La Regina di ghiaccio - Il Musical

Dopo le repliche romane, la produzione in tour nei teatri italiani.

di Alfio Morelli

Prodotto da Alessandro Longobardi per Viola Produzioni e Teatro Brancaccio, La Regina di Ghiaccio è un musical liberamente ispirato alla Turandot di Giacomo Puccini, con Lorella Cuccarini nelle vesti della protagonista. Non si tratta di un format, ma di una produzione originale, con i testi di Maurizio Colombi e Giulio Nannini e con le musiche di Davide Magnabosco, Paolo Barillari ed Alex Procacci. Tutto sotto la regia di Maurizio Colombi.
Insomma un team tutto italiano per questo ottimo spettacolo che noi abbiamo visto a Bologna, all’EuropAuditorium, nella versione adattata per il tour, quindi ridimensionata rispetto a quella romana residente.
Lo spettacolo a noi è piaciuto molto, soprattutto per l’adattamento della storia, resa credibile e toccante anche in questa versione: d’altra parte Colombi, già alla prova con Rapunzel e Peter Pan, è senza meno uno dei migliori registi di musical nel panorama italiano.
Bravi gli interpreti, brava la Cuccarini, ma questo ormai non ci meraviglia di certo, bella la messa in scena. Una storia che risulta alla fine intrigante per grandi e piccini, con più di una strizzata d’occhio anche agli amanti della tradizione pucciniana. Insomma uno spettacolo che entusiasma e coinvolge anche l’abbonato meno motivato.
Volendo proprio trovare il pelo nell’uovo, noi abbiamo avvertito la mancanza di un secondo videoproiettore che avrebbe reso le belle scenografie virtuali più vive e nitide, e forse avremmo preferito un disegno luci un po’ più teatrale, quindi meno colorato e con meno movimenti; ma ci troviamo, in questo ultimo caso, di fronte a precise scelte stilistiche che, crediamo, abbiano lo scopo di rendere più pop e televisivo lo spettacolo, a vantaggio degli spettatori più giovani.
Per illustrare l’organizzazione tecnica dello show, abbiamo intervistato gli addetti ai lavori.

 
Andrea Manara, produzione

Andrea Manara – Produzione

“La produzione è nata lo scorso anno – racconta Andrea – per volontà di Alessandro Longobardi, direttore di Viola Produzioni, nonché direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma. Lo stesso aveva già realizzato la produzione di Rapunzel, sempre con Lorella Cuccarini, Sister Act, Aggiungi un posto a tavola... Insomma c’è una nuova idea del teatro, visto non più solo come un luogo che ospita spettacoli, ma come una realtà capace di costruire la propria identità come produttore di spettacoli.
“Il direttore di produzione dello staff è Carlo Buttò, ex-socio di Planet Music, e la regia è affidata a Maurizio Colombi.
“L’idea – spiega Andrea – è quella di affrontare il mondo della lirica, visto che l’opera si rifà alla Turandot di Puccini, creando però uno spettacolo che si rivolge ad un pubblico più ampio, come il musical, inserendo personaggi con caratteristiche comiche o di facile lettura, rendendolo quasi un family show, uno spettacolo molto fruibile da più persone. Non a caso nasce appunto dall’esperienza di Rapunzel, un classico adattato per grandi e piccini.
“Oltre a Roma, siamo stati a Senigallia, Milano, Genova e Bologna, saremo ancora a Reggio Emilia, Firenze, Torino, Bari, Catania: quattro mesi e mezza di tournée molto interessante e con un ottimo riscontro, soprattutto per la protagonista che è davvero molto amata ed ha grande seguito.
“Ovviamente – continua Andrea – per andare in tour la produzione è stata un po’ snellita, perché per gli spazi, le economie ed i tempi disponibili sarebbe impossibile riproporla come a Roma.
“Parliamo, comunque, di una produzione che viaggia su due bilici, con 40 persone al seguito, quindi con costi già notevoli; in realtà manca solo l’orchestra. Abbiamo bisogno di un giorno di premontaggio, circa 12 ore, dalle 8:00 alle 20:00, poi un altro per il montaggio e lo spettacolo. Facciamo ovviamente anche delle pomeridiane, per andare incontro ai nuclei familiari.
“Le aziende coinvolte – conclude Andrea – sono Suono e Luci di Mura per le forniture tecniche audio e luci, mentre i video sono di M2. Le scenografie sono del Laboratorio scenotecnico Amodio”.

