Prolight+Sound 2016

Abbiamo sentito mille opinioni sulla nuova disposizione (nello spazio e nel tempo) delle due fiere Prolight+Sound e Musikmesse, alcune positive ma anche parecchie negative. È chiaro che questa fiera da qualche anno sta soffrendo, ma la nostra impressione, ad occhio, è che la vera tragedia sembra essere nel musicale, mentre PL+S soffre molto meno.
Abbiamo apprezzato lo spostamento degli orari, anche se le aziende che, nel 2015 quando la fiera chiudeva alle 18.00, più o meno coprivano i prodotti e aprivano le birre alle 17.00, quest’anno – con la fiera che chiudeva alle 19.00 – coprivano i prodotti e aprivano le birre sempre alle 17.00.
La riallocazione dei padiglioni, per chi doveva rimanere più o meno sempre in PL+S, è stata meno traumatica di quanto immaginavamo. Addirittura, forse era vantaggiosa rispetto alle edizioni precedenti, perché PL+S sembrava più connessa e compatta, mentre tutti i padiglioni che attiravano pubblico e confusione erano molto lontani.
La nostra impressione è stata che lo sfasamento delle giornate tra PL+S e Musikmesse fosse il cambiamento meno apprezzato. Certamente, per aziende che dovevano avere una presenza in entrambe le fiere (tra quelle nostrane in questa situazione c’era l’abruzzese Proel) questo sfasamento ha aggiunto ulteriori problemi e costi al già significativo sforzo rappresentato dalla partecipazione ad entrambe. Un altro effetto negativo è stato un’impressione di affluenza veramente fiacca il primo giorno, mentre il giorno di mercoledì c’era un movimento notevole. Giovedì e venerdì, con le fiere sovrapposte, sembrava sempre movimentata, ma un po’ meno rispetto al mercoledì.
I numeri ufficiali riportati dall’organizzazione citano circa 110.000 visitatori: non un cambiamento enorme dagli ultimi anni, sulla carta, ma sempre una sofferenza. L’organizzazione sta cercando modi di ridare crescita a questa fiera, ma non ci sembra che abbiano ancora azzeccato le soluzioni giuste.

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