Andrea Calosso - Exhibo

Le interviste di Sound&Lite ai costruttori e ai distributori italiani sul post Covid-19.

Qual è stato l'impatto del COVID sul vostro fatturato?

Se devo essere sincero un calo di fatturato è stato risentito, ma siamo cautamente ottimisti. Rispetto allo scorso anno infatti è pacifico che sia diminuito, ma noi non siamo solo focalizzati sul mercato dello spettacolo, praticamente bloccato, ma anche su altre categorie merceologiche. Nel settore show business eravamo pronti per il lancio del nostro nuovo brand Martin luci e puntavamo molto sulla stagione estiva: tutto questo è stato ovviamente rimandato, ma abbiamo parzialmente compensato con la vendita del materiale audio per il web (microfoni, cuffie, ecc...) così come con il materiale del settore broadcast che in questo ultimo periodo sta segnando una ripresa. 

Il lockdown dei vostri clienti ha incrementato gli insoluti? Quanti reali e quanti di simulati?

Essendo la nostra politica commerciale molto attenta a questa voce, diciamo che abbiamo limitato i danni, danni che comunque ci sono stati, ma tutti gestibili, alcuni ci hanno confessato che è stata una mossa strategica controllata. Comunque, in mezzo a tanti, qualche furbetto lo abbiamo trovato anche noi.

Tutto questo è una conseguenza di aziende poco strutturate o poco capitalizzate?

Difficile rispondere a questa domanda, perché il nostro mercato è molto variegato, spazia dalla Spa al piccolo artigiano. Diciamo che se la pandemia fosse successa dopo la stagione estiva il contraccolpo sarebbe stato minore, ma per molte aziende che lavorano nell’intrattenimento il grosso del lavoro si svolge proprio in estate, così il peso è stato maggiore.

Dallo Stato e dalle banche avete avuto qualche aiuto?

A quanto sembra lo Stato e le banche hanno sicuramente dato una grossa mano, ma anche in questo caso c’è da fare un distinguo: hanno aiutato, o promesso di aiutare, chi lo meritava; molte aziende che hanno bilanci poco credibili non hanno ricevuto aiuti, ma questa non è colpa del Corona virus! Anche Exhibo ha fatto la sua parte, il cliente che meritava è stato supportato finanziariamente.

Qual è l’attuale umore dei clienti, come vedono il futuro?

I clienti che lavorano nell’installazione e nel broadcast sono cautamente ottimisti, perché lavorano in mercati la cui ripartenza sarà più veloce, mentre quelli legati esclusivamente al live sono meno ottimisti, perché immaginano una vera ripresa solo nel nuovo anno.

Quando il mercato ripartirà, lo farà con le stesse regole o cambierà qualcosa?

Questo periodo di lockdown ci ha insegnato che molte cose si possono fare tramite la rete: presentazioni, webinar, collegamenti con clienti... quindi immagino che alla ripresa si useranno le tecnologie che abbiamo imparato forzatamente ad usare e di cui siamo più padroni. Resta comunque chiaro che il rapporto umano reale rimarrà di primaria importanza.

Continuerà a vincere sempre il prezzo più basso o la tecnologia e l’innovazione guadagneranno spazio?  

Difficile dire, secondo il mio avviso sarà un mix delle due cose, dipenderà molto dal tipo di azienda: quella che avrà una clientela più qualificata punterà maggiormente sulla tecnologia, mentre chi lavorerà con una clientela con meno pretese dovrà essere in grado di offrire prodotti e servizi più economici.

Avete in programma delle fiere nel 2021?

Al momento non abbiamo preso nessuna decisione, perché nella politica di Exhibo mettiamo sempre sulla bilancia cosa può offrirci quel tipo di expo. Investiamo sulla qualità dell'evento e sul valore che può procurare per Exhibo.

Una vostra fotografia sul futuro?

Il futuro sarà sicuramente positivo, bisognerà vedere quando e come ripartirà tutto il mercato. Per quanto riguarda la nostra strategia di marketing, continueremo con l’analisi approfondita dei nostri clienti, per capire che segni ha lasciato il virus e valutare chi avrà bisogno, e meriterà, un aiuto e un supporto ulteriore.

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