Tazio Simoncioni - Operatore D3
Le interviste dei protagonisti del tour di “Dove volano le aquile”, l’ultimo CD del rapper napoletano Luchè.
Il 19 novembre l’RDS Stadium di Rimini ha ospitato la prima tappa del tour di Luchè. Un artista che ha fatto la storia dell’hip hop italiano, prima con il duo Co’Sang e poi con una più che rispettabile carriera solista. Andiamo ad ascoltare uno dei professionisti che ha permesso la creazione e la messa in campo di questo tour.
Tazio, il D3 che ruolo ha?
Noi lavoriamo con due workstation Disguise gx 2, una main e l’altra di backup, che interviene in maniera automatica in caso di problemi. Tutte le macchine sono posizionate nel backstage, ma nella regia di sala abbiamo degli extender KVM: tramite la fibra remotiamo i controlli di main e backup; così abbiamo la possibilità di remotare tastiera, mouse e monitor fino a 70 metri, e lavorare come se fossimo davvero lì attaccati alle macchine.
Io utilizzo due Stream Deck per remotare il mapping sugli screen. Filippo mi dà infatti due segnali separati, mappati in un certo modo, che io posso modificare in caso di esigenze registiche, e tutto comunque sempre dentro al sistema D3, compresa l’apertura degli schermi tramite time-code. Non usiamo MA per una questione di spazio, ma se dopo la data zero vorremo evolverci, useremo MA anche per controllare il D3.
Il mapping è semplice. Abbiamo un background sotto gli screen con dei dolly, shiftati dietro al background di circa due metri, per dare l’effetto di una nicchia e dare profondità ai musicisti quando ci sono delle inquadrature su di loro.
Il palco B ha un LED intorno con dei contenuti specifici time-codati con le canzoni. Lo show è tutto programmato e sequenziato da D3, comprese le riprese. Non c’è niente di improvvisato. Tutte e trentadue le canzoni sono gestite “visivamente” in timecode.