L’audio in TV alle Olimpiadi di Rio
Un approfondimento con Massimiliano Salin.
di Giancarlo Messina
Durante il nostro servizio sul lavoro svolto dal service Agorà alle Olimpiadi Rio, abbiamo fugacemente parlato dell’audio ascoltato in TV in occasione delle cerimonie di apertura e chiusura.
Visto che quel lavoro nulla aveva a che fare con Agorà, che aveva invece curato l’impianto luci, abbiamo voluto approfondire l’argomento con Massimiliano Salin, free lance che si è occupato per la RAI di diversi aspetti tecnici relativi proprio all’audio broadcast.
Massimiliano è uno dei sound engineer italiani più conosciuti, ha una lunga esperienza nel live, al fianco di artisti molto noti, ma anche nel campo della convegnistica e delle installazioni; da una decina di anni si è specializzato nel settore broadcast, con incarichi professionali che lo hanno legato soprattutto al marchio di console Lawo in veste di trainer & audio consultant. Nel settore broadcast ha dato il proprio contributo ad eventi di primo piano, dalle finali di Champions, ai Mondiali di calcio agli Eurovision Contest.
Proprio per questo ha lavorato come consulente della RAI per la preparazione del progetto audio per i tre canali RAI alle Olimpiadi di Rio. Dopo la gara d’appalto vinta da Aret, importatore Lawo per l’Italia, Massimiliano è stato incaricato dall’azienda tedesca come trainer per il personale RAI, circa 20 tra tecnici del suono, che avrebbero poi dovuto utilizzare le console, e tecnici video deputati all’integrazione di sistema.
La formazione non era focalizzata solo alle console ma all’intera configurazione del progetto audio, piuttosto complessa, divisa su tre console Mc² 56 per un totale di 250 canali in ingresso a console, molti incroci di matrice e 12 Processori Lawo V_pro8 per lo smistamento e l’embedding audio-video dei 55 feed, 2 MADI con i commenti in ingresso dalle varie venue forniti dall’host broadcaster OBS.
Infine Massimiliano è stato anche incaricato del controllo qualità da OBS, cioè Olympic Broadcasting Services, host broacaster che cura le riprese audio-video di tutte le Olimpiadi.
Cerchiamo quindi di spiegare come funziona il percorso del segnale audio, e quali i suoi punti critici.
In generale per tutte le venue, e specialmente per la Cerimonia di apertura, il segnale viene mixato da un mezzo mobile che effettua le riprese di tutti i microfoni ambientali, ai quali aggiunge la colonna sonora proveniente da eventuali player e da situazioni live con musiche, microfoni per il parlato e contributi vari. Qui viene elaborato un mix denominato “Suono Internazionale” detto anche IS, nel formato multicanale 5.1 e Stereo, in pratica il suono dello stadio durante la cerimonia o evento sportivo, il quale viene poi distribuito indistintamente a tutti i broadcaster senza nessun’altra elaborazione.
I vari broadcaster, compresa la RAI, sommano a questo segnale quello dei commenti che vengono prelevati in locale dalle varie venue e postazioni, e qui iniziano a sorgere i primi punti critici. Infatti tutte le commentary box sono gestite dall’host broadcaster, e le varie televisioni acquistano queste postazioni in base all’interesse allo specifico evento: pallavolo, salto in alto, etc...
Al Suono Internazionale, che arriva nei formati 5.1 e Stereo, uguale per tutti, si aggiungono quindi i segnali delle postazioni cronaca; la RAI, ad esempio, ha commentato la Cerimonia d’apertura con tre postazioni. I feed dei commenti non arrivano però alla RAI come tre feed mono, ma vengono sommati alla pari e spediti in un unico segnale mono. Questo significa che quando parla un commentatore, gli altri due microfoni rimangono accesi, e ovviamente riprendono il suono ambientale di tutto lo stadio, poiché non sono posti in booth isolati acusticamente. Quando il fonico mixa il commento con il Suono Internazionale per il program stereo, anche se lo tratta e lo equalizza al meglio, la somma tra il segnale IS e il rientro nel microfono dei commentatori è difficilmente gestibile. Nel formato 5.1 invece il segnale del commento viene messo solo nel canale centrale, tanto che spegnendo quello si ascolta proprio il mix originale prodotto da OBS.
Il Segnale Internazionale prodotto da OBS ha vari livelli di controllo qualità, atti a coadiuvare il fonico che sta mixando, e nulla viene lasciato al caso: fonici da tutto il mondo con grandissima esperienza nella messa in onda televisiva supervisionano il prodotto, dalla fase alla qualità timbrica data dalla somma di tutte le sorgenti.
Il punto debole è quindi il formato stereo che poi si ascolta a casa, a cui è stato sommato il feed mono a sua volta somma dei microfoni dei commenti.
Alcuni right holders (broadcaster che detengono i diritti di emissione) hanno un modo particolare di gestire questa situazione: i commentatori spiegano prima quello che sta per accadere, poi spengono il feed dei commenti e mandano in onda il solo Suono Internazionale; in RAI invece preferiscono commentare in tempo reale ciò che avviene, quindi i microfoni dei giornalisti sono sempre aperti. Scelte editoriali. L’ideale sarebbe avere dei booth isolati per i giornalisti, ma questo non avviene quasi mai, non dipende dalle singole televisioni ma dall’organizzazione dell’evento.
Insomma questa con Massimiliano è stata una chiacchierata illuminante, grazie alla quale siamo riusciti a spiegarci meglio il perché di un ascolto in TV non sempre proprio impeccabile.
Sono come sempre l’approfondimento e la conoscenza precisa delle situazioni tecniche che permettono di valutare le scelte di regia e di organizzazione, senza prendere di mira, per approssimazione, professionisti che poche responsabilità hanno in certe situazioni.
Noi abbiamo fatto e facciamo tesoro di questo “approccio epistemologico” che, soprattutto in tempi di social network e leoni da tastiera, sarebbe bello diventasse costume diffuso a monte di ogni giudizio.
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