Davide Magnabosco - Direttore musicale

“Oltre che direttore musicale – specifica Davide – sono anche pianista, coautore e arrangiatore delle musiche. Partendo dalla pre-produzione, essendo tre diversi autori, abbiamo lavorato a canali distinti, ed io ho avuto il compito di mettere tutto insieme. Abbiamo registrato gli strumenti veri in studio, lavorando in multitraccia con degli stem, quindi a gruppi, e questo ci permette dal vivo una buona qualità, con la possibilità di intervenire nel mixaggio della serata in base al teatro; ad esempio qui abbiamo una predominanza di basse, così riusciamo ad abbassare un po’ il basso senza intervenire sull’equalizzazione di tutta la base.
“Durante lo show io suono il pianoforte, un Roland FA08 – una nuova tastiera Roland, di qualità non eccelsa ma che sostituisce il vecchio Phantom G8 che ho sempre usato. Inoltre, gestisco con un telecomando il software QLab da cui mando le basi, gli effetti e tutto il resto, così integro il mio piano dal vivo con le basi... un lavoro un po’ complesso ma che rende molto bene”.

 
Emanuele Carlucci, fonico e sound designer

Emanuele Carlucci - Fonico e sound designer

“Il mio compito – spiega Emanuele – è curare il design audio, in collaborazione col regista Colombi e il responsabile musicale. Prima dell’allestimento abbiamo riflettuto sul sound, ed abbiamo deciso per un suono più pop-rock che da commedia musicale.
“Ovviamente ho curato anche tutta l’effettistica, quindi tuoni, effetti sulle voci, suoni vari. I cori sono live all’80%. Il primo allestimento al Brancaccio è stato fatto tutto in surround con 30 diffusori utilizzati per gli effetti, ovviamente molto coinvolgente, mentre in tour siamo con un tradizionale L+R”.
“Il maestro Magnabosco – continua Emanuele – è con me in regia: suona il piano live e manda gli effetti. Diciamo che interagisce e commenta musicalmente lo spettacolo. Tutti i sottofondi musicali infatti sono sempre suonati dal vivo, insieme ai contributi delle basi. Usa un remote Allen&Heath IP8 con cui controlla i lanci da QLab e suona i vari effettini.
“Per la ripresa usiamo dei Sennheiser MKE1, montati su archetti customizzati che portano la capsula molto vicino alla bocca; la capsula omnidirezionale ci aiuta nei recitati, che sono molto puliti e senza l’effetto prossimità della capsula cardioide; essendo vicina alla bocca ci dà anche un’ottima head-room.
“Poi – continua Emanuele – abbiamo i Sennheiser 2000 con 18 o 20 frequenze, con la Cuccarini microfonata doppia. Non c’è monitoraggio IEM, ma la diffusione è fatta da cinque diffusori JBL SRX 712M appesi, con un mix equilibrato di voce e musica. L’impianto è un CODA ViRAY, 2 x 8” mono amplificato con crossover interno; abbiamo 8+8 box, con un centrale di copertura per le prime file TiRAY: un piccolo impiantino che con soli quattro box fa quello che deve fare, cioè centrare l’immagine sonora e coprire il buco degli impianti appesi. Per i front-fill uso di solito due HOPS e due sub con doppio 18” con sistema ‘sense’, molto stoppati e fermi, tutto CODA.
“I finali sono Linus – aggiunge Emanuele – sempre CODA. Uso un Galileo in analogico per gestire l’impianto e il monitoraggio, con sei ingressi e dieci uscite. Il banco è un Allen&Heath dLive con cui mi trovo molto bene: lavora a 96 kHz ed ha molte features. Anche la programmazione è molto elaborata, cosa che nel musical si usa tantissimo. Io uso una console modello S5000, versione intermedia, poi c’è la S7000 che è più grossa.
QLab manda in player delle cue multitraccia, composte da 24 canali più l’effettistica; viaggia tutto in Dante, con due schede nelle slot del banco collegate a due MiniMac, uno spare dell’altro, che lavorano insieme perfettamente allineati. Poi c’è anche la possibilità di fare un virtual sound-check con Reaper”.

