Gianni Mastropietro
La fotografia delle reti Mediaset...
di Alfio Morelli
Incontriamo Gianni Mastropietro nel centro Palatino di Roma, redazione giornalistica Mediaset e studio dove vengono prodotti il TG5 ed altri programmi di approfondimento giornalistico come “Matrix”. Mentre dà le ultime indicazioni in vista dell’imminente debutto del nuovo studio del TG5 – illuminato con tecnologia LED e videoproiezioni – ci facciamo raccontare la sua vita professionale ed i vari momenti importanti della sua carriera.
Tutto è iniziato per semplice passione. Già da adolescente aveva le idee chiare riguardo a cosa volesse fare da grande ed appena terminate le scuole medie si iscrisse ad una scuola superiore di cinematografia a Roma. La scelta era audace per l’epoca: il settore televisivo era ancora in via di sviluppo e non offriva la possibilità di accedere ad un importante incarico se non dopo una nutrita esperienza.
Quindi hai iniziato proprio dalla gavetta...
All’epoca gli unici sbocchi lavorativi erano la RAI o Cinecittà. Finita la scuola iniziai, come si usava dire, un periodo di gavetta. Andai a bottega come aiuto operatore a tirare cavi, cambiare lampadine e posizionare fari. Arrivò poi l’ora del servizio militare che mi distolse da quel mondo per un paio d’anni. Nel 1977 abitavo in un paesino della periferia romana ed un giorno un amico mi disse che a Roma era stata aperta una televisione privata in cui poteva esserci la possibilità di iniziare una nuova avventura. Mi presentai al direttore di questa nuova emittente, che si chiamava GBR, con il mio curriculum da operatore. Il direttore mi disse che momentaneamente non avevano bisogno di persone in quel ruolo, ma che, se mi poteva interessare, cercavano qualcuno si occupasse delle luci. Accettai senza sapere che la mia carriera era cominciata.
La televisione privata era agli albori e, com’era successo per le prime radio private, il lavoro era molto e l’onore anche, ma i soldi, quando c’erano, erano pochi. Fortunatamente però il mercato era in forte fermento e, da lì a sei mesi, le cose andarono meglio e venni assunto regolarmente. Mentre mi facevo le ossa, il mio coinvolgimento aumentava di giorno in giorno: con i pochi mezzi tecnici a disposizione dovevamo cercare di fare concorrenza allo strapotere della RAI; mancando però una legislazione che regolasse le nascenti televisioni private, si viveva ogni giorno nella precarietà. Ci inventavamo le soluzioni più assurde, come creare uno studio televisivo con la fornitura di un appartamento, fino ad utilizzare dei PAR 64 come seguipersona ed altre mille peripezie.
In quel periodo si passava da stagioni con successi impensati a periodi economicamente più bui, dipendeva molto dai tipi di contratti che il settore commerciale riusciva a stipulare. Nel 1980 iniziai a collaborare con Rizzoli, fondatore della prima televisione privata che trasmetteva un telegiornale a livello nazionale “quasi” in diretta. All’epoca, infatti, vigeva una legge che vietava la diretta ai privati, lasciando questa prerogativa alla televisione pubblica, quindi noi registravamo tutto in presa diretta ma trasmettevamo in differita di una decina di minuti: i soliti escamotage all’italiana!
Il canale si chiamava PIN: Primarete Indipendente e il direttore era Maurizio Costanzo. In quel periodo, visto che alle spalle c’era un gruppo economicamente solido, cominciammo ad utilizzare delle apparecchiature serie ed era come vedere la luce alla fine del tunnel, diciamo che cominciavamo a salire i primi gradini della tecnologia. Quell’avventura durò poco più di un anno, ma quasi contemporaneamente si presentò sul mercato una nuova società, capitanata da un imprenditore di Milano, che aprì due reti: Canale 10 a Roma e Telemilano. Sulla piazza di Roma trovò la nostra squadra, reduce dall’esperienza con Rizzoli, e ci assunse. Il primo lavoro di Canale 10 fu la trasmissione “Il Pranzo è Servito” con Corrado: il programma fu un grosso successo e divenne subito un cult perché scoprì una nuova fascia di pubblico, con nuove entrate pubblicitarie, e la trasmissione replicò per oltre mille puntate.
Questo successo però coincise anche con una mia grossa delusione: Corrado, all’inizio del programma, mi convocò e con molto garbo mi disse che lui avrebbe avuto piacere di lavorare con la sua squadra proveniente dalla RAI, quindi io dovetti ritornare al mio incarico primordiale, l’operatore. Fu dura da accettare, ma oggi non rinnego quel periodo, perchè mi fece scoprire e lavorare con le nuove tecnologie video che mi aiutarono a creare quel bagaglio d’esperienze indispensabile per la mia crescita professionale.
La televisione privata era allora in grande ascesa... presto sarebbero arrivati i network!
Sì, infatti le due piccole reti vennero presto unificate sotto il marchio di Canale 5, un network le cui trasmissioni coprivano tutto il territorio nazionale. La qualità delle produzioni cresceva di giorno in giorno, si realizzavano nuovi programmi e si sperimentavano nuove soluzioni, insomma, era un periodo molto fertile sotto tutti i punti di vista. Nel 1986/87 ebbi l’incarico di dirigere la fotografia delle news della rete: i risultati furono buoni, credo, perchè la stagione successiva lasciai definitivamente la camera e cominciai a occuparmi solo della direzione della fotografia per i settori news e varietà.
Dal punto di vista tecnico quali altri momenti importanti ricordi?
Ricordo con piacere le sfilate di moda in Piazza di Spagna, dove introdussi la pratica, poi adottata da molti colleghi anche in studio, di utilizzare i PAR 64 per avere un’illuminazione potente ma uniforme. Altra innovazione fu l’uso del Catalyst in TV, adottato per la prima volta per gestire le videoproiezioni in una serie di trasmissioni di varietà ed utilizzato tuttora in Matrix e nel TG5. Ora punto alla riduzione dei costi dell’illuminazione sfruttando l’efficienza della tecnologia LED. Se, come prevedo, avremo dei buoni risultati, farò molto felice il direttore di rete: abbiamo calcolato che per un’edizione del giornale non dovremmo superare i 4 kW di consumo!
Oltre all’impegno diretto nelle produzioni televisive hai altre attività?
Recentemente ho avuto la possibilità di parlare della mia esperienza lavorativa presso i Master di comunicazione di diverse Università italiane, tra cui il “Master TV” di Maurizio Costanzo all’Università La Sapienza di Roma, in cui lui parla di comunicazione ed io parlo di fotografia. Un’esperienza molto gratificante che mi permette di trasmettere le mie conoscenze a tanti giovani appassionati di cinema e TV.
Dopo tante esperienze così importanti hai ancora un sogno nel cassetto?
Certo, ad esempio mi piacerebbe realizzare un film con certe persone che ho ben in mente... ma non chiedermi chi sono!