Bruce Springsteen - The River Tour 2016
Il Boss riprende, a 35 anni di distanza, il tour che ha rappresentato uno dei momenti cruciali della sua carriera
Inizialmente, pareva strano che l’attuale tournée di Bruce Springsteen si chiamasse The River Tour perché, anche non essendo un fan sfegatato, mi ricordavo di aver visto la copertina di un disco di Springsteen intitolato The River nei negozi di dischi su supporti in vinile, su cassette e, addirittura, su cartuccia Stereo8 (per una questione prospettica, se qualche lettore pensa che io cominci ad essere vecchio perché mi ricordo la vendita delle 8-track, si consideri che ci saranno altri che penseranno “negozio di dischi?”). Effettivamente, The River è il doppio album del 1980 che ha consolidato il successo di Springsteen, superando il “disco di platino quintuplo” con oltre cinque milioni di copie vendute, aggiudicandosi un dignitoso terzo posto nella classifica dei dischi da studio del Boss. La tournée a supporto di questo disco (vi ricordate questo concetto?), in modo simile, ha consolidato la sua reputazione come performer di grande energia con concerti da maratona.
Alla fine del 2015, per festeggiare i 35 anni da quella pietra miliare della propria carriera, Springsteen ha pubblicato un box set che non solo contiene il doppio album originale rimasterizzato e il consueto disco bonus con gli outtake, ma anche The Ties that Bind – l’album singolo molto diverso che The River doveva essere nella sua concezione originale – un film documentario sulla nascita di The River, e un film concerto inedito di 2 ore e 40 minuti registrato in una data del tour 35 anni fa... sei ore tra musica e filmati e un libro di fotografie da 148 pagine.
La tournée retrospettiva è partita a metà gennaio: sei settimane dopo la pubblicazione del box set, Bruce Springsteen and the E Street Band sono partiti per il tour attuale, iniziando con una tranche inverno-primavera di 37 date nei grandi palasport nordamericani. In ognuna di queste date, la Band ha suonato tutti i brani del disco The River nella stessa sequenza del vinile originale, seguiti da una selezione dall’impressionante repertorio springsteeniano. La tournée ha poi attraversato l’Atlantico, atterrando in Spagna, dove si è ampliata in versione outdoor per 28 date europee negli stadi, mantenendo la possibilità di essere allestita in arene per un paio di date in Francia. Il tour poi tornerà, sempre in versione dual-use, per dieci date negli Stati Uniti, tra stadi di baseball, grandi palasport e “shed” (gli “amphitheater” semicoperti moderni).
Nella tranche europea, Claudio Trotta, titolare di Barley Arts, non ha avuto problemi nel riempire, anche per più date, le venue fisse più capienti nel Bel Paese: due serate allo stadio di San Siro ed una data al Circo Massimo.
Noi abbiamo intercettato il tour alla prima delle due date a Milano, non solo per parlare con gli addetti ai lavori, ma anche per vivere l’esperienza di un concerto di questo leggendario frontman e della sua ugualmente leggendaria band.
Jimmy Pallas – Production rep. locale per Barley Arts
Dopo aver inseguito per tutto il pomeriggio Jimmy Pallas, pilota della macchina organizzativa dell’evento, siamo riusciti a fermarlo per qualche minuto nel suo ufficio durante il concerto.
Tra una telefonata e una chiamata via radio, riusciamo a farci raccontare qualche dettaglio della produzione del concerto.
“Mi trovate un po’ più preso del solito perché questa notte siamo stati colpiti da un fulmine che ha danneggiato un’antenna del palco; fortunatamente i danni sono stati limitati, grazie alla struttura dello stadio che ha funzionato quasi come una gabbia di Faraday. Ci siamo comunque dovuti mettere tutti a disposizione per ripristinare le apparecchiature danneggiate. Con il nostro supporto ma soprattutto con la professionalità della crew di Bruce siamo riusciti a rimettere tutto a posto, in modo che il programma non subisse ritardi”.
Tralasciando tutte le domande classiche e tecniche di ordinanza, dimmi le cose che ti hanno soddisfatto in questa produzione?
Ormai sono diversi i concerti che abbiamo organizzato in Italia per questo artista e con questa produzione, quindi anche per noi è ogni volta sempre più semplice. Se escludiamo il palco, per il quale occorrono un paio di giorni, per il montaggio della produzione tecnica occorrono sei ore. Per lo smontaggio di tutta la produzione, escluso il palco, servono solo due ore e mezza, anche grazie al fatto che sono riuscito a posizionare i mezzi vicino al palco: grazie anche alla comprensione delle autorità competenti, ho avuto la possibilità di parcheggiare gran parte dei mezzi subito fuori le porte dello stadio, in modo che, appena finito il concerto, mentre il pubblico defluisce, la produzione comincia ad essere smontata e contemporaneamente entrano i bilici per iniziare il carico. Questo sistema ci ha permesso di risparmiare oltre un’ora di lavoro, e moltiplicando un’ora per tutte le persone che girano attorno a questa produzione, ci si può immaginare di che risparmio stiamo parlando. Altra cosa da sottolineare: grazie alla ristrutturazione ed alle migliorie fatte allo stadio per la finale di Champions League, siamo riusciti a montare il palco diversi metri più indietro, usando anche una piccola parte delle gradinate, ampliando maggiormente la visibilità delle sedute sulle due curve e guadagnando quasi seimila posti a sedere per il pubblico. Sempre con la ristrutturazione, tutti gli spazi della produzione sono stati migliorati nelle finiture e con l’aggiunta del condizionamento (che funzionava molto bene, tra l’interno e l’esterno lo sbalzo era sensibile, “all’americana” – ndr).
