Confronto Sistemi Personal Mixer

Aviom Pro 16, Roland RSG M-48, Movek myMix

di Riccardo Fabbri

La gestione del monitoraggio personale di ogni singolo artista, tanto in studio quanto in una performance live, si può fare molto complessa e non troppo raramente è origine di incomprensioni e problematiche. Perché non lasciare all’artista stesso questo importante compito? Credo sia proprio a questa domanda che gli sviluppatori dei prodotti in esame hanno voluto dare una risposta funzionale e flessibile, proponendoci, con diverse declinazioni, sistemi in grado di risolvere numerosi problemi.

Per personal mixer si intende (molto brevemente) un controller collegato al banco di mixaggio che, dato in gestione al musicista, permette a quest’ultimo il totale controllo di quello che vorrà ascoltare nel sistema di monitoraggio (cassa spia o in-ear monitor) modificando il volume, l’equalizzazione, il pan e altri parametri a disposizione dei singoli strumenti collegati alla consolle.

Abbiamo preso in considerazione tre tipologie di sistemi che si basano sul principio di fornire all’utente un personal mixer di 16 canali audio, gestiti attraverso protocolli di comunicazione differenti e trasportati su cavi Ethernet CAT5 con connettori standard RJ45. Tutti i sistemi hanno un’ottima modularità, permettendo la costruzione di network anche molto complessi per coprire ogni esigenza, con una latenza realmente impercettibile ed un’ottima qualità audio finale.

Aviom Pro 16
Tra le diverse soluzioni, Aviom Pro 16 è quella più diffusa e nota. Il cuore di questo sistema è A‑Net, il protocollo di distribuzione digitale del segnale che fornisce ad ogni personal mixer 16 canali di audio a 24 bit/48 kHz. Essendo realmente plug-and-play, con questo sistema si evita ogni programmazione via software.
Sfogliando il catalogo Aviom è facile comprendere come si permetta all’utente di realizzare centinaia di combinazioni diverse per soddisfare qualsiasi necessità di monitoraggio, dalla piccola sala prove al più affollato dei palchi. Prendiamo in considerazione un caso comune: una band da quattro ad otto elementi in cui ogni musicista creerà il proprio mix e lo invierà, secondo preferenze, ad un sistema auricolare o di floor monitor. Il modulo AN‑16/i si occuperà di convertire fino ad un totale di 16 ingressi analogici su jack stereo TRS (con relativo controllo per il guadagno della sorgente audio), provenienti dal banco FoH in altrettanti canali digitali A‑Net disponibili su un unico cavo CAT5. Quest’ultimo andrà collegato al modulo di distribuzione A‑16D Pro il quale fornirà segnale e alimentazione ad un massimo di otto A‑16II personal mixer.
Attraverso il proprio mixer si avrà pieno controllo sui 16 canali, potendo agire su volume e pan di ogni singola mandata, con possibilità di solo, mute e group. Una volta costruito (in brevissimo tempo) il mix ideale, si può decidere di memorizzarlo in una delle 16 scene per richiamarlo in un qualsiasi momento. Altre funzionalità utili messe a disposizione sono un equalizzatore su frequenze basse e alte ed un global trim per ridurre simultaneamente il volume di tutti i canali di 6 dB per volta. In termini di uscite, la centralina Aviom dispone di un’uscita TRS sul retro cui è possibile collegare, con medesimo successo, una cuffia/auricolare oppure uno speaker amplificato. Potendo contare su un sistema interno di rilevamento mono-stereo, il sistema aggiusta di conseguenza le impostazioni relative al panning dei canali. Sempre sul retro della macchina troviamo un’uscita A‑Net che serve semplicemente ad un collegamento in cascata di altre centraline A‑16II. L’azienda precisa che non esiste un limite al numero di mixer utilizzabili.

Andando oltre questo semplice setup, si può integrare la propria rete secondo necessità con numerosi altri dispositivi tra cui:
A16‑R – personal mixer contenuto in un’unità rack e con connettività migliorata, controllabile anche da remoto con l’A16-CS;
AN‑16/i‑M – convertitore A‑Net/splitter dotato di 16 ingressi XLR, 16 uscite XLR, 16 insert send/return TRS;
Aviom16/o‑Y1 – scheda che permette una connessione diretta tra il sistema Pro 16 di Aviom e i numerosi prodotti digitali Yamaha compatibili con schede mini‑YGDAI.

Roland RSS M‑48
Anche Roland si appoggia ad un suo formato di trasmissione proprietario – il già ben collaudato R.E.A.C. (Roland Ethernet Audio Communication) – rendendo possibile una trasmissione a 24 bit di un flusso di 40 x 40 canali su cavo CAT5e.
Concentrandoci sul personal mixer M‑48 scopriamo che questo può pilotare realmente 40 canali con il limite di creare 16 gruppi stereo obbligatori. Come programmare questi gruppi? Se si lavora con un V‑Mixer, M‑48 si integra alla perfezione con il sistema di mixing digitale proposto da Roland. L’alternativa è controllare i personal mixer via PC/Mac collegandoli tramite porta seriale al Digital Snake. Roland fornisce a questo scopo il software S‑4000 RCS che risulta davvero semplice nella gestione di tutte le operazioni possibili.
Fisicamente M‑48 si presenta molto solido e con una superficie di controllo più che immediata. I livelli dei 16 gruppi sono regolabili attraverso otto controlli rotativi con ghiera a LED che restituiscono un immediato feedback visivo nelle situazioni di scarsa luminosità. roland


Gli altri controlli sul mix riguardano EQ a tre bande, pan e riverbero su ciascuno dei 16 gruppi. Il limiter è sempre il benvenuto quando si tratta di utilizzare un in-ear monitor e oltre a questo trova posto anche un microfono ambientale incorporato che viene sfruttato per la comunicazione con gli altri sistemi senza dover rimuovere le cuffie e per non isolarsi troppo dall’ambiente esterno.


