L’Organizzatore Paesaggista – Prima parte
La prima puntata di una rubrica dedicata alla realizzazione di eventi culturali di grande affluenza, proposta da Federica Poggi e Paolo Vettorello – soci dello Studio Sigfrida ed esperti in modelli organizzativi per lo spettacolo.
di Federica Poggi e Paolo Vettorello
Da un incontro con la rivista Sound&Lite è nata l’idea di confrontarsi su queste pagine riguardo ad alcuni temi specifici dello spettacolo, quali la progettazione, la valutazione giuridica, i passaggi amministrativi e la costruzione di reti di soggetti competenti.
Nei prossimi cinque numeri che completeranno quest’anno, insieme cercheremo di proporre una serie di temi utili all’organizzazione di un evento temporaneo complesso partendo dalla nostra esperienza professionale.
Porteremo alcuni casi studio che, pensiamo, possano essere di aiuto ad analizzare i diversi scenari che molti di noi quotidianamente affrontano, spesso con grandi incognite e difficili possibilità di confronto: dalla piazza da concerto agli eventi multi-venue, manifestazioni che si svolgono in aree metropolitane o centri di città, ricchissimi patrimoni della nostra penisola. Approfondiremo l’opportunità di valorizzare il contesto ambientale in cui ci si trova e gli accorgimenti da mettere in campo alla luce delle nuove direttive sulla sicurezza, concentrando la nostra attenzione sulla possibilità di far dialogare gli elementi tangibili che caratterizzano un territorio (come i monumenti e i palazzi) con la produzione intellettuale espressa attraverso gli eventi culturali – considerati da vari approfondimenti e ricerche europee sull’Heritage come punti nodali per lo sviluppo.
Parleremo dei professionisti da coinvolgere e analizzeremo diverse normative nazionali e internazionali, per capire come si destreggiano anche i paesi vicini a noi per comprendere le modalità di azione e l’interpretazione della legge.
Capiremo che, per non farci prendere dal panico pensando alla burocrazia, il primo importante passo è giocare d’anticipo e di strategia: è fondamentale creare connessioni e, a volte, alleanze con i soggetti istituzionali e il territorio, con la consapevolezza di essere – in quanto operatori culturali – una risorsa importante per partecipare all’incremento economico e lavorativo.
Come spesso accade nei lunghi percorsi, ci sono storie ed esperienze molto diverse tra loro che contribuiscono ad arricchire l’esperienza professionale, sia dei singoli sia dell’intero contesto in cui i singoli si muovono. Riteniamo che una buona progettazione/realizzazione e una costante relazione con il territorio siano fondamentali tanto per stimolare nel pubblico una sensibilità più attenta, quanto per strutturare una rete professionale ed economica capace di sostenere – attraverso la promozione e la valorizzazione – lo sviluppo sociale della comunità.
Quando ti trovi in mezzo a migliaia di persone, che come te camminano verso il portone antico di un palazzo e rimangono in fila per ore ad ammirarne i cornicioni e i dettagli, in attesa di entrare ad un evento, oppure ti trovi in mezzo a migliaia di persone che camminano verso un preciso punto in un immenso spazio verde con alberi millenari e prati, allora diventi consapevole di essere parte di un avvenimento, di qualcosa che rimarrà nell’esperienza, nei ricordi e nella storia di quel luogo.
Tutti abbiamo avuto la possibilità di partecipare in prima persona come spettatori a un evento, piccolo, medio o mega che sia; in quel momento ci siamo lasciati trasportare dalla condizione, dalla situazione che eravamo pronti a vivere.
Non sempre però vi è la consapevolezza delle complessità che si nascondono dietro quel dato momento ludico o di approfondimento, dei passaggi che portano a un concerto, a una mostra o a un festival culturale.
Abbiamo avuto l’occasione di crescere professionalmente in una città come Ferrara, Patrimonio Storico dell’Umanità, che essendo vincolata e protetta per le sue ‘bellezze’ architettoniche e artistiche, viene intelligentemente governata con lungimiranza.
Questo ci ha permesso di declinare una formazione umanistica e una in architettura nello sviluppo di un metodo progettuale per la realizzazione di attività temporanee, in cui vi fosse la necessità di collocare strutture complesse e articolate nella delicatezza dei nostri ambienti urbani o di paesaggio.
Iniziamo il racconto.
Storia del Festival Internazionale
Dal 2007 il settimanale Internazionale organizza a Ferrara un festival dedicato al giornalismo in collaborazione con Comune e Provincia, Università degli Studi di Ferrara e Regione Emilia Romagna. Il soggetto attuatore è l’associazione di promozione sociale IF, che funge da general contractor della manifestazione e si occupa di tutta la filiera organizzativa, della produzione e dei contatti quotidiani con le istituzioni.
Tutti gli eventi si svolgono nel centro storico, a pochi metri di distanza gli uni dagli altri: il Castello Estense e il Teatro Comunale Claudio Abbado sono solo due delle più importanti sedi del festival. Tutti gli spazi della manifestazione sono raggiungibili a piedi. Nei luoghi del festival non ci sono barriere architettoniche e all’ingresso le donne incinte e le persone con disabilità hanno la precedenza. L’ingresso agli eventi è gratuito. Alcuni eventi sono tradotti in LIS, lingua italiana dei segni. Dal 2014 il festival di Internazionale a Ferrara è certificato ISO 20121, lo standard internazionale per la certificazione dei sistemi di gestione sostenibile per eventi. La certificazione garantisce, a livello internazionale, che l’evento o un soggetto coinvolto nell’evento operino in maniera sostenibile. Lo standard ISO si applica sia a chi gestisce direttamente l’evento, sia a chi fornisce servizi (catering, pulizie, sicurezza, eccetera) e anche alle location (alberghi, fiere, piattaforme, eccetera).
Tra gli ospiti delle ultime edizioni: Angela Davis, Evgeny Morozov, Zerocalcare, Noam Chomsky, Marjane Satrapi, Jovanotti, Alan Rusbridger, Daria Bignardi, Martin Baron, Gad Lerner, Arundhati Roy e moltissimi altri.
La prima edizione del 2007 fu organizzata all’interno di una unica venue in centro, la multisala Apollo con 1000 posti di capienza. Il festival nei tre giorni registrò un’affluenza di circa 16.000 presenze, una crescita così elevata da richiedere nuove soluzioni per gli anni successivi. Il tentativo di soddisfare la domanda ci portò ad interpretare il centro storico come la scenografia naturale del progetto culturale, prendendo in considerazione nuovi spazi, adattandoli alla tipologia dei diversi eventi, attivando un rapporto dialettico pubblico/privato. Nel 2018, il festival è arrivato a 28 venue tra edifici, teatri, piazze e parchi, registrando un aumento della frequentazione del pubblico dell’ottanta percento e contando 76.000 presenze in tre giorni con 130 incontri, 250 ore di programmazione, 270 ospiti da 40 paesi del mondo.
Leggi le puntate seguenti:
- Parte 2
- Parte 3