terza e ultima parte.
di Giancarlo Messina
Il nostro forum è giunto al termine. Alcuni dei fonici italiani più quotati hanno risposto alle nostre domande e, speriamo, dato indirettamente preziosi consigli a molti.
Se qualche lettore ha delle domande interessanti da rivolgere loro può inviarle in redazione (redazione@soundlite.it) e valuteremo se continuare questa rubrica che ha già avuto molto seguito.
A noi non resta che ringraziare questi professionisti per la loro disponibilità, augurandoci di ritrovarli al più presto in quello che è il loro posto, cioè dietro ad una console in uno stadio affollato e non dietro lo schermo di un PC!
Ma con quale domanda si poteva chiudere questo confronto? Ne abbiamo scelta una ovviamente legata alla musica, ma meno tecnica e più indirizzata all’aspetto emozionale, perché non scordiamoci mai che il mestiere del fonico è proprio quello di mettere la tecnica al servizio della musica e delle emozioni. Perché lo spettatore finale non saprà mai quale console stai usando, quanto stai comprimendo il basso o quale outboard esoterica stai utilizzando sulla voce: istintivamente capirà se stai facendo un buon lavoro proprio dall’emozione che la musica farà nascere in lui.
E allora ecco i nostri eccellenti fonici trasformarsi nel loro target: il normale pubblico.
I nostri sound engineer
Sandro “Amek” Ferrari: emiliano, la sua carta d’identità dice che inizia a essere un veterano del mestiere. Ha collaborato lungo la sua importante carriera con artisti di primo piano come Battiato e Ligabue e da diversi anni segue in ogni aspetto tecnico audio i suoi “nipotini salentini”, i Negramaro. Molto noto il sodalizio col socio Vanis e il loro celebre studio mobile WhiteMobile.
Alberto “Mente” Butturini: veneto DOC, il suo motto “È un calvario!” è ormai un punto fermo della fonia italiana. Può vantare una prestigiosissima carriera al fianco dei più grandi artisti italiani: fra tutti citiamo il miglior Pino Daniele e Claudio Baglioni; tuttora collabora in tour di primo piano con Luciano Ligabue e Marco Mengoni.
Andrea “Kors” Corsellini: toscano, anzi… fiorentino, da una ventina d’anni è dietro le console di eventi e tour importantissimi, collaborando con Tiziano Ferro, Negrita e Gianna Nannini. Attualmente è il fonico di fiducia di Vasco Rossi ed Eros Ramazzotti, artisti con cui collabora da parecchi anni.
Marco “Monfo” Monforte: ormai bolognese di adozione, è un “engineer” realmente laureato in ingegneria; arrivato in Italia dal Belgio, si è subito affermato giovanissimo come uno dei migliori professionisti: Elisa e Gianna Nannini sono solo alcuni degli artisti con cui ha collaborato; oggi è il responsabile audio dei progetti di Cesare Cremonini, fonico di Tiziano Ferro e ormai storico sound engineer e responsabile audio di Laura Pausini.
Maurizio Nicotra: dalla Sicilia con poco furore e molto orecchio! Maurizio ha nel suo curriculum collaborazioni prestigiose con artisti come Carmen Consoli, Lorenzo Jovanotti ed Eros Ramazzotti. Attualmente è il fonico di fiducia di Renato Zero e Claudio Baglioni.
Pierfrancesco “Hugo” Tempesta: pugliese, uno dei più giovani della combriccola ma anche uno dei più appassionati al mondo del mixing digitale. Ha collaborato con molti artisti importanti, da Britti a Cremonini; oggi è il fonico di Elisa, Fiorello, Emma e Mario Biondi.
Ultimo quesito
Qual è, da spettatori, il concerto in cui avete goduto di più sotto l’aspetto audio?
Monforte: sicuramente quello di James Taylor a Lucca, insieme ai vari concerti dei Nine Inch Nails, che sono davvero paragonabili a Star Wars! Ovviamente sono due cose molto diverse: un film d’autore e un film d’azione, ma entrambi meravigliosi!
Andrea Corsellini: io dico i Genesis all’Olimpico e i Coldplay a San Siro.
Alberto Butturini: anche io dico James Taylor, sia per il livello musicale sia per la ripresa live allo stato dell’arte assoluto. Poi Jackson Browne visto negli US, ma in quel caso credo che molto dipendesse dalla caratura pazzesca dei musicisti sul palco, perché non bisogna dimenticare che tutto parte da lì!
Hugo Tempesta: il primo evento che ricordo per la sua qualità è stato il concerto di Prince al Palatrussardi, almeno per quei tempi eccezionale. Ma anche io dico i Coldplay a San Siro.
Amek Ferrari: vista la mia veneranda età, mi viene in mente Peter Gabriel a Modena: c’erano il vecchio Turbosound e i banchi analogici, ma così bene non ho mai ascoltato. E poi aggiungerei i Muse a Bologna.
Maurizio Nicotra: io a dire il vero un concerto che proprio mi ha sconvolto non ce l’ho… l’unico risale forse ai miei 15 anni: era un concerto dei Pooh, negli anni ‘80, era uno dei primi a cui assistevo e mi ha davvero colpito molto.
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