L’inizio del concerto alle 20 è per portare anche da noi le abitudini di altri paesi di iniziare i concerti con la luce e finirli di conseguenza abbastanza presto o per non rischiare di sforare la mezzanotte, visto le vicende precedenti?
Assolutamente no, anche perché abbiamo avuto una proroga di mezz’ora, quindi possiamo andare fino a mezzanotte e mezza. La scelta di partire alle 20 è stata proprio della produzione americana, visto che il concerto dura ben quattro ore, e l’artista le vuole fare tutte: anche se inizia con qualche minuto di ritardo, abbiamo comunque un certo margine di sicurezza.
Mi dicevi che tutta la produzione viene dall’America, compreso il palco: come hanno risolto il problema della corrente, diversa dalla nostra?
La loro produzione è autonoma in tutto, quindi anche per la corrente, usando i loro due bilici di generatori che si portano appresso, comunque usano sempre i trasformatori: laddove per qualsiasi motivo devono allacciarsi alla rete locale, con i trasformatori riportano la corrente ai loro standard.
Valerio Tacchini – Notaio
“In seguito a questa brillante idea di Pallas seguo alcune produzioni a Milano. Perché il notaio in tour? Il notaio ha il compito di controllare l’operatività di tutta la produzione, sottoposta spesso dagli organi di controllo ad osservazioni e contestazioni. Il notaio, che non è schierato ma è in una posizione di terzietà, davanti a contestazioni sbagliate fa da contraddittorio, porta a galla la verità, essendo ovviamente preparato su quello che si sta svolgendo e sulla regolarità delle procedure.
“La legislazione in questo campo è complessa e a volte può essere mal interpretata dai funzionari, che anche in buona fede possono emettere delle sanzioni non effettivamente giustificate; il notaio, che ha una struttura giuridica di conoscenza e soprattutto è al disopra delle parti, garantisce allo stesso tempo sia la produzione sia i funzionari, evitando future cause e contestazioni. Quindi io non difendo la produzione, altrimenti sarei un avvocato, ma garantisco in maniera terza il rispetto delle norme da parte della produzione ed anche l’operato dei funzionari.
“Quando è presente un notaio, il contenzioso è sempre eliminato.
“È un aspetto che tutte le produzioni dovrebbero curare. La categoria a cui appartengo ha vissuto fin adesso di privilegi: noi nuove generazioni siamo per uscire dallo studio e far valere il nostro operato in tanti altri settori, come questo, in cui la nostra presenza sarebbe senza meno molto efficace”.
Ron Cameron – Direttore di produzione
Durante lo show, incontriamo il direttore di produzione in tour, Ron Cameron, e il direttore di palco Sean McGovern.
Come si porta questa grande macchina in tournée in Europa?
Beh, come sapete, abbiamo fatto un lungo tour primaverile nelle arene negli Stati Uniti. Così, per lo più, i pezzi erano già nei loro posti – oltre al fatto che abbiamo un equipaggio di base che lavora insieme da molto tempo. Così ho avuto la fortuna di entrare in questa tranche con parecchi dei pezzi al loro posto.
Per l’Europa, abbiamo dovuto espanderci fino a dimensioni da stadio e fare in modo di avere i pezzi necessari. Abbiamo fatto questa transizione in modo molto liscio. Bruce e la band sono fantastici negli stadi... c’è qualcosa di elettrico nelle folle degli spettacoli negli stadi.
Ci puoi dare qualche numero? Quanti camion, quante persone, eccetera?
Abbiamo un totale di 24 camion, compresi merchandise e catering. Siamo circa un centinaio di persone in tour. Giriamo bene insieme e abbiamo il tipo di programma che funziona bene per noi. È una sfida per tutti, ma gli spettacoli stanno andando molto bene.
State facendo molte doppie date?
No, direi che le doppie date sono un’eccezione, ci sono più date singole.
I fornitori in questo tour sono gli stessi che lavorano con voi da molto tempo... Clair Brothers, Morpheus...?
Clair Global per l’audio, Morpheus per le luci, Pete’s Big TVs per il video, transenne Mojo... il fornitore primario dei palchi è StageCo, ma abbiamo usato altri palchi in Scandinavia e in qualche altro posto. Il nostro trasporto è fornito da Edwin Shirley Trucking.