 
Mario Borghesi, operatore luci

Mario Borghesi – Operatore luci

“Il design luci – ci dice Mario – è di Alessio De Simone di Genova. L’impianto che portiamo in tour è ovviamente ridotto rispetto al disegno originale; abbiamo 10 DL4S e quattro BMFL di Robe, dei washLED e quattro DTS Raptor. I tagli e il fronte sono fatti con degli ETC Source Four, inoltre ho degli Arri da 600 per illuminare la struttura sul praticabile.
“È un disegno più rock che teatrale, anche se l’idea di fondo era quella di creare il freddo intorno alla protagonista e il caldo intorno al protagonista maschile, facendo notare come anche lei alla fine si riscalda. Il video è molto presente e importante per le scene, così ho dovuto cercare di non sporcare le immagini, soprattutto con i riflessi dal pavimento che è lucido.
“Lavoro con una grandMA1 Light –conclude Mario – gran bella macchina, che un collega ha programmato in fase di ripresa. C’è anche parecchia effettistica con macchine da neve, ventole, fumo basso, fumo in sala... Insomma un vero e proprio show”.

 
Alessandro Innaro, operatore Video

Alessandro Innaro - Operatore Video

“Sono stato chiamato pochi giorni prima del debutto – spiega Alessandro – perché c’erano dei problemi con Watchout, da là mi hanno chiesto di andare in tournée. Le animazioni infatti non sono mie ma di Marco Schiavoni, io sostanzialmente ho il compito di fare una buona mappatura e far andar bene tutto il sistema. Utilizzo Watchout 5, con tre videopriettori: due NEC 10k laser in prima americana ed un 20K Christie.
“Con i due in prima americana, proietto sul fondale della scenografia, totalmente monocromatica scura, mentre col Christie proietto su un boccascena, per dare più profondità, e inoltre mando degli effetti speciali: una mappatura su un vestito, una tendina in cui le streghe il sole e la luna diventano un cartone animato stile giapponese; poi c’è l’effetto principale dello spettacolo, il melo che detta gli indovinelli a Lorella... che noi appunti facciamo vivere coi video.
“Tutto sommato – continua Alessandro – quello video è un lavoro piuttosto statico, certamente sarebbe stato possibile rendere di più la magia della storia e del palco sfruttando maggiormente le possibilità del mapping. Inoltre c’è molto fumo e la superficie di proiezione è molto ampia, quindi occorre una buona potenza per valorizzare le proiezioni. Coi proiettori laser sto iniziando a prendere la mano: oggi ho un muletto che sto settando per inserirlo in scena nelle prossime date, stasera purtroppo lavoreremo soltanto con uno, perché l’altro si è rotto e non è così immediato iniziare a lavorare con la nuova macchina.
“Non ci sono movimentazioni scenografiche meccanizzate, ci sono i classici macchinisti che spostano fisicamente le scale e il resto della scenografia: sistema tradizionale sempre valido!
“Il materiale video – conclude Alessandro – è di Emmedue di Attilio Ruggero, un service napoletano che sta lavorando molto con la RAI e farà anche le luci a Sanremo. L’installazione video è piuttosto semplice, così in due tre ore io riesco ad installare tutto, ma per il resto della produzione occorre ovviamente più tempo”.

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