R&D Coemar
Per una volta il personaggio di questa rubrica è una squadra che si è messa molto... in luce: il gruppo Ricerca&Sviluppo di Coemar.
di Alfio Morelli
Per una volta il personaggio di questa rubrica non è un “single” ma una squadra che ultimamente si è messa molto... in luce: il gruppo Ricerca&Sviluppo di Coemar.
Sono ben tre i premi e i riconoscimenti internazionali che questa azienda ha ricevuto per i suoi prodotti in questi ultimi mesi. Non poca parte del merito spetta proprio al team di Ricerca&Sviluppo di Coemar, composto da una decina di persone e capitanato dall’ingegner Roberto Bertossi insieme all’Ingegner Matteo Grioni e a Fabio Allegri, responsabile della progettazione.
Ingegner Bertossi, può spiegarci la nascita e il consolidamento di questo gruppo dopo il cambio ai vertici aziendali?
Coemar nel suo nuovo corso ha avuto un approccio innovativo all’organizzazione aziendale, in special modo all’ufficio R&D. Attualmente vi lavorano dieci persone, tre delle quali provengono dalla precedente gestione, perché abbiamo ritenuto strategico conservare tutto il buono che c’era in un marchio che dal 1933 è riconosciuto per le innovazioni dei prodotti. Ma non dobbiamo dimenticare che dall’inizio degli anni Duemila, grazie alla diffusione delle tecnologie digitali e di Internet, il mondo è cambiato e di conseguenza anche le aziende e i prodotti devono essere capaci di cavalcare i cambiamenti. In particolar modo, il Dottor Molinari ha voluto dare un’impronta diversa a questa divisione.
Sono stati assunti nuovi professionisti che provengono da varie realtà, anche da settori diversi rispetto all’illuminotecnico. Alcuni ingegneri, me compreso, provengono dal settore automotive, cioè la branca del disegno industriale che si occupa della progettazione di veicoli, ma anche dal campo della progettazione strutturale, dell’automazione e del packaging; abbiamo anche assunto un giovane ingegnere, fresco di laurea, per avere qualcuno in grado di vedere i problemi senza i condizionamenti di esperienze lavorative pregresse.
Abbiamo scelto di dividere il lavoro in due settori: uno dedicato alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, l’altro appositamente rivolto nell’affinare le idee e metterle in produzione. Fra gli scopi della nostra divisione c’è quello di ingegnerizzare il processo produttivo e assicurare la massima affidabilità del prodotto.
È possibile fare un paragone con la precedente gestione?
È molto difficile e forse non sono neanche la persona più adatta e qualificata per farlo. So però che vorremmo dare una continuità alla storia di questo marchio, perché, ripeto, è un brand storico, conosciuto in tutto il mondo per la sua storia e i suoi prodotti; noi che lavoriamo in quest’azienda dobbiamo ringraziare chi ci ha preceduto perché ci ha dato la possibilità di lavorare su un marchio davvero prestigioso.
Come nascono i nuovi progetti?
Le indicazioni del mercato ci guidano nel trovare soluzioni, ma è certo che per continuare a fare la storia dell’illuminazione per lo spettacolo dobbiamo anticipare le tendenze.
Come si dice: “Le mode o le fai o le segui”; noi vogliamo continuare a farle. Abbiamo diverse collaborazioni esterne, oltre che con le industrie fornitrici anche con le università di tecnologia e design. Queste collaborazioni ci portano a trovare soluzioni veramente innovative che spesso sfociano in brevetti.
Per esempio il nuovo “Reflection” è la summa di tutto quello che abbiamo detto fin qui. Il progetto si basa su un’idea di un vecchio prodotto Coemar, rivista, corretta e sviluppata con l’inserimento di nuove tecnologie, frutto anche di collaborazioni con ambienti tecnologici esterni, innovazioni che sono state perfezionate e brevettate.
A proposito di questo, ultimamente avete avuto anche dei riconoscimenti molto gratificanti, non è vero?
A Londra, in occasione del PLASA, ci hanno premiato per il miglior prodotto per l’illuminazione, mentre a Las Vegas, in occasione dell’LDI, ci hanno premiato per l’uso creativo della luce. Inoltre, pochi giorni fa, la Regione Lombardia ha tributato un riconoscimento al più giovane del gruppo, l’Ingegner Enrico Savoldi, come brillante e promettente giovane ingegnere.
Dopo questa chiacchierata ci può anticipare cosa presenterà la Coemar a Francoforte?
Non posso dire niente, neanche sotto tortura, ma abbiamo già fissato una conferenza durante la quale presenteremo tutte le novità, e le assicuro che ci sarà qualcosa di molto interessante.
contatti: Coemar