Negrita

Dannato Vivere Tour. Prime sei date per un concerto intenso, pregno di idee scenografiche e musicali.

di Giancarlo Messina

negritaChissà perché al nome “Negrita” mi viene sempre in mente un giovane gruppo rivelazione. Eppure stiamo parlando di una band che va per i venti anni di musica, con un successo sempre crescente. E, a ben pensarci, l’alto numero di giovani intorno ai venti anni presente ai concerti dovrebbe meravigliare più che essere ritenuto la norma, visto che, per lo più, questi ragazzi nel 1994 ascoltavano il carillon sul fasciatoio o Il coccodrillo come fa piuttosto che Ehi!Negrita.
La verità è che il gruppo ha saputo cambiare la propria proposta musicale rendendola sempre fresca ed attuale e, quello che più ci piace, senza dare l’impressione di creare un prodotto studiato a tavolino per compiacere e piacere alle nuove leve.
Nella loro musica il rock si sposa col pop, ma solo se con questo intendiamo una melodia più cantabile e sonorità meno aggressive, mentre i testi sono sempre rimasti molto intensi e poco “leccati”. Soprattutto un gruppo, un vero gruppo, il cui frontman emerge ma non diventa il protagonista della serata, una band con un suono granitico, compatto, in cui gli equilibri sembrano naturali e nessuno strumento cerca di prevalere sugli altri più di quanto concordato. Insomma musicisti veri.

Dopo l’uscita del nuovo disco nel 2011 – di cui abbiamo personalmente apprezzato moltissimo il video de Il giorno delle verità, girato in una palestra di boxe, luogo in cui il sottoscritto, con tanto di fasce e guantoni, si diletta ormai quasi quotidianamente in jab e uppercut – i Negrita sono usciti con sei date nei palasport, sei bellissimi concerti che hanno avuto come unico nemico i giorni della merla, col freddo polare giunto a guastare la festa e a far rimandare qualche data.
Come quella di Bologna, che noi siamo andati a vedere nel recupero del 24 febbraio all’Unipol Arena (già Futurshow Station, già PalaMalaguti... insomma al palazzo dello sport di Casalecchio).
Un concerto che ci siamo davvero goduti, a cominciare dalla piacevolezza delle luci e dalla bella idea creativa che ha caratterizzato il palco, entrambi ideati da Jò Campana partendo da una suggestione artistica, come egli stesso ci racconterà.
Ma abbiamo apprezzato molto anche il suono che, nonostante un palco piuttosto rumoroso, è sempre risultato preciso e mai confuso, almeno in regia. Insomma la triade Corsellini-d&b-Midas Pro6 ha certamente dato buoni frutti, ed anche il volto compiaciuto del produttore Barbacci ci è parso garanzia della cosa.
In particolare abbiamo notato come, nonostante un volume davvero molto generoso, le nostre orecchie, dico quelle mie e quelle americane del mio socio, non fischiassero affatto nemmeno in auto durante il viaggio di ritorno. Su questo argomento si potrebbe fare un articolo a sé... ma lo rimandiamo ad un altro momento.
Insomma un gran bel concerto, con un pubblico numeroso, entusiasta e molto partecipe. Direi un buon investimento anche in vista delle date estive.

 

Le Video Interviste:

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Contatti:

Light Designer: Jò Campana

Sound Engineer: Andrea Corsellini

Monitor Engineer: Roberto Pagnoni

Service: Mister X

 

GALLERIA FOTOGRAFICA
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