Abbiamo un palco costruito appositamente per questa produzione, fornito da Tait. Lo usiamo per i nostri spettacoli nelle arene e lo portiamo con noi. In effetti, costruiamo questo palco sopra il sotto-palco che StageCo costruisce per noi. I gruppi elettrogeni e i trasformatori sono forniti da CAT, mentre spedizioni e trasporto sono di Rock-It Cargo.
Per quanto riguarda l’audio, viene dagli US o è preso in Europa?
Ci sono dei pezzi critici che portiamo dall’America, come le console ed i monitor, ma l’impianto lo prendiamo in Europa.
E le luci? Portate tutto dagli Stati Uniti?
Abbiamo aggiunto alcuni pezzi quando siamo arrivati in Francia, ma abbiamo fatto spedire gran parte del sistema dagli US. Anche i seguipersona sono stati noleggiati in Europa, ma il trussing e il nucleo del sistema provengono direttamente da Morpheus. Stiamo utilizzando dei “robospot” che abbiamo iniziato ad usare durante la tournée nelle arene per controllare i seguipersona in remoto e che vengono da PRG; Morpheus ha un accordo con PRG, per nostro conto, per fornire questi per il tour.
Chi sono i collaboratori tecnici e artistici principali della produzione?
Il lighting designer Jeff Ravitz lavora con i nostri tour da diversi anni... da diversi decenni, a questo punto! L’operatore luci in tour è Todd Ricci, insieme a Brad Brown. Il fonico di sala è John Cooper, “Coop” noi lo chiamiamo.
Abbiamo due fonici di palco: Monty Carlo è il fonico monitor da stage-left, che mixa per Bruce e per alcuni degli altri elementi della band, mentre il fonico monitor da stage-right è Troy Milner, che mixa per la band sul lato destro.
Come vengono gestite le esigenze locali?
Abbiamo dei site coordinator che arrivano in anticipo e sovrintendono la produzione insieme al rappresentante di produzione locale. C’è una lunga lista di cose che chiediamo che devono essere pronte prima del nostro arrivo. Cerchiamo di avere queste cose sistemate, in modo da avere un load-in efficiente. Cerchiamo anche di capire il modo migliore per entrare e uscire dalla venue così da essere preparati all’arrivo della produzione.
I site coordinator arrivano ben prima dell’inizio della data, di solito viaggiano con le squadre che montano l’acciaio. Se l’allestimento dell’acciaio del palco dura tre giorni, supervisionano questo insieme al promoter, preparano i camerini e gli altri requisiti specifici, aiutano con le chiamate e cose del genere.
Una cosa che vorrei dire è che abbiamo un ottimo direttore di palco, Sean McGovern, che gestisce l’allestimento della produzione e, soprattutto, gestisce il palco per nostro conto. Lavora con i nostri vari reparti per gestire il load-in e il load-out.
Come viaggia l’equipaggio?
Voli charter e commerciali, charter principalmente. Abbiamo un solo bus, per la squadra del catering.
Qui a San Siro quanto tempo è servito per l’allestimento e in quanto tempo riuscite ad uscire?
Abbiamo fatto un tipico allestimento dell’acciaio di tre giorni. Il promoter, prima di quello, deve preparare la copertura del prato dello stadio, rimuovere alcuni corrimani e realizzare alcuni accorgimenti di cui abbiamo bisogno per costruire il palco.
Di solito gli allestimenti sono sfalsati, in modo da poter avere in calendario spettacoli abbastanza vicini uno all’altro.
Occorrono tre giorni di allestimento per l’acciaio, poi c’è il giorno di produzione: di solito a metà giornata portiamo tutto dentro, montiamo e ci assicuriamo che funzioni tutto. Il giorno dopo, arriviamo ed allestiamo il palco e il backline, facciamo un soundcheck e facciamo lo spettacolo. Tipicamente, usciamo quella notte poi, durante la notte e il giorno seguente, portano fuori il palco. Questo è il programma tipico; a volte viene un po’ compresso.
Sean McGovern – Direttore di palco
Non avrei mai pensato di intervistare un direttore di palco proprio durante lo spettacolo...
L’ironia è che, come direttore di palco di Bruce Springsteen, questa è la parte più tranquilla della mia giornata! Un tour di Bruce Springsteen si basa sulla musica, non ci sono trovate scenografiche o automazioni... non ci sono gag.
Quindi è un palco stile rock-n-roll, la band e I-Mag... non serve altro?
Esatto. Abbiamo un palco Tait... ma è probabilmente uno dei palchi più semplici che mandano in giro ogni anno. È lo stesso palco che usiamo nelle arene; è su ruote a tale scopo, ma negli stadi lo costruiamo sopra una base StageCo che viene allestita in anticipo.
Nelle tournée del passato – e anche in questa tranche, a Parigi – abbiamo suonato anche nelle arene utilizzando questo stesso palco. Faremo questo anche quando torneremo negli Stati Uniti, dove faremo un mix di interni ed esterni.
