Giuseppe Porro
La nostra intervista al Presidente di Leading Technologies.
L’onorificenza di Cavaliere del Lavoro è pensata per tutti quegli imprenditori che si sono saputi distinguere nel loro operato, per i risultati e per i valori morali e sociali. Non sapremmo definire meglio la persona di Giuseppe Porro e il suo modo di approcciare l’attività imprenditoriale. Giuseppe è un personaggio tra i più longevi del nostro settore, che ha percorso fin dall’inizio tutte le tappe e le evoluzioni della tecnologia dell’audio pro: ha iniziato dai prodotti audio analogici, ha vissuto tutto il passaggio al mondo digitale, e in questi ultimi anni sta accompagnando l’azienda in una ulteriore trasformazione che guarda verso i nuovi mercati.
“Tutto è partito dalla passione per l’elettronica” ci racconta il Presidente. “Prima con le scuole e poi con i primi impieghi nel settore. Come tutti i ragazzini che avevano la mia stessa passione, durante lo studio all’istituto tecnico mi dilettavo nel montaggio di apparecchiature molto basilari, come i ricevitori/trasmettitori radio. Durante gli ultimi anni di scuola andai a fare esperienza in un’azienda di elettronica in centro a Milano, il cui titolare costruiva ricetrasmettitori per la marina militare e per l’aviazione. Ai privati non era permesso fare collegamenti via radio terra-mare (all’epoca collegamento permesso solo alla Marina Militare e Mercantile). Il mio titolare riuscì comunque ad avere un’autorizzazione per affittare apparati ricetrasmittenti per le imbarcazioni civili, a condizione di organizzare un centro di ascolto per la sicurezza dei navigatori. Vista la mia passione, mi fece prendere il patentino da radiotelegrafista, requisito indispensabile per quella funzione, e poi mi propose di trasferirmi a Santa Margherita Ligure e organizzare questo servizio d’assistenza. Si trattava di un punto centrale per tutta la riviera ligure: in quei porti erano ormeggiate barche e navette di un certo prestigio; ricordo ad esempio di aver affittato un apparato al grandissimo Totò e aver stretto amicizia con la famosa cantante e attrice francese Juliette Gréco.
“Insomma, ero un giovane aitante e pieno di belle speranze, in contatto con un mondo ricco di possibilità, alla fine degli anni Sessanta. Anche ai tempi si faceva del marketing, e il mio titolare organizzò un'intervista a Totò da trasmettere su un programma RAI, e mi chiese di fare l’inviato. Purtroppo a settembre mio padre morì, così ritornai a Milano e iniziai a lavorare per diverse aziende, che avevano comunque a che fare con l’elettronica. Tra i tanti lavori approdai alla Record Film, che mi diede l'opportunità di realizzare la colonna sonora per un documentario sull'intervento al cuore eseguito dal professor De Gasperi, all'interno di una serie dedicata ad eventi prestigiosi. Poi andai a lavorare alla Fonorama, famoso studio di registrazione di Carlo Alberto Rossi, dove coprivo la figura di fonico e tecnico: con orgoglio posso dire di aver registrato Volare di Domenico Modugno. In quel periodo le apparecchiature elettroniche negli studi erano prevalentemente Telefunken, così entrai in contatto con la sede di Milano, che mi propose di trasferirmi a Napoli dove stava per aprire un grosso centro di produzione per le edizioni musicali Bideri.
“In quel periodo si registrava ancora su due piste, non esisteva un formato stereo. Fummo tra i primi a usare il Dolby, che all’epoca era una macchina abbastanza voluminosa. In quegli anni ho registrato diverse opere come la Boheme e Madama Butterfly. In quel periodo nacque Marco, così decidemmo con mia moglie di ritornare a Monza. A Napoli avevo conosciuto molti distributori di nastri magnetici, e così chiusi un accordo con BASF e diventai il responsabile vendite del settore audio professionale. Ci fu un incremento interessante di fatturato, sia del nastro sia delle famose cassette audio. Dopo qualche anno andai dai dirigenti, chiedendo il permesso di poter affiancare altri prodotti non in concorrenza, e mi diedero il permesso di vendere anche altro: nel ‘78 nacque Audio Equipment, dove io seguivo la parte commerciale e tecnica e mia moglie la parte amministrativa. Visti i continui contatti con Sit-Siemens (poi Italtel), l'azienda mi chiese se fossi interessato a un progetto di sviluppo per il mercato italiano, a cui risposi affermativamente. Erano anni di grande fermento per la tecnologia audio, con i marchi Revox, AKG, Soundcraft, Telefunken. Poi dalla sede centrale di Siemens arrivò l’ordine di chiudere la parte audio pro della filiale italiana: visti gli ottimi rapporti con la dirigenza e gli ottimi risultati ottenuti, mi proposero di prendere in mano i marchi che stavano dismettendo. Mi recai quindi in Inghilterra dalle varie aziende per siglare nuovi contratti commerciali. In questo modo, all’inizio degli anni Ottanta iniziò la mia vera avventura con Audio Equipment. All’inizio dovevo fare i miracoli, inventarmi l’impossibile: in quegli anni il mio competitor era Beppato, che aveva marchi professionali più accessibili ed era nel mercato da più tempo di me. Alcuni prodotti mi diedero molte soddisfazioni: il noto registratore digitale Synclavier, per esempio, che per l'epoca costava una follia rispetto ad altri prodotti simili presenti sul mercato ma era molto più evoluto di altri registratori. Un altro prodotto molto avanzato per i tempi era il registratore digitale multitraccia Mitsubishi. Ricordo che venne addirittura il presidente giapponese di Mitsubishi, con i suoi bodyguard, a conoscere colui che gli aveva venduto 35 macchine in Italia, mentre in America e Inghilterra ne avevano venduti molto meno.
