Nicola Manuel Tallino - Lighting designer
Il 2 maggio abbiamo incrociato a Jesolo il tour “worldwide” di Eros Ramazzotti.
Il tour di Eros Ramazzotti è partito dall'Italia e ha assunto un rilievo sempre più internazionale. Intervistiamo i professionisti che hanno lavorato allo spettacolo, portando quelle idee innovative che ne hanno decretato il successo.
Nicola, dobbiamo raggiungerti via Skype perché a Jesolo eri assente giustificato, sostituito da Michele Donninelli. Ci racconti il concetto dietro al tuo disegno luci?
Tutto parte dal disegno di Giorgio per il palco. Io ho iniziato a sviluppare delle idee solo quando ho ricevuto il disegno, la scaletta e il concept dello spettacolo, idee che poi sono state rifinite durante le riunioni di produzione fatte prima della partenza. Il video ha una grande importanza in questo spettacolo, e perciò era sbagliato contrapporsi e provare a combatterlo: ho preso la strada opposta, cercando di nascondere il più possibile i fari, di esaltare lo schermo nei momenti più intensi e di creare dei disegni più spettacolari in momenti in cui il video non fosse predominante. Poi ci sono dei momenti particolari in cui si gioca con il giusto mix tra le luci e lo schermo semitrasparente, che viene letteralmente trafitto con gli effetti luminosi.
Questo è uno dei tuoi primi lavori importanti, se si parla di disegno luci?
Io nasco come operatore luci, e in passato ho fatto tanti piccoli allestimenti. Questo è il primo lavoro importante che mi viene affidato, e spero di non aver deluso le aspettative. Oltre al disegno luci seguo il tour anche come operatore, anche se purtroppo a Jesolo, per impegni famigliari, mi sono dovuto fare sostituire.
Che tipo di materiale hai messo in campo?
Ho messo in campo un sistema ibrido, tra fari a LED e fari spot con lampada tradizionale. Come beam ho usato Claypaky Mythos, che con la sua lampada da 440 W permette una grande potenza, e nell’estate del 2022 non aveva proiettori LED veramente competitivi. Stessa cosa vale per la console: ho optato per la grandMA 3 in versione due perché all’inizio dell’allestimento era l’unica release affidabile, e per le nostre esigenze era più che sufficiente. Se dovessi iniziare oggi un nuovo allestimento sicuramente studierei meglio la nuova versione, di cui tutti parlano molto bene. Poi, se vogliamo parlare di novità, mi piacciono molto i blinder Chauvet Strike 1 e gli Ayrton Magic Panel, settati anche in versione mapping, per quei momenti in cui serve un’estensione del video.
Sono orgoglioso del risultato raggiunto, e vorrei aggiungere una piccola annotazione che sicuramente vi farà piacere: le luci usate nel brano “Terra promessa” sono un omaggio a Pepi Morgia, ovvero colui mi ha insegnato le basi di questo lavoro, basi sia artistiche sia di “sopravvivenza”. Lo considero il mio mentore: nei suoi disegni erano sempre presenti delle barre ACL o PAR con le gelatine 201 e 204 alternate, per avere luce calda e fredda a contrasto; nel brano in questione ho riprodotto lo stesso effetto proprio per ricordare Pepi.