Se ho capito bene, tu gestisci l’in e l’out della produzione, dopo che l’acciaio è montato; come si svolge la giornata dedicata alla produzione?
Normalmente dedichiamo alla produzione il giorno precedente allo spettacolo, e, di solito, l’allestimento non supera le sei ore. Arriviamo intorno alle 13:00 e prendiamo la corrente, con una piccola squadra, e lasciamo che i rigger segnino il pavimento della base StageCo. Alle 14:00 arriviamo con una crew completa e montiamo audio, luci, video e la nostra scenografia.
Inizialmente abbiamo cominciato a fare questo perché il nostro giorno di produzione è relativamente breve e, lavorando un giorno di sei ore, questo ci porta a circa le 20:00, che, alla maggior parte delle latitudini, permette ai ragazzi della luci di iniziare a fare i loro adattamenti.
Questo non funziona così bene a Milano, all’inizio di luglio, no?
Beh, arriviamo dalla Scandinavia, dove quasi non c’è il buio per niente in questo periodo dell’anno. La squadra luci viene un po’ fregata e non riescono a fare molto, ma si adattano e possono fare dei puntamenti anche alla luce del giorno.
Così, avete un allestimento della produzione di sei ore, seguito dalla sistemazione delle luci il giorno prima dello spettacolo. Poi, il giorno dello show?
Il giorno dello spettacolo dobbiamo essenzialmente montare solo il nostro backline, mettere a posto tutto per la band e fare un soundcheck.
Quanti sono nella tua squadra?
Compresi tutti i reparti, al palco lavorano circa 45 persone, compresi i tecnici audio, luci, video, un paio di falegnami, un paio di ragazzi che si occupano delle transenne e, infine, i tecnici della band.
Quanti sono i tecnici della band?
Sono otto, per un totale di dieci ragazzi al palco. Ci sono due fonici per i monitor. L’intero equipaggio Clair è di nove persone, tra cui il nostro fonico FoH. È un sistema molto efficiente; si mette in piedi veramente senza intoppi. Non abbiamo aggiunto personale audio rispetto a quello che usiamo in un’arena.
Il Lighting ha alcuni elementi in più sulle ali del palco, e il video ha molto più da fare, ovviamente, così quelle squadre sono aumentate un po’, ma non molto.
Le luci vengono dentro per prime, perché l’illuminazione è sulla stessa impronta del palco Tait. Così, mentre lavorano i rigger, la squadra luci costruisce il proprio grid. Questo grid poi viene tirato su e, una volta che è in quota, i carpentieri arrivano per allestire il set. Nel frattempo, assemblano il video in fondo al palco e fuori sulle ali. Tutto accade abbastanza simultaneamente ed è per questo che riusciamo fare tutto in sei ore.
Come ho detto, non ci sono delle gag; non è per niente complicato ed è tutto concentrato sulla band e sulla musica.
Quindi durante lo spettacolo non ti rimane molto da coordinare…
No, la band è praticamente fissa sul palco per tre, quasi quattro ore e suonano dall’inizio alla fine. Alcuni di loro fanno qualche pausa ed escono dal palco per una canzone o due, ma non c’è molta direzione del palco da fare durante lo spettacolo... il mio lavoro è più centrato nell’essere a disposizione per coordinare o risolvere i problemi se qualcosa dovesse accadere fuori dal normale, o se ci fosse brutto tempo in arrivo o qualcosa di simile.
Eravamo un po’ preoccupati per questo stasera...
Sì, sembra che siamo stati fortunati! Abbiamo avuto a che fare con un temporale ieri sera che è stato abbastanza spaventoso.
Abbiamo evacuato e tolto tutto dal palco e ci siamo allontanati per circa un’ora mentre il temporale è passato. È stata la decisione giusta, perché siamo stati colpiti da un fulmine. Ne siamo usciti senza alcun danno... perché tutto era messo a terra correttamente e tutto ha funzionato come doveva. L’impianto di illuminazione era completamente spento quando è stato colpito, e tutto si è illuminato come un albero di Natale. L’abbiamo riavviato e tutto ha funzionato... siamo stati molto fortunati.
Abbiamo delle crew eccellenti da ogni singolo fornitore... problemi zero. L’in e l’out sono molto tranquilli. Tutte le personalità sono compatibili; siamo stati insieme per molto tempo. Io lavoro con Bruce da 31 anni e diversi dei crew chief in questo tour sono con noi da tre, quattro, cinque o, addirittura sei tour. Abbiamo un tasso di ritorno di oltre il 70% dei ragazzi che sono stati con noi per anni, almeno dal 2012, ‘13 e ‘14, quindi c’è molta continuità; questo rende il mio lavoro molto più facile.
Todd Ricci – Operatore luci
“Come da tantissimi anni – dice Todd – il lighting designer per questo tour è Jeff Ravitz. Il modo in cui Jeff ha affrontato lo spettacolo questa volta è stato quello di mantenere l’atmosfera dello spettacolo simile a quando l’album The River è uscito. Così, i truss non sono più a curve, ma sono dritti; abbiamo messo proiettori in gruppi di nove come si usava all’epoca; quasi tutti i giochi di beam e look moderni sono stati ridotti a favore di look più classici.
