Giorgio Ioan - Direttore di produzione Lemon and Pepper
Scopriamo i professionisti del tour di Ultimo negli stadi, targato Vivo Concerti.
Questo artista, nato nel ‘96, è riuscito a ottenere grandi soddisfazioni e riconoscimenti in soli 4 anni, di cui 2 cancellati per la pandemia. Nel 2018 si è presentato a Sanremo giovani, vincendolo, e l’anno dopo ha richiamato ben 64.000 paganti in un concerto all’Olimpico di Roma. Nel 2022 è tornato ai live con un tour di 15 date, vendendo oltre 600.000 biglietti. Incuriositi da questo fenomeno, abbiamo voluto partecipare a uno dei due ultimi concerti di San Siro. Pubblicheremo le altre interviste ai professionisti del tour nei prossimi giorni su soundlite.it
Giorgio, ti ritroviamo in gran forma. Come hai passato questi due anni di “quaresima”?
Diciamo che con molti sacrifici siamo riusciti ad arrivare fino a qua. Non nego che abbiamo passato due inverni veramente critici, ma con qualche lavoretto qua e là siamo riusciti a limitare i danni. La cosa positiva è che abbiamo avuto tanto tempo da dedicare alla famiglia e ai lavoretti di casa. Poi questa primavera siamo passati da qualche mail al giorno a centinaia di mail al giorno e da li è scoppiato l’inferno.
Come avete organizzato il reclutamento delle maestranze in questa stagione estiva? So che ci sono stati dei problemi!
Parlando con i colleghi era prevedibile che ci saremmo trovati in questa situazione. Fortunatamente ci siamo mossi per tempo limitando al minimo i problemi. Avendo già un programma ben definito, ci siamo coordinati con i nostri fornitori riuscendo in qualche modo a organizzare le varie squadre. Non ti nascondo che anche noi abbiamo dovuto superare le problematiche della manodopera sul posto, ma come si dice, the show must go on.
Tutto sommato, di grosse problematiche non ne sono capitate?
Per quanto ci riguarda no! In giro non so cosa sia successo, non ho avuto neanche il tempo di sentire i miei colleghi. Posso dire che questa stagione sarà ricordata per il grande stress che abbiamo dovuto superare. Stiamo seguendo contemporaneamente oltre dieci produzioni, tra grandi e piccole. È facile che qualcosa sfugga, quando hai mille cosa da fare. Avere sempre tutto sotto controllo è un impegno mentale non da poco. Diciamo che quest’anno è andata così, ma per il futuro bisogna ripensare questo lavoro con un po’ più di attenzione.
Raccontami di questa produzione. Chi ha pensato a questo palco un po’ diverso dal solito?
Questo progetto è partito nel 2019 e si è poi fermato per cause di forza maggiore. L’abbiamo ripreso in mano solo questa primavera per la stagione estiva. Il palco è nato da una mia idea, ed è poi stato realizzato da Italstage. È un po’ diverso dal solito: sono due grandi U a 90°, una in verticale, utilizzata per l’audio e le luci, e una in orizzontale, utilizzata per il palco stesso. Volevamo uscire dal solito palco cubico con il grande schermo alle spalle. Abbiamo sfruttato la U di Ultimo e costruito il resto intorno.
Ma un palco così, diciamo fuori standard, necessita di più tempo per il montaggio?
Le tempistiche di questa produzione sono chiare: si arriva a cinque giorni dallo show e si comincia a montare il palco; nel pomeriggio del giorno -2 c’è il load in e si montano i motori. Il production Day avviene al giorno -1 e la mattina dello show viene montata la backline e si fanno le varie verifiche. Per il load out, si inizia la notte dello show, cominciando a smontare produzione, audio, luci, video, e a seguire il palco, smontato in un giorno e mezzo. Naturalmente per un tour del genere servono due palchi gemelli.
Ma quante persone e bilici servono per questo tour?
Esattamente non lo so, ma con certezza ti posso assicurare che le persone in tour sono più di cento, mentre i mezzi, se consideriamo i due palchi, sono sessanta bilici in movimento.
Cosa prevedi per il futuro?
Al netto di pandemie e guerre, penso che ci prenderemo un periodo di vacanza per recuperare un po’ della fatica accumulata in questo periodo, e per capire bene cosa vogliamo fare da grandi. Sicuramente bisognerà rivedere un po’ l’organizzazione del nostro lavoro, magari rinunciando a qualche impegno.