Ammutta Muddica

Uno spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo

di Alfio Morelli

È proprio il caso dire: “qualche volta ritornano” o, meglio, “ritornano qualche volta”. Infatti il trio AGG regala le sue apparizioni live con parsimonia, tanto che il precedente spettacolo teatrale, Anplagghed, risale al 2005/2006.

Abbiamo praticamente sempre seguito la carriera live di questo eccezionale trio comico, se non dal primissimo show del ’95 I Corti, certamente dal successivo Tel chi el Telùn del ’99, e possiamo anche menzionare una divertente intervista esclusiva. Non potevamo quindi non essere presenti al nuovo Ammutta Muddica, spettacolo nato e pensato fra un film ed uno spot televisivo, tutto basato su nuovi sketch. E il pubblico non manca di certo, tanto che agli Arcimboldi di Milano, Teatro da oltre duemila posti, lo show è stato replicato dal 21 febbraio al 26 marzo con sei spettacoli alla settimana.


Partito il 30 novembre 2012 da Pavia, per concludersi a Roma il 18 aprile, lo spettacolo è stato ideato e scritto dal trio con la regia di Arturo Brachetti, diventato ormai “il quarto uomo”, vista la sua firma in tutte le regie degli spettacoli andati in scena fin adesso. Sul palco occorre aggiungere anche un’altra importante figura, quella femminile, in questo caso portata in scena da Silvana Fallisi, moglie di Aldo.

Lo spettacolo è teatrale nel vero senso della parola, con il gusto tipico di Brachetti per il trompe-l’œil e la scenografia artigianale. I tre arrivano sul palco a bordo di un “camion” che viene parcheggiato proprio sullo stage, il cui cassone diventa una sorta di pedana rialzata posta davanti ad uno schermo in retroproiezione; e, salvo le quinte a foggia di grattaceli illuminati, la scenografia è tutta qui.


Noi abbiamo trovato lo spettacolo estremamente godibile, forse un po’ troppo dentro i clichè della comicità del gruppo, ma occorre tener conto che il loro personalissimo stile è proprio quello che probabilmente la maggior parte del pubblico ricerca. Ovviamente in teatro i tempi sono più dilatati, quindi sarebbe sciocco cercare qui l’esplosività di uno spot pubblicitario in cui tutto è concentrato in 30 secondi. Bisogna invece gustarsi e godersi l’espressività degli attori e la loro capacità di trovare i ritmi giusti sketch per sketch.

Per approfondire l’aspetto tecnico della produzione, abbiamo incontrato a Milano Gianni Fantini che ricopre da sempre la figura di consulente tecnico per il trio.

Cosa significa “consulente tecnico” in questa produzione?
A dire il vero non è nemmeno la qualifica giusta. Cerco di spiegarti cosa faccio. Il rapporto con il trio risale a tempi non sospetti, quando addirittura era un duo. Allora io avevo il service e lavoravo alle tournée della loro agenzia, quella di Paolo Guerra. Spettacolo dopo spettacolo nacque presto un rapporto di stima e fiducia reciproca, durato negli anni. Così, anche dopo la chiusura del mio service, Aldo Giovanni e Giacomo hanno continuato ad interpellarmi per i loro spettacoli.

Li seguo quindi nella scelta del materiale e degli uomini e, in questo caso, in occasione delle riprese video, mi hanno chiesto di essere presente per coordinare la parte tecnica. Quindi tutti i tecnici, i fonici e gli operatori luci sono pagati dalla produzione, io in questo caso ho solo approfittato dell’amicizia (nepotismo? – ndr) per consigliare mio figlio come microfonista.

Quante persone servono per questa produzione?
Normalmente in tour viaggiamo con due persone all’audio, due persone alle luci, due macchinisti e due sarte. Qui a Milano, invece, per l’esigenza delle riprese video, siamo diventati una squadra di una cinquantina di persone.
 

Franco Landi - Fonico FoH
“In questa tournée usiamo per la prima volta il Midas Pro1, perché stiamo usando un totale di una ventina di ingressi, anche se questo potrebbe sembrare strano per gestire solo quattro microfoni. Occorre però considerare che servono microfoni di riserva, sei canali per i tre CD, canali audio per il video e qualche outboard esterna, così siamo riusciti a riempire quasi tutto questo mixer. La tecnologia digitale ci ha dato un grande aiuto per la gestione delle voci; il programma audio dei microfoni infatti va dai sussurrati agli urli, quindi bisogna stare molto accorti con i guadagni e le dinamiche.