“Come nel passato, illuminiamo Bruce con una luce frontale molto calda, così, i Vari*Lite VL1100TSD sono ancora i frontali principali. Ancora bilanciamo il bianco a 3800 K, più caldo dei 5600 K che è oggi comunemente in uso per altri spettacoli. Se un fan sta facendo una foto con il suo iPhone, viene bene. A Jeff piace così e piace anche a me per le stesse ragioni... rende le immagini sugli schermi più belle.
“Circa due mesi prima di iniziare a pensare a questo tour, Jeff ed io abbiamo fatto numerosi test sui prodotti che volevamo usare potenzialmente in futuro. Guardavamo parecchie cose diverse – GLP Impression, Robe e molti altri – facendo i nostri confronti per vedere cosa ci piaceva di più. Abbiamo avuto modo di vedere il MagicRing-R9 e ci è piaciuto... così lo stiamo usando.
“Per quanto riguarda i proiettori, abbiamo praticamente cambiato tutti i wash. Quello che era un Wildsun-500C nell’ultimo tour è diventato un NandoBeam S9, sempre Ayrton; quelli che erano i Morpheus Fader Beam, adesso sono diventati dei Wildsun.
“Quello che ci piace tanto del NandoBeam S9 è che si può ottenere un fascio molto stretto che diventa molto bello quando abbiamo il buio e un po’ di nebbia... si fa veramente vedere. Questo riflette anche il periodo che Jeff cerca di ricreare in questo tour. Mi piace la flessibilità di avere un fascio stretto, ma anche essere in grado di allargare molto... e il colore è fantastico.
“Abbiamo sostituito i vecchi proiettori al tungsteno sul pubblico con i Wildsun-500C. Usiamo solo quelli laterali sulla band, mentre gli altri vengono usati per lo più sul pubblico. Quando la band entra in scena è l’unica volta che uso i Wildsun sul palco.
“Fino all’ultimo tour ancora usavamo i proiettori Morpheus per lo spettacolo di Bruce, ma non questa volta. Credo che Morpheus abbia davvero abbracciato la loro distribuzione di Ayrton e che sia una sorta di passo avanti. Ancora producono alcune cose, ma le teste mobili non sono più tra quelle, così continuano ad aggiornare l’inventario. Sono diventati molto più un service, invece del costruttore che una volta erano.
“Il MagicBladeR è diventato il nostro elemento di sorpresa per questo tour... forse non molto ‘1980’, però. Quindi cerchiamo di non abusarne e lo usiamo per lo più per gli accenti, è come il nostro giocattolo divertente. Questa roba è bella per le telecamere; giusto qualcosa che la gente può vedere sullo sfondo. Non abbiamo un ciclorama, abbiamo uno schermo, quindi tutto ciò che è diverso dietro la band aiuta, ma non vogliamo abusarne.
“La maggior parte dei giochi di luce in passato era stata fatta con gli Sharpy. Li avevamo in verticale, li avevamo alle spalle della band, li avevamo in tanti punti diversi; ma abbiamo pensato che, ormai, Sharpy fosse un prodotto troppo abusato. Ne abbiamo ancora nello spettacolo, ma non sono così dominanti come erano una volta, anche a causa dell’aspetto anni ‘80 dello spettacolo. Nel Working on a Dream tour, li abbiamo usati moltissimo, ma ne abbiamo ridimensionato l’impiego per questo tour.
Il controllo luci
“Fino al tour precedente – dice Todd – usavamo una Avolites Diamond, che apparteneva a Bruce e che aveva molti anni di spettacoli programmati sulle spalle. Adesso usiamo due grandMA2 Full Size. Lo spirito, il cuore e l’anima della Diamond sono stati ‘rimasterizzati in digitale’ e inseriti in MA2. Abbiamo letteralmente preso ogni controllo per ogni canzone e l’abbiamo messo in MA2 uno alla volta e registrato. Così ha esattamente lo stesso numero di cue.
“Chiaramente, l’hardware della MA2 è un po’ più affidabile. Userei ancora l’Avo, ma nei giorni di pioggia diventava difficile tenerlo in funzione. Usavamo una bolla di plastica con dei ventilatori in qualsiasi giornata con umidità: amavo quella console, e l’amo ancora ma... bye bye – non possiamo andare indietro.
“Al lato palco, il sistema di controllo esce in DMX dal sistema Pathport di PathWay. È più facile da usare, ora che stiamo facendo 1-a-1 per tutti i fixture. Mandiamo MA Net direttamente nel nostro Pathport gigaswitch, che converte in sACN. Avevamo sentito alcune persone dire che ArtNet è un po’ lento nel tempo di reazione e, visto che facciamo parecchie cose rapide da rock-n-roll, abbiamo scelto di andare con MA Net, perché ci è stato detto che è meglio per PathWay.
