Gradara: l’Assedio al Castello
Anno Domini 1446, l’esercito degli Sforza e dei Montefeltro assedia il castello di Gradara, ai confini fra Romagna e Marche, proprietà di importanza strategica per i Malatesta, signori di Rimini. Con questo cineracconto, l’amministrazione di Gradara ha creato un avvenimento unico nel suo genere, per rivivere la storia del borgo medievale e promuovere il castello di Paolo e Francesca, attirando visitatori da tutta Europa.
La Riviera romagnola non vive soltanto di sole, mare e divertimento, ma anche di cultura. Nell’entroterra di Rimini ci sono tante piccole cittadine piene di storia: Urbino, San Marino, San Leo… e Gradara, denominata la “Capitale del Medioevo”. Come ormai noto, il popolo romagnolo è prolifico di iniziative e ha creato con l’accoglienza un’industria che sostiene l’economia di centinaia di migliaia di famiglie. Anche se Gradara geograficamente appartiene alle Marche, come mentalità è molto romagnola. Non a caso gli amministratori di Gradara già da qualche anno organizzano questa rappresentazione storica dell’assedio al castello. I nostri lettori più attenti, e affezionati, ricorderanno che ci eravamo già occupati di una manifestazione simile nel 2001, con il cinespettacolo La storia Bandita, nel Parco della Grancia, in Basilicata. Anche qui a Gradara le cose sono fatte davvero per bene, con un’attenta ricostruzione storica e filologica, arricchita da uno spettacolo piro-musicale veramente di qualità.
L’evento viene organizzato in una vallata ai piedi del castello, spazio che si presta meravigliosamente al cineracconto, perché si tratta di due pendii che si specchiano l’uno di fronte all’altro: una parte viene utilizzata come un palcoscenico naturale di qualche migliaio di metri quadrati, in cui si svolge la rappresentazione, dall’altra parte trova posto il pubblico, che prima assiste allo spettacolo rievocativo e poi allo spettacolo piro-musicale.
Visto che siamo impiccioni e che in linea d’aria lo spettacolo si svolge ad un chilometro scarso dalla nostra redazione, abbiamo voluto darci un’occhiata.
Sul “campo di battaglia” incontriamo alcuni responsabili della manifestazione dai quali ci facciamo raccontare lo sviluppo della manifestazione.
Franca Foronchi, Sindaco del comune di Gradara, ci racconta: “Questa è la settima edizione dell’Assedio al Castello, inizialmente cominciato solo con i fuochi d’artificio sulle mura. Il nostro impegno principale è organizzare la rappresentazione storica, perché fortunatamente ai fuochi d’artificio pensa completamente la ditta Fonti Pirotecnica che svolge egregiamente il proprio lavoro. Per organizzare la rievocazione storica, coinvolgiamo una decina di compagnie sparse nelle regioni limitrofe – Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Marche – i cui soldati arrivano già attrezzati di abbigliamento ed armature perfetti.
Dove si approvvigionano di tutti i vestiti e gli accessori?
Attorno a queste rappresentazioni c’è tutto un microcosmo di piccoli artigiani che lavorano per queste compagnie, cucendo vestiti, producendo armature e armi fedelmente rifatte. Anche a Gradara abbiamo una sarta che si è specializzata in costumi d’epoca e che continuamente si aggiorna visitando siti storici e leggendo libri antichi. La rappresentazione è composta di otto quadri: inizia con la vita al borgo fino a sfociare nella battaglia finale tra le due fazioni. Per mettere in scena questa battaglia, ci sono voluti diversi mesi di preparazione ed un contatto continuo con tutte le compagnie, per poterci coordinare a distanza. In totale sono impegnati oltre 150 figuranti, 6 cavalli e tanto materiale scenografico. Quest’anno per la prima volta abbiamo incluso anche un coro di 40 coristi più otto musicisti che suonano esclusivamente strumenti antichi, intonando e suonando musiche originali del 1400 per accompagnare in certi momenti la rappresentazione e sottolineare il racconto del commentatore.
Quante persone impegna una rappresentazione del genere?
Precisamente non saprei rispondere, ma sicuramente non meno di 400, se consideriamo gli attori, i tecnici, tutto il personale per la preparazione e quello di servizio.
Come viene finanziato questo spettacolo?
Una parte viene recuperata con il biglietto, poi abbiamo dei contributi dalla Regione Marche e dalla Banca di Credito Cooperativo di Gradara, ma anche da molti commercianti della zona; infine, se manca qualcosa, il comune integra il budget. Tutto sommato questo tipo di manifestazione non ha grossi costi: a parte le aziende che forniscono i servizi, tutto il personale organizzativo e di servizio è composto da volontari non retribuiti che lavorano esclusivamente per il loro paese e per la soddisfazione di un ottimo risultato. Anche le compagnie che arrivano da fuori lo fanno prevalentemente per passione, visto che gli si riconosce soltanto un contributo per la trasferta e qualcosa per le attrezzature.
Sul campo di battaglia troviamo anche Arnaldo Ciavatta, titolare di Alter Echo, service fornitore di tecnologie audio e luci per lo spettacolo.
