Davide Buonasorte - Prase
Le interviste di Sound&Lite ai costruttori e ai distributori italiani sul post Covid-19.
Qual è stato l'impatto del lockdown sul vostro fatturato?
L’impatto sul fatturato è stato pesante, rileviamo nei primi mesi un calo del 20% rispetto al 2019: ti assicuro che per le stime ed i programmi che erano stati messi in previsione è una riduzione importantissima.
In questo periodo ci sono stati molti insoluti, quanti reali e quanti simulati?
In questo periodo sicuramente gli insoluti sono aumentati notevolmente, a causa della situazione contingente; non stiamo fronteggiando situazioni non motivate dal Covid, se non in minima parte, anche perché il nostro tipo di clientela è, di base, già selezionato: prima di accettare un cliente siamo soliti fare dei check sulla sua serietà e solidità, ma ciò non esclude che qualche situazione anomala possa comunque verificarsi.
Tutto questo è una conseguenza di aziende poco strutturate o poco capitalizzate?
Penso che sia il risultato di azioni commerciali poco attente al profit, che generano sul mercato competizione tra aziende molto solide e altre meno capitalizzate, spesso le più aggressive nella propositività verso i clienti comuni.
Dallo Stato o dalle banche avete avuto qualche aiuto?
Torno da una trasferta recente in Puglia, dove sembra che la Regione, in aggiunta agli aiuti del Governo, abbia messo a disposizione dei supporti finanziari a fondo perduto per aiutare le aziende a superare questo momento di difficoltà. Sarebbe ottimale rilevare iniziative simili anche in altre regioni. Noi abbiamo usufruito, come quasi tutte le aziende del settore, della cassa integrazione straordinaria prevista dai decreti ministeriali.
Qual è l’attuale umore dei clienti, come vedono il futuro?
Vedo che i clienti hanno una gran voglia di ripartire e sarebbero pronti a farlo molto velocemente, ma purtroppo è il sistema ad essere bloccato. Vedo intorno a me una gran voglia di ricominciare, iniziative per mettere in sicurezza gli hotel, i ristoranti e in tutta la macchina del turismo per cercare di non perdere il residuo di stagione estiva; ma anche nell’educational, nelle Università lavorano per trovarsi pronti ad affrontare la didattica a distanza a settembre; sono assolutamente certo che i service saprebbero sviluppare progetti per garantire spettacoli in sicurezza (palchi distanziati per gli artisti, sedute distanziate per il pubblico, ecc..).
Purtroppo, finché la macchina dello spettacolo non si rimetterà in moto, dal punto di vista delle agenzie e dei promoter, sarà difficile che riparta l’entertainment come lo conosciamo.
Quali saranno i primi settori a ripartire?
Sicuramente l’installazione, dove noi siamo largamente presenti, mentre vedo lo spettacolo in forte difficoltà. Anche se a partire da metà giugno si muoverà qualcosa, si tratterà di eventi di piccole dimensioni, che non daranno recupero sostanziale al mercato: per ricominciare a rivedere qualche movimento immagino che dovremo aspettare l’anno prossimo. Più probabile un avvio anticipato del congressuale, del fieristico, vedo già dei movimenti per l’autunno.
Quando il mercato ripartirà, lo farà con le stesse regole o cambierà qualcosa?
Difficile dirlo, al momento sembra ci sia un forte timore di ribassi irragionevoli nelle quotazioni per i pochi lavori disponibili. Noi auspichiamo che tutti gli anelli della catena si impegnino per una maggiore attenzione a un equo profitto aziendale.
Continuerà a vincerà sempre il prezzo più basso o la tecnologia e l’innovazione guadagneranno spazio?
Sicuramente la tecnologia su lavori importanti farà un passo in avanti e di conseguenza anche il prezzo sarà adeguato, probabilmente chi legherà il prezzo più basso al proprio business potrà incontrare difficoltà maggiori, perché prevedo che in futuro le regole d’ingaggio saranno sempre più restringenti e precise e chi non avrà i margini adeguati si potrà trovare in difficoltà.
Alla ripresa del mercato pensate che servano nuove strategie o andranno bene quelle consolidate?
Siamo un’azienda molto dinamica, abbiamo già iniziato il cambiamento in modo da trovarci pronti alle nuove esigenze. Sappiamo che dovremo essere più attenti ai nostri flussi logistici: il mercato si aspetta che gli ordini vengano evasi in 24 ore, ci stiamo muovendo nella direzione giusta per soddisfare questa esigenza, a costo di importanti investimenti
Avete in programma delle fiere nel 2021?
Siamo pronti per recuperare a ISE la nostra assenza del 2020, prima edizione nella nuova sede di Barcellona, per noi la fiera più importante in assoluto, che ci vede partecipare in prima persona con un nostro stand e in cui saranno presenti tutti i marchi da noi rappresentati. Mentre per il MIR di Rimini stiamo aspettando la definizione delle proposte: se saranno coerenti con le esigenze di un mercato che ha perso una forte fetta di business, potremo valutarla.
Una vostra fotografia sul futuro?
Sono ottimista: sicuramente ci sarà da soffrire per tutto il 2020, ma le stime di Banca d’Italia parlano di avvio di ripresa nel '21, magari anche in un’onda di spending revenge. Una mia speranza è che ci sia anche più collaborazione tra le aziende a tutti i livelli, partendo dai liberi professionisti fino alle aziende di noleggio e installazione per arrivare ai costruttori e ai distributori. A tutti i livelli abbiamo l’esigenza di confrontarci per poter operare al meglio in questo mercato in continua evoluzione.
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