“Non prevedo che lo spettacolo diventerà mai molto più grande di quello che abbiamo adesso, quindi questo sarà probabilmente il sistema che si continuerà a usare finché Bruce vuole continuare la tournée.
“Il modo più semplice per spiegare ciò che facciamo con due console è che sulla sua console, Brad fa posizione, colore e alcuni gobo.
“I proiettori PRG sono tutti sotto un unico controllo... sono trattati semplicemente come uno spot con correzione colore, non fanno altro durante lo spettacolo. Brad imposta il colore per quelli, ma rimane lo stesso per tutto lo spettacolo, non è in alcuna cue.
“Ma tutte le luci in movimento – i LED, tutti – preset, colore, posizione, gobos vengono fatte sulla sua console, mentre la mia controlla l’intensità. Questo non è per ogni canzone; ci sono canzoni che sono completamente controllate sulla sua console, di solito i brani più lenti ma anche Glory Days e un paio di altre canzoni movimentate. Abbiamo fatto questo inizialmente per la nostra precedente configurazione, perché non avevamo più spazio per aggiungere brani sull’Avolites e siamo stati costretti a metterli sulla MA... dato che erano già nella sua console, le abbiamo semplicemente lasciate come erano.
“Su questo progetto, Brad e io lavoriamo da un po’. Abbiamo iniziato a costruire questo show nel mese di dicembre: Brad all’inizio di dicembre, io l’ho raggiunto il 17 dicembre per eseguire la conversione Avolites-MA di tutte le canzoni.
“Ci sono tanti nuovi entusiasmanti elementi dal punto di vista del controllo e della tecnologia che stiamo usando e delle ulteriori possibilità che abbiamo adesso. Usiamo tutti i proiettori in modalità standard, quindi non abbiamo ancora aperto le opzioni per tantissimi effetti. Abbiamo fatto il salto a questo punto, in modo da avere la possibilità di andare ancora oltre in futuro. Questo non è il tour per queste idee, ovviamente, considerando il feel che Jeff voleva qui. È chiaramente un rock show.
“In questo sistema abbiamo aggiunto dei Tyler Truss HUD Truss, che consentono ai proiettori più grandi, come i PRG Bad Boy, di viaggiare all’interno del truss. Anche gli array CP9, di nove LED PAR, possono viaggiare nei truss. Così siamo diventati un po’ più efficienti nella nostra confezione e vorremmo mantenere questo”.
“Ci sono nove tecnici luci per gli stadi – spiega Todd – e sette per le arene. In più, per gli stadi, ci sono le luci sulle ‘sopracciglia’, i proiettori ai lati del palco principale e sulle torri di ritardo. Così ho un tecnico dedicato alle torri e un ragazzo dedicato ai proiettori aggiuntivi sulle ali e sulla passerella anteriore. Solo questa roba è un lavoro a tempo pieno per entrambi quei ragazzi; sono occupati come il resto di noi. Abbiamo iniziato con sei tecnici per gli spettacoli nei palasport e siamo aumentati a sette perché questo ha reso il flusso del lavoro molto più veloce. Teniamo tutti occupati. Brad e io siamo forse un po’ troppo occupati!
“Noi non siamo solo al FoH – conclude Todd –: ho portato Brad al FoH, ma questo non significa che ha potuto rinunciare a fare il crew chief. Ha ancora quello da fare... io e lui facciamo anche il load-in e il load-out. Non metto la console nel flightcase e saluto tutti! Ancora posiamo delle americane, io e lui. È il modo in cui si è sempre fatto nell’organizzazione di Bruce”.
Brad Brown – Operatore luci e lighting crew chief
Riprende il crew chief, nonché secondo operatore alla console, a darci altri dettagli sull’illuminazione.
“Gli spot frontali – ci dice Brad – sono i Bad Boy. Poi, sul truss anteriore abbiamo dei MAC Viper, Vari*Lite VL3000, VL1100TSD e alcuni Ayrton Wildsun-500.
“I Viper davanti sono nostri proiettori gobo frontali e li usiamo per illuminare il contorno del backline e del set. I Viper dietro, invece, sono il controluce per tutti. Abbiamo i proiettori in controluce in alto, i Viper, e poi i controluce in basso, che sono alcuni MAC Aura sul palco. Ci sono anche dei MAC Aura che fanno la luce blu tra i brani, al posto dei PAR, in modo che la band possa vedere quando l’impianto principale è oscurato.
“I LED 9-lites sono una nostra creazione – continua Brad – li abbiamo montati in una configurazione da sette per l’ultimo tour, ma Jeff voleva un look più grande e vecchia-scuola questa volta, come un vecchio Mole-Richardson 9-lite. Avevamo questi LED PAR Chauvet in magazzino, così abbiamo semplicemente fatto questo telaio e li abbiamo assemblati. Usiamo questi per le nostre luci di sala.