“Abbiamo fornito l’audio – ci spiega – composto da una regia audio con un piccolo mixer Soundcraft Si Compact con cui gestiamo i microfoni del coro e dell’orchestra ed altri sparsi per riprendere i rumori di scena. Inoltre, tramite un ponte Wi-Fi, riceviamo dalla regia pirotecnica, posizionata sotto il castello a circa 3/400 metri da noi, il segnale audio della colonna sonora dello spettacolo pirotecnico che diffondiamo tramite quattro cluster, posizionati su dei supporti proprio di fronte al pubblico, in modo che gli spettatori abbiano il suono proveniente dalla stessa direzione dei fuochi. Inoltre questo ci ha permesso di bilanciare meglio la musica con la potenza degli scoppi dei fuochi d’artificio. Per le luci abbiamo usato diversi gruppi, formati da otto Aircraft e un Citycolor 1800 W Studio Due; con una parte di questi gruppi sparsi nell’area dello spettacolo abbiamo illuminato lo stage, mentre con gli altri abbiamo creato un po’ di ambientazione illuminando gli alberi e le radure attorno. Per l’alimentazione di tutte le apparecchiature, abbiamo utilizzato tre generatori, due da 50 kW e uno da 100 kW; un generatore da 50 kW lo utilizziamo solo per l’audio, mentre i rimanenti due, per un totale di 150 kW, sono usati per le luci.
Quanto tempo e quante persone sono impegnate in questo lavoro?
Abbiamo impiegato una decine di persone per tre giorni di montaggio. Il lavoro più lungo non è stato tanto quello di posizionare le apparecchiature, ma quello di nascondere o sotterrare tutti i cavi di collegamento, perché gran parte dei cavi passa nell’area dove anche i figuranti ed i cavalli devono passare, quindi per ragioni di sicurezza non era possibile mettere le canaline nere e gialle, che sarebbero state anche antiestetiche perché… poco usate nel 1446!
Il gruppo di Alterecho.
Finita la chiacchierata nel backstage del cineracconto, prendiamo il nostro scooter e raggiungiamo la postazione di Ivan Fonti, della ditta Fonti Pirotecnica, che fornisce e gestisce tutto il materiale per lo spettacolo piro-musicale, con il contributo logistico del comune.
Visto che non siamo molto preparati in materia ci facciamo raccontare da Ivan come si svolge la preparazione e lo spettacolo. Ivan comincia con una breve presentazione della sua azienda: “Siamo una realtà che si occupa di spettacoli pirotecnici da 150 anni, tra i pochissimi in Europa ad avere la certificazione ISO 9001 per questo tipo di spettacoli. Questo di Gradara è il più grande spettacolo pirotecnico d’Europa fatto in un castello: usiamo 700 kg di esplosivo, 12 km di cavo e 1.200 partenze”.
Nei miei ricordi adolescenziali c’è l’omino che accende la miccia e scappa: da allora come si è sviluppato lo spettacolo pirotecnico?
Da allora si è evoluto parecchio! Attualmente è tutto gestito elettronicamente: lo spettacolo non viene realizzato più dall’operatore con il fiammifero, ma da una centralina elettronica la quale invia un segnale che eccita un accenditore elettronico che poi, tramite il detonatore, fa partire il fuoco. Lo spettacolo nasce da una programmazione in sede: una volta deciso lo spettacolo richiesto dal cliente e avuta la colonna sonora, si programma un apposito software che dà anche la possibilità di vedere in anticipo lo spettacolo in 3D sullo schermo del computer. Con questo sistema abbiamo anche l’opportunità di decidere quale effetto e quali colori siano i migliori per le varie scene, creando su ogni battuta musicale un preciso commento pirotecnico. Naturalmente noi sappiamo che per avere l’effetto e lo scoppio in perfetto sincrono con la musica dobbiamo anticipare la partenza della carica, calcolare il tempo dell’accensione e il tempo di salita, nonché il tempo di apertura dell’effetto. Per realizzare tutto questo, posizioniamo su una traccia della base musicale il click con l’SMPTE che darà la partenza al fuoco.
Quante persone e tempo servono per allestire uno spettacolo del genere?
Questo di Gradara è un lavoro abbastanza complicato, perché oltre a tutte queste cariche posizionate sotto il castello, ce ne sono tantissime altre sparse su una buona parte del perimetro delle mura, sia internamente sia esternamente. Per il posizionamento e il collegamento di tutte le cariche, hanno lavorato otto artificieri per cinque giorni, per uno spettacolo che dura in tutto 22 minuti e 3 secondi!
Il gruppo di Fonti Pirotecnica.
Finito il nostro lavoro pomeridiano, ci siamo preparati per lo spettacolo serale accomodandoci tra il pubblico numeroso intervenuto per l’occasione a godersi l’evento. Il nostro giudizio è assolutamente positivo: sicuramente la parte più emozionante è la spettacolarizzazione dei bombardamenti realizzata con gli effetti pirotecnici che, insieme all’accompagnamento musicale, riempiono sia gli occhi sia le orecchie. Naturalmente la parte della rievocazione storica è meno coinvolgente, anche se in questa edizione la musica dal vivo, con il coro ed i musicisti, ha creato un pathos ulteriore riportandoci indietro nel tempo.
Tutti promossi i fornitori tecnici, ma anche i volontari che hanno preso parte alla rievocazione, soldatesche e popolani. Unico consiglio che ci sentiamo di dare a questa già valida organizzazione, è di investire nella regia. Crediamo infatti che se ci fosse la mano di un regista professionista, forse si potrebbe valorizzare maggiormente la sceneggiatura, rendendola più coinvolgente anche nelle parti meno spettacolari. Ma senza dubbio non possiamo che concludere con i complimenti a tutti per il lavoro svolto, augurando che questa esperienza possa con il tempo crescere ancora e diventare sempre più importante.
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