Se in certi sketch bisogna usare molto il guadagno, in altri bisogna usare tanto il compressore, ed un mixer digitale aiuta con la costruzione di più scene richiamabili all’occorrenza. Nonostante tutta la tecnologia, bisogna comunque essere sempre attenti e presenti durante lo spettacolo, perché gli attori sono molto creativi e non sempre si attengono alla scaletta.

L’impianto PA è tutto Nexo, con due tipologie di array. Il primo array è formato da 18 Geo S8 per lato: ne sarebbero servite tre in più, ma purtroppo non abbiamo potuto montarle per la presenza del sipario taglia fuoco che va ad ostruire il montaggio. Con questo sistema abbiamo potuto coprire agevolmente tutta la platea e la prima galleria, mentre per la seconda galleria, più lontana, abbiamo affiancato al primo un secondo array costituito da sei diffusori modello 1210. Per completare l’impianto e servire bene le prime file abbiamo inoltre posizionato una PS 15 per lato vicino ai tre sub sul palco. Infine abbiamo montato una seconda coppia di PS 15 che funge da monitoraggio per il palco, con un livello bassissimo perché ormai Aldo Giovanni e Giacomo si capiscono al volo, dopo tante repliche gli basta uno sguardo.”

Perché usate tre CD e non delle sequenze su computer?
Lo spettacolo prevede di mandare, oltre alle musiche e agli stacchetti, alcuni rumori e degli effetti ma, come dicevo prima, loro non seguono in modo rigido la scaletta, siamo noi tecnici costretti a seguire loro e a mandare il contributo quando serve. A volte succede che uno debba andare prima dell’altro o viceversa, quindi questo sarebbe stato molto complicato e costoso da gestire con delle sequenze, invece con questo sistema abbiamo risolto il problema con poca spesa: io devo stare più attento, ma questo fa parte del mio lavoro.

Che microfoni avete usato?
Hanno voluto degli earset, quelli che si appoggiano alle orecchie e sono meno invasivi, con delle capsule Sennheiser omidirezionali; i ricevitori sono dei Sennheiser della serie 2000.

Avete mai sofferto il larsen?
Assolutamente no, questo impianto è abbastanza lineare e ciò ci aiuta ad evitare questo problema.

Avete anche un sistema video, riesci a descrivercelo?
È un sistema video abbastanza semplice, con un videoproiettore, un Panasonic 21.000 lumen, che lavora in retroproiezione su uno schermo grande come il pianale del camion. Per lo più vengono proiettati i fondali appropriati allo sketch in scena, mentre negli intervalli viene mandato un video preregistrato per non lasciare tempi morti.

Andrea Fantini – Microfonista
“Mi occupo esclusivamente dei quattro microfoni degli artisti, quindi all’inizio dello spettacolo mi assicuro che tutti i trasmettitori siano efficienti e in grado di funzionare per tutto lo spettacolo, controllo la trasmissione radio tra trasmettitori e ricevitori e verifico che non ci siano problemi.

Ogni sera faccio la scansioni delle varie frequenze, tramite WFM, il programma della Sennheiser, per la verifica dello spettro delle varie frequenze per essere sicuri che non ci siano conflitti con altre frequenze esterne. Se trovo dei problemi devo risintonizzare qualche canale. Fatto questo, durante lo spettacolo devo essere sempre presente e pronto a qualsiasi esigenza di palco”.

Daniele Savi – Direttore della fotografia
Le luci dello show vengono gestite da Franco Perri, al quale si è aggiunto, in occasione delle riprese video, Daniele Savi, direttore della fotografia, al quale facciamo qualche domanda.

Puoi illustrarci le dotazioni illuminotecniche dello spettacolo e quanto è stato aggiunto per le riprese?
Normalmente lo spettacolo viaggia con 24 motorizzati Robe, una serie di sagomatori e dei PAR e barre LED, mentre per le riprese video i pezzi sono diventati circa 300, con un considerevole aumento delle testemobili, dei PAR e delle barre LED.

Ho richiesto questa quantità di materiale perché avevo non solo l’esigenza di evidenziare meglio e di più la scenografia, ma anche quella di usare in controluce degli effetti ed illuminare tutto il pubblico del teatro, che non è proprio piccolo. Per questa illuminazione del pubblico ho usato prevalentemente i proiettori a LED, perché come resa luminosa per le riprese in HD sono veramente fantastici: hanno una grande resa, in particolar modo sui colori, con un assorbimento molto basso. Per una resa simile avrei dovuto usare con i fari tradizionali una potenza dieci volte più grande. In regia il controllo luci è effettuato con due console Compulite Spark.

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