“Altre cose che non ha spiegato Todd: stiamo usando fondamentalmente dei rack Motion Laboratories a 48-vie per la distribuzione della corrente. Utilizziamo sempre dei rack Motion Laboratories per la distribuzione di corrente per i nostri motori. I dati, invece, come ha già detto Todd viaggiano sul sistema Pathport di PathWay. Per il fumo ci sono solo due ATM Atmosphere (MDG).
I “robospot”
Nel parlare dei seguipersona, Brad ci presenta una delle chicche più interessanti di questa produzione: i seguipersona telecomandati manualmente.
“Sulle torri di ritardo – dice Brad – abbiamo dei Robert Juliat Lancelot. Poi abbiamo tre Manon RJ sul back truss del palcoscenico per l’illuminazione posteriore, e nove sistemi seguipersona GroundControl PRG.
“Questi vengono controllati manualmente da remoto. Si possono controllare dalla console, ma per i nostri scopi, mettiamo solo la correzione della temperatura e lasciamo che siano controllati dagli operatori. Per una questione di riprese video, Todd è sempre preoccupato della temperatura colore, perché la lampada è a scarica e Bruce ha bisogno di luce più calda. Nell’ultima tournée usavamo i Topaze, in cui avevamo cambiato la lampada con una da 2000 W a incandescenza: abbiamo praticamente aggiornato Topaze in Alex, in quel caso. Siamo una vecchia casa costruttrice... siamo in grado di produrre quello che ci serve. È però ovviamente impossibile mettere una lampada a incandescenza in un Bad Boy!
“Tutti i Bad Boy sul truss frontale – spiega Brad – stanno facendo il lavoro di seguipersona telecomandato. Ne abbiamo nove appesi ai truss, e otto di questi sono attivi... il nono è di scorta. Se uno si guastasse, un operatore potrebbe saltare immediatamente all’unità di riserva. Sul truss posteriore ci sono i tre Manon, che sono ancora presidiati da operatori che devono salire nel grid.
“Il vero vantaggio di questo sistema – precisa Brad – è la sicurezza: meno operatori devono essere nei truss, più sicura è la situazione. La cosa bella è che i tecnici più anziani, che non possono più salire, possono tornare ad operare a distanza i segui... possono tornare dal pensionamento per operare un seguipersona!
“Jeff Ravitz ha specificato il Bad Boy – conclude Brad – e poi Paul Weller, responsabile per Morpheus, e il tour director, George Travis, hanno osservato questo sistema quando Bruce ha suonato a Saturday Night Live. Sono stati scelti per una questione di costi/sicurezza e, fin adesso, hanno sempre funzionato davvero bene”.
A darci qualche altro dettaglio sul sistema GroundControl di PRG c’è Brandt Gentry, uno dei tecnici responsabili.
“È possibile – spiega Brandt – controllare praticamente ogni parametro dei proiettori Bad Boy dal controller. Al momento li abbiamo configurati solo per il controllo dell’intensità e controllo del diaframma. Se volessimo, comunque, potremmo fare i gobo, cambiamenti di colore, zoom o messa a fuoco.
“Non cambiamo qui la temperatura colore, bilanciata principalmente per la notte, per le telecamere. Todd parla con Paul Whitfield, del video, e decidono il bilanciamento del bianco in base a quello che voleva originalmente Jeff Ravitz, aggiustato secondo il luogo in cui siamo e l’orario dello spettacolo. Così Todd va a misurare e comunica a Brad alla console, il quale cambia il bilanciamento del bianco e lo memorizza.
“Il segnale dal GroundControl al Bad Boy è su una linea in fibra ottica, che viene poi riconvertito in DMX al proiettore. C’è una piccola scatola proprietaria PRG montata sul testamobile.
“Ogni controller entra su un’unica linea in fibra e va ad un’unica scatola sul truss, poi dalla scatola sul truss c’è un cordone ombelicale che ha dati su 4-pin, dati su 5-pin e una linea coassiale per la telecamera montata sulla testa del proiettore.
“Nel controller – dice Brandt – c’è un’interfaccia SDI-HDMI, così si va dalla linea coassiale dalla telecamera ad HDMI per il monitor. Ha due schede: una è la scheda principale che trasmette i dati al dispositivo e legge le informazioni dalla console; l’altra è la scheda di visualizzazione per il touch-screen. Questo è sostanzialmente tutto ciò che è all’interno di questo pezzo... più le schede per i tasti, ovviamente.
“Qui arrivano tre linee DMX, tre universi, dai rack dove esce dal PathWay. Queste linee vanno in ciascuno dei controller e siamo in grado di passare i dati attraverso i controller, è per questo che ci sono un ingresso e un’uscita DMX. Così, la console effettivamente comunica con il GroundControl, non direttamente con il Bad Boy. L’indirizzo del proiettore si imposta dal controller, così tutti i Bad Boy appesi sono ad indirizzo DMX ‘1’, tutti”.
