Furman
P 6900 AR E: Stabilizzatore di tensione
I filtri di rete, o condizionatori di rete (“power conditioner”), Furman sono così comuni nei rack di regia audio che viene l’idea che crescano spontanei in ogni flightcase 19” da 3 U in su. I filtri di rete sono fondamentali perché, in un sistema audio qualsiasi, ci sono già abbastanza fonti di rumore e problemi a valle dei mains per doversi preoccupare anche di quelli che arrivano direttamente dall’utenza. Il power conditioner offre inoltre funzioni di protezione da sovratensioni transienti e serve a proteggere non solo il segnale da rumore ma anche il funzionamento degli apparecchi a sé collegati. Tutto questo servizio è svolto in modo umile e silenzioso e il dispositivo viene preso per scontato dall’utente, a parte quando è ora di leggere i tasti sui processori sottostanti.
Per quanto sia efficace nell’attenuare gli effetti della condivisione della fornitura con i frigoriferi del club o nel rimuovere la sporcizia che tanti apparecchi riversano sulla rete, un filtro di rete classico non è in grado di risolvere un problema che persiste ancora in una grande parte delle venue nelle quali il tecnico audio/video/luci si trova a lavorare nel nostro paese: le piazze, i cortili delle scuole medie, i teatri all’aria aperta, i giardini pubblici, ecc. La fornitura in tanti di questi casi spesso risulta soggetta a fluttuazioni di tensione notevoli o tensioni sotto le tolleranze di tantissimi dispositivi delicati. In questi casi, un filtro di rete funziona per rimuovere il rumore dalla fornitura elettrica e per proteggere i dispositivi dagli spike, anche esagerati, ed è sempre una buon’idea. Troppo spesso, però, la fornitura sul posto è un cavo CEE che sparisce fuori della piazza, dietro un angolo in un vicolo stretto e s’infila nella finestra inginocchiata di una cantina chiusa a chiave. Peggio ancora è quando, dall’altra parte di quel cavo, si trova un gruppo elettrogeno fornito dall’impresa edile del cugino dell’organizzatore della sagra.
Purtroppo, un condizionatore di rete da solo può fare poco altro che avvisare l’utente quando la tensione disponibile su quel cavo risulta mediamente 207 V AC e il fonico è giustamente riluttante ad alimentare il suo rack di processori vintage preferiti. In questi casi, la buona notizia è che esistono apparecchi in grado non solo di eseguire tutte le funzioni di un filtro di rete, ma che possono correggere una tensione di rete fuori dei limiti della sicurezza per i dispositivi audio/video.
Furman P 6900 AR E è proprio uno stabilizzatore di tensione e condizionatore di rete ad alta capacità, progettato per rispondere alle esigenze dei service che si trovano spesso nelle condizioni di lavoro descritte sopra.
A cosa serve
Nel caso di un impianto elettrico moderno, a norma e idoneo all’impianto audiovisivo, uno stabilizzatore è effettivamente superfluo quando i dispositivi critici sono protetti da comuni condizionatori di rete. Perciò, nella maggior parte dei locali dove si immaginerebbe di installare o allestire un impianto professionale, uno stabilizzatore di tensione non serve. Aggiungiamo che, oggigiorno, una gran parte degli apparecchi vanta degli stadi d’alimentazione a commutazione “universal” in grado di digerire tensioni di rete che coprono l’intera gamma di forniture mondiali (generalmente 100÷260 V AC ±10% a 50 Hz o a 60 Hz). Quindi, quando si parla di un finale di potenza di altissima qualità, lo stadio d’alimentazione di questo apparecchio è già, nominalmente, non suscettibile a problemi dovuti ad una sottotensione anche esagerata. Questa immunità innata degli switch mode PSU, però, potrebbe risultare più o meno credibile secondo la combinazione della richiesta corrente del dispositivo e la compattezza dei componenti nell’alimentatore (perciò, in circostanze critiche di tensione di rete, è probabilmente più sicuro un SMPSU di un processore di buona fattura da due unità rack che assorbe 5 W che l’alimentatore di un finale in classe D da 2 x 2500 W in una singola unità rack).
Lo stabilizzatore rimane comunque un apparecchio indispensabile in diversi casi. Il più importante è forse nell’allestimento descritto sopra, la festa in piazza alimentata da un generatore diesel. I generatori che vengono spesso utilizzati in questi casi sono progettati per mantenere un carico di corrente constante, con un governatore che costantemente aggiusta la tensione per compensare cambiamenti nel carico di corrente. Questo è un sistema ottimizzato per certi tipi di lavoro, ma poco adatto ai cambiamenti profondi e rapidi di assorbimento che provoca, per esempio, il parco luce di un palco di medie dimensioni. I cambiamenti dell’assorbimento dell’impianto risultano in variazioni costanti e vaste nella tensione fornita dal generatore. Queste variazioni possono arrivare in momenti ai limiti di tolleranza per i dispositivi con alimentatori switching che, nei casi dei finali, non perdono di potenza e presentano eccessive distorsioni come farebbero i finali con trasformatori tradizionali: si possono spegnere proprio del tutto. E nel caso della console audio digitale, le variazioni di tensioni possono provocare comportamenti instabili o lo spegnimento.
