Stiamo lavorando alla legge sullo spettacolo dal vivo.
Lunedì 22 novembre all’interno della manifestazione Milano Music Week presso il Club Apollo si è tenuto un incontro per discutere la legge sullo spettacolo.
di Alfio Morelli
Nella foto in testa all'articolo: da sx: Renato Tortarolo, l’On. Dario Franceschini, Ministro della Cultura (sullo schermo), Vincenzo spera (seduto), e l'On. Alessandra Carbonaro (seduta).
Per il settore dello spettacolo dal vivo è da tempo necessaria una legge quadro che definisca nuove regole, anche dal punto di vista delle risorse e delle responsabilità.
Lunedì 22 novembre all’interno della manifestazione Milano Music Week presso il Club Apollo si è tenuto l'incontro La nuova legge sullo spettacolo: le prospettive per il mondo del live. A coordinare l’incontro sono stati Renato Tortarolo, giornalista e critico musicale, Vincenzo Spera, Presidente Assomusica, l’On. Alessandra Carbonaro, Commissione Cultura Camera dei Deputati – M5S e il Sen. Roberto Rampi. Inoltre, in collegamento c’erano l’On. Dario Franceschini, Ministro della Cultura, Lucio Argano, Presidente Consiglio Superiore dello Spettacolo, la Sen. Maria Saponara, Capogruppo Lega Commissione Istruzione Senato e l’On. Federico Mollicone, Commissione Cultura Camera dei Deputati – FDI.
Vincenzo Spera, aprendo l’incontro ha esordito “Pensare che esista un solo genere musicale significa di fatto impoverire un settore che aiuta le nostre coscienze a stare bene. È necessario, inoltre, che vengano riconosciute tutte le figure professionali. Trovo assurdo che chi fa il nostro lavoro e organizza concerti, coinvolge e muove masse di persone, non abbia nessun tipo di riconoscimento know how, pur dovendosi occupare, allo stesso tempo, della salute del pubblico e dei lavoratori.
“Come associazione di categoria – ha concluso – ci auguriamo che, in futuro, alla musica dal vivo venga pienamente riconosciuto il diritto di appartenere a quei soggetti che possono usufruire di fondi pubblici, all’interno del FUS. Altro obiettivo fondamentale, che speriamo di raggiungere tramite il percorso legislativo in corso, riguarda una maggiore internazionalizzazione delle capacità creative del nostro Paese, portando avanti progetti anche grazie ai finanziamenti europei”.
L’intervento del Ministro della Cultura Dario Franceschini ha sottolineato come l’emergenza nel settore dello spettacolo dal vivo sia servita, di fatto, ad approfondire come mai prima la conoscenza di una filiera e di categorie lavorative che richiedono molta protezione sociale.
“Per la prima volta – ha detto Franceschini – in questo comparto sono stati utilizzati gli ammortizzatori sociali che non c’erano mai stati prima: dalla cassa integrazione agli strumenti per l’emergenza per i lavoratori non a tempo indeterminato. Stiamo lavorando sull’indennità di discontinuità che copre i mesi in cui non si lavora: un’indennità temporanea sul modello francese.
Ministro della Cultura Dario Franceschini
“Le forme di aiuto possono essere diverse – ha aggiunto Franceschini – dalle agevolazioni per i giovani e per gli emergenti ai sostegni pubblici per coloro che portano la musica italiano all’estero. Serve un riconoscimento forte per il live e occorre ridiscutere i confini del sostegno. Dobbiamo immaginare delle forme che garantiscano la tutela della professionalità in settori così delicati, rispetto a chi lo fa in modo un po’ improvvisato”.
Alla domanda se ritiene che sia un settore che porterà una crescita in quantità di posti di lavoro, ha risposto: “Il mercato dell’audiovisivo crescerà enormemente in Italia e nel mondo. Abbiamo il dovere di sostenere la crescita di questo mercato e prevedere delle forme di tutela per i lavoratori che vogliono entrare nel settore, aumentando le misure previdenziali e assistenziali. È nostro interesse che la musica italiana cresca per girare il mondo, se si esporta cultura italiana ne ha beneficio tutto il Paese. Prendendo l’esempio dei Maneskin, il Volo e altri, con un prodotto giusto e con una buona promozione, gli spazi di crescita esistono.
L’intervento dell’On. Alessandra Carbonaro ha sottolineato come, già nel 2019, la politica abbia messo in atto un primo tentativo di mappatura del settore, compito reso arduo non solo dalla natura discontinua di molti lavoratori, ma anche dal fatto che in Italia “è sempre mancato un sistema di monitoraggio attento dei dati relativi allo spettacolo, in termini di numero di operatori e di forza lavoro. In questo senso, durante la pandemia si è acceso un faro importante, ma la partita è ancora aperta. Il mercato funziona, infatti, nel momento in cui le tutele di chi ci lavora vengono assicurate. L’auspicio è che si faccia in fretta, perché l’intero settore ne ha bisogno”.
Ha aggiunto il Senatore Roberto Rampi: “Il vero problema è che ci sono ampie fasce di marginalità pericolose per tutte quelle figure professionali che fanno dei lavori straordinari, ma vengono lasciate in disparte. Dobbiamo dare attenzione a tutta la filiera e oggi, in questo senso, siamo davvero a un punto di svolta”.
Sen. Roberto Rampi
L’incontro è stato molto interessante; sembra che i nostri rappresentanti che lavorano a questo progetto siano molto coinvolti e consapevoli, ma non facciamoci troppe illusioni: sono “sempre dei politici”.