Lo show
Prima di parlare dello show, bisognerebbe parlare dell’aspetto audio, ma purtroppo la squadra non era disponibile per delle interviste. Diciamo che l’impianto audio era il nuovissimo Clair Cohesion, in versione CO-12. I main array appesi erano di 20 unità per lato e 18 per lato nei side. Dietro questi, c’era una linea di sub CP218 in un array da sei unità, con i due centrali invertiti. Due torri delay erano posizionate all’inizio delle curve su ogni lato, ognuna di queste con un array di 12 moduli, sempre Cohesion 12. La configurazione dei sub a terra non era immediatamente evidente. Chiaramente, questi sono stati integrati dagli array semiresidenti forniti da Agorà per la copertura degli anelli superiori. La console al FoH era una Avid Venue Profile.
Ad essere sinceri l’audio, seppur dignitoso, non ci ha entusiasmato; a nostro modestissimo avviso il PA utilizzato era forse un po’ sottodimensionato, tanto che ci è sembrato un po’ tirato per il collo, come si dice in gergo. Ci riserviamo quindi di ascoltare in altra situazione il nuovo prodotto Clair, certamente uno dei marchi più prestigiosi e verso il quale nutriamo molte aspettative.
Per quanto riguarda il concerto c’è davvero poco da dire, se non in termini positivi. Uno show di Bruce Springsteen and The E Street Band conferma sempre e senza alcun dubbio la propria altissima reputazione: quasi quattro ore di show, senza sosta, condotte in un crescendo continuo dal primo brano all’ultimo. È una serata di spettacolo musicale così straordinaria che non ha bisogno di niente altro.
L’altro concerto del Boss in Italia si è tenuto il 16 luglio a Roma, al Circo Massimo, davanti a circa 60.000 spettatori.
Lo show al Circo Massimo
Abbiamo dato un’occhiata anche all’organizzazione tecnica di questo grande evento, per alcuni aspetti differente rispetto a Milano, viste le macroscopiche differenze fra le venue.
Qui la produzione americana ha curato il PA main e le prime due file dei delay, realizzati con i nuovi sistemi Clair Cohesion 12, materiale fornito da Clair Global e Audio Rent. Più nello specifico, 40 sistemi sono stati impiegati per il main, altri 24 come side, ed altri 34 per la prima e la seconda linea delay.
La terza linea di delay è stata invece affidata dalla produzione italiana a Milano Music Service, che per quanto riguarda l’audio si è avvalso di 20 sistemi Clair I212M e 8 sub CS218 forniti da B-Happy, il primo service italiano ad essere entrato nel network mondiale Clair Bros grazie all’acquisto di un impianto del marchio americano.
Molto interessanti le torri delay create ad hoc per supportare l’audio, l’illuminazione e gli schermi LED. I fornitori sono stati StageCo per le torri delay, Milano Music Service per audio, luci e video, e Italstage per truss e accessori.
Nettamente migliore l’audio a Roma, sia per le caratteristiche della venue sia per la quantità idoneamente dimensionata a sonorizzare un grande concerto rock per 60.000 persone entusiaste!
BRUCE SPRINGSTEEN STAFF
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Site Coordinator
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Production Coordinator
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Stage
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Jochen Ryckeboer
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Gestione rapporti biglietteria
Giada Santel
Biglietteria interna
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Gestione hospitality
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Presidio cassa e rapporti SIAE
Simona Andronaco
Gestione rapp. ospiti
Daniele Parascandolo
Gestione on site rapporti logistici
Mario Adamo
Gestione area hospitality
Federico Trotta
Gestione on site rapporti logistici
Leila Bencharnia
Assistenza disabili e pubblico
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DL
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CSP / CSE
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CSE assistant
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CPV
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Parte elettrica
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Acustica
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Carichi sospesi
Franco Faggiotto
SICUREZZA - VIGILANZA
Resp. Servizio d’ordine
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Stefano Stradella
Antonio Muscatello
Leo Beridze
Responsabile Pass
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Barbara Paci
PRODUCTION STAFF
Production Rep.
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Production Coordinator
Katia Ponchio
Site Manager
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Production Assistant
Andrea De Matteo
Site Assistant
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IT Manager
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Allestimento camerini
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Angela Galasso
Serena Gargano
Riccardo Vellani
Warehouse
Francesca Salomoni
Night Manager
Tonino Rinaldi
Production Assistant
Corinna Rodriguez
Backstage Rep.
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Steel Manager
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Gestione transennamento
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RIGGER
Head Rigger
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Rigger
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Marco Giampietri
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Alessio Romano
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FORNITORI
Workline Facchini
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Lorenzo Castelli
Luca Pizzo
CSE Expo
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CME
Stefano Paolucci
CME
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CME
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Parole e dintorni
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PERSONALE IN AGGIUNTA PER CIRCO MASSIMO
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Steel Stage manager
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Local prod rep
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Roberto Bernabei
Audio, video e luci delay
9 P.M.
M.M.S.
Sicurezza
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Luca Musilli
Fabio Lucarelli
CSE
Nunzio La Marca
Assistente CSE
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CSP
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Acustica
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