Rispetto al sistema Aviom troviamo due uscite cuffie, una su mini-jack e una da 6,3 mm, due uscite TRS di linea per il collegamento di monitor amplificati, un’uscita mini-jack stereo utile per registrare la sessione su un recorder esterno e un ingresso ausiliario, sempre su mini-jack, che permette di aggiungere al mix una sorgente audio esterna come un metronomo o un lettore mp3, un click ecc.


Se confrontato con il progetto Aviom, la presenza dell’effetto, il microfono ambientale e gli utilissimi indicatori a LED sono un buon vantaggio in termini di praticità, pur rimanendo inalterata la semplicità di utilizzo del sistema Pro 16. Tuttavia gli M‑48 hanno un costo non proprio proletario e si deve obbligatoriamente considerare anche l’acquisto di uno o più S‑4000D (splitter e alimentatore per M‑48), non essendo possibile collegare tra loro i singoli personal mixer. Questo fa inevitabilmente crescere i costi di un sistema più complesso. Detto questo, chi lavora con uno dei più recenti V‑Mixer Roland e relativi digital snake trova nell’ M‑48 un alleato di primissimo ordine per la gestione del monitoring.
 

Movek myMix
Questa azienda propone un personal mixer ricco di funzionalità che si discosta però dall’approccio analogico dei concorrenti sopra citati. Il myMix è infatti un piccolo dispositivo dotato di un ottimo display LCD a colori, nitido e ben retroilluminato. Tutte le operazioni possibili sono delegate a pochi bottoni disposti attorno allo schermo e ad un grosso selettore rotativo che permette di raggiungere in pochi click la scelta desiderata.

Questo mixer è il centro nevralgico del sistema proposto da Movek e non solo la superficie di controllo. Sul retro troviamo infatti due ingressi combo XLR/TRS dotati di alimentazione phantom selezionabile, due uscite a jack stereo, l’ingresso per l’alimentatore esterno e la porta di rete Ethernet. In questo caso parliamo proprio di standard Fast Ethernet 100 Mbps che rende compatibile il myMix con comunissimi switch di rete. Ovviamente non manca un’uscita cuffia posta sul fianco, qui su connettore mini-jack, vicino ai potenziometri che regolano il livello dei due ingressi. Consideriamo ora cosa permette di fare ogni personal mixer. mymix

Quando collegato alla rete, ogni myMix viene riconosciuto in automatico con un nome identificativo e il segnale collegato agli ingressi è immediatamente reso disponibile a tutta la rete con il proprio nome, risolvendo il problema di ricordarsi, o appuntarsi a mano, a cosa corrispondono i canali da 1 a 16. Questi identificativi possono essere salvati in uno dei 20 profili messi a disposizione per ciascuna postazione. Così si può, ad esempio, costruire una rete, utilissima nel caso di una sala prove, collegando diversi personal mixer ad un comune switch di rete, senza bisogno di un distributore di segnale. Ogni myMix gestisce se stesso e un totale di 16 canali tra tutti quelli presenti sulla rete. Questa può arrivare, con i giusti switch, a gestire 512 input. È giusto specificare che l’azienda mette a disposizione diversi switch Cisco preprogrammati, alcuni in grado di fornire anche alimentazione ai singoli mixer tramite il protocollo PoE (Power-over-Ethernet). L’ultimo componente che va a completare il quadro è IEX16‑L‑A, un input expander che presenta due coppie di ingressi ad otto canali ciascuna, su connettore analogico DB‑25 o su connessione ottica ADAT a 24 bit.


I controlli possibili sul mix sono numerosi: regolazione di volume di canale, pan, tono, effect send (a scelta tra diversi tipi di riverberi e delay programmabile), senza influenzare il mix delle altre postazioni di rete. In più troviamo un EQ a quattro bande parametriche sull’uscita. L’azienda ha pensato ad un altro feature interessante: la possibilità di registrare le 16 tracce individuali più il mix stereo direttamente su SD card montata nel personal mixer. Questa registrazione può essere anche utilizzata per la modalità Play Along, ovvero il playback di 14 tracce su SD unitamente ai due ingressi locali per il mix.

Tirando le somme possiamo considerare il fatto che un approccio spiccatamente analogico per alcune situazioni, e con determinati artisti (ad esempio non vedenti), è ancora preferibile, ma ciò preclude l’utilizzo delle numerose caratteristiche aggiuntive di cui è dotato il sistema myMix.
È importante sottolineare che questi prodotti aprono le porte ad una miriade di possibili utilizzi, che vanno dal personal training alla distribuzione di segnale su vari ambienti, con vantaggi notevoli in termini di complessità progettuali e manutenzione dei network così progettati.