“Erano anni di continua evoluzione, e la RAI aveva l’esigenza di un piccolo mixer otto canali che permettesse però la sincronizzazione audio/video: parlai con i tecnici Soundcraft, promettendo che se avessero prodotto una macchina del genere se ne sarebbero potuti vendere anche più di sessanta pezzi. Alla fine ne vendetti 360, e loro lo produssero e distribuirono in tutto il mondo con la sigla 100BVE. A questo prodotto fece seguito lo sviluppo di un altro modello realizzato a seguito di una mia richiesta di avere un mixer portatile 8 canali. Il prodotto fu chiamato GP1 da Giuseppe Porro.
“Nel 1990 ci furono i campionati mondiali di calcio in Italia, e naturalmente la RAI fu il broadcast di riferimento per le riprese e i servizi per tutto il mondo. La RAI decise allora di costruire il polo di Saxa Rubra, con diversi studi di produzione. Questi dovevano essere allestiti di tutto punto, con mixer, registratori, microfoni, eccetera. Nel catalogo Soundcraft non avevamo nessun prodotto adatto per il broadcast, ma in accordo con i dirigenti inglesi presentai comunque l’offerta, e oltre alle cifre presentai anche un disegno della consolle che gli proponevo. Ancora oggi mi compiaccio di quel lavoro. L’offerta per la fornitura dei trenta studi radiofonici venne accettata. Quando comunicai la notizia, gli inglesi andarono in panico: per lo scopo decisero di acquisire una startup che aveva dei progetti e delle potenzialità molto interessanti; con questa azienda si iniziò la costruzione di questi quindici mixer. Nel contratto era scritto a chiare lettere che il materiale doveva essere consegnato per i primi di gennaio. All’inizio di dicembre, dall’Inghilterra mi spedirono i telai dei mixer, promettendomi che a seguire sarebbero arrivati anche i moduli interni. Arrivò a Roma una squadra di tecnici inglesi, che ci diedero una mano a montare i vari mixer. Così, come promesso, dormendo quattro ore a notte e lavorando sette giorni a settimana, consegnammo i prodotti finiti entro il 5 gennaio. Piacque così tanto che, con alcune modifiche, venne adottato anche dai tecnici TV.
“Altra medaglia di cui mi sento orgoglioso, è il successo del marchio Genelec. È un marchio per il quale ho ricevuto per diversi anni l’award per le vendite. Poi ci sono stati gli anni d’oro di JBL, tra studi di registrazione, service e installazioni, compreso il festival di Sanremo.
“Intorno al 2010 è iniziato il passaggio delle consegne a Marco, che attualmente ha il pieno controllo dell’azienda. Lui mi suggeriva da qualche tempo di cambiare rotta, perché il mercato dell’audio professionale, inteso come musicale e rental, stava perdendo appeal. Ci siamo resi conto che quello musicale era ormai un mercato maturo, e che gran parte delle vendite venivano fatte tramite internet, sacrificando i nostri margini. Marco ha prediletto i mercati delle installazioni e del broadcast, dove possiamo offrire un valore aggiunto con la progettazione di sistemi integrati, essendo mercati relativamente giovani e in continuo sviluppo. A tale proposito va ricordato che per l’Expo del 2015 abbiamo fornito le tecnologie per il Palazzo Italia e per il padiglione dell’Iran, che ha vinto il premio per la miglior realizzazione come paese straniero.
“Infine, mi sono reso conto che è arrivato il tempo di dedicare più tempo al mio hobby preferito, che è la vela. Il mio prossimo obiettivo è dedicarmi maggiormente alle regate, con l’obbiettivo di vincerne ancora. Marco mi ha sostituito egregiamente: vengo in ufficio con molta più leggerezza, e mi metto a disposizione dei ragazzi che lavorano. Scavando nei miei oltre cinquant’anni d’esperienza, credo di riuscire ancora a offrire qualche consiglio utile.”