Music Italy Show - Il canto del cigno

A Bologna dal 14 al 16 giugno: un successo rispetto alle aspettative, ma ben al di sotto della soglia minima di quello che dovrebbe essere una manifestazione che si rispetti.

Pensiamo che ormai anche le fiere, tolte quelle di cartello, abbiano dato quello che dovevano: SIB, Disma e compagnia bella non hanno più niente da dire. Forse è davvero arrivato il momento di cambiarle e di ripensare certi meccanismi. Il mondo della produzione, i mercati, la comunicazione... insomma tutto il mondo del B2B va sicuramente ripensato.
Quest’anno il Music Italy Show è stato legato al JamBO che si è svolto nello stesso spazio fieristico - ma con un ingresso separato -, una manifestazione molto ben promossa su tutti i media nazionali, comprese le TV, che ha visto un’ottima affluenza nei tre giorni con ben 40.000 visitatori.

Nonostante questa furbesca accoppiata, Music Italy Show non ha certo avuto il successo che si sarebbe meritata, visto che i pochi stand coprivano a malapena due dei padiglioni più piccoli della grande Fiera di Bologna e rappresentavano solo alcune delle principali  aziende di settore: Mogar, Casale Bauer, Sisme, Yamaha, Aramini, Eko e diversi altri stand minori. Non che siano mancate le iniziative di contorno: all’esterno dei padiglioni sono stati organizzati tre palchi per la musica dal vivo, compresa un’esibizione di Luciano Ligabue che aveva dato appuntamento proprio lì a tutti gli iscritti al fan club per un concerto esclusivo.

Nel settore musicale come in quello professionale, da ormai cinque o sei anni si continuano ad organizzare fiere ed esposizioni con risultati sempre piuttosto scadenti, col risultato che la maggior parte del pubblico dà e darà sempre meno credibilità alle classiche “fiere”, per quanto possano essere organizzate in maniera impeccabile.

Insomma è decisamente tempo di tracciare altre rotte... chi lo fa per mestiere ci pensi.

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