Un’altra situazione in cui lo stabilizzatore è, al minimo, utile e spesso indispensabile, è nell’alimentazione del backline. Il backline include quasi sempre degli amplificatori valvolari ed altri apparecchi con alimentatori con trasformatori tradizionali. Questi dispositivi soffrono moltissimo in rendimento e possono essere danneggiati seriamente da tensioni di rete instabili o fuori dalle loro (strette) tolleranze.
Caratteristica di stabilizzazione
P 6900 AR E è uno stabilizzatore di tensione che, diversamente dai regolatori di tensione a relé o a variac, si base su un autoformer, un trasformatore toroidale con un numero molto elevato di prese intermediarie (il componente responsabile per almeno l’85% del peso sostanziale dell’apparecchio). Un microprocessore confronta la tensione in ingresso dalla rete elettrica con la tensione che deve fornire a valle (selezionabile tra 230 e 240 V AC) e sceglie in modo costante la presa intermediaria dell’autoformer, che compenserà correttamente la tensione; fornisce poi la corrente ai diversi banchi di prese elettriche attraverso dei triac. Questo sistema fornisce stabilizzazione di tensione con una impedenza AC relativamente bassa sui mains (la potenza assorbita dall’unità senza carico è di soli 5 W) ed una tenuta nominale fino a 30 ampere di assorbimento totale per i dispositivi collegati. Il sistema di trasformatore e componenti è sovradimensionato in modo che la corrente alternata in uscita non soffrirebbe di compressione fino ad un assorbimento a valle di 50 ampere.
P 6900 AR E è in grado di fornire una tensione stabile di 230 o di 240 V AC con l’ingresso di una tensione di rete di 174÷264 V AC. Il carico massimo varia in questa gamma da un minimo di 25 A a 174 V AC in ingresso a 30 A a 230÷275 V AC.
Funzioni di filtro di rete e protezione
Come altri dispositivi Furman, P 6900 AR E utilizza la tecnologia SMP (Series Multi-stage Protection) in grado di dissipare efficacemente disturbi anche di entità rilevante, che potrebbero non solo oltrepassare ma persino danneggiare filtri meno sofisticati. Con picchi di tensione in ingresso fino a 6000 V, lascia passare verso i dispositivi a valle una tensione massima di 376 V di picco (266 V RMS). I disturbi vengono scaricati tra i conduttori della fase attiva ed il neutro, e non verso terra.
In caso di sovratensioni prolungate entra in azione un meccanismo chiamato “EVS” (Extreme Voltage Shutdown) che aziona un relè per interrompere l’alimentazione in ingresso, così da proteggere anche la propria circuiteria interna.
Il filtraggio dei disturbi ad alta frequenza viene svolto dalla tecnologia consolidata Furman “LiFT” (Linear Filtering Technology), progettata in modo da evitare di introdurre disturbi dovuti ad eventuali risonanze dei filtri stessi, così come i disturbi che possono entrare proprio nel filtro dal collegamento ad una terra eventualmente sporca.
Connessioni
La connessione alla rete elettrica si effettua con un connettore CEE maschio posto sul pannello posteriore. P 6900 AR E offre diverse opzioni per il collegamento dei dispositivi da proteggere. Sul pannello posteriore c’è una singola presa CEE femmina per il collegamento di apparecchi o rack di apparecchi (come amplificatori) precablati con questo tipo di alimentazione. Questa si può utilizzare per carichi fino a 30 A/6900 W. Ci sono due banchi di quattro prese C13 da pannello. Questi banchi sono isolati tra di loro e supportano un carico fino a 10 A/2300 W ognuno. Le prese di uno di questi banchi si trovano tutti sul pannello posteriore, mentre l’altro banco viene diviso con due prese sul posteriore e due poste per convenienza sull’anteriore dell’unità. Un terzo banco “high current” comprende due connettori C19, con una capacità totale di 16 A/3600 W.
P 6900 AR E mette a disposizione anche un connettore USB per il ricarico di dispositivi mobili. Sul pannello frontale è presente un indicatore della tensione d’ingresso a tre cifre commutabile in misuratore di corrente tramite la pressione di un pulsante. L’indicazione è true RMS e l’accuratezza della lettura è indipendente dal carico.
L’unità è alloggiata in uno chassis da 3 U rack e pesa 26 kg.
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