Maurizio Parafioriti - Responsabile progetto audio; Enrico Belli - Fonico FoH

Cocciante festeggia all'Arena i 50 anni dell’album Anima.

Maurizio Parafioriti - Responsabile progetto audio; Enrico Belli - Fonico FoH

Riccardo Cocciante ha scelto l’Arena di Verona per festeggiare i 50 anni di Anima, pubblicato nel maggio del 1974: si trattava del terzo album del cantante, quello che per primo ha portato Riccardo Cocciante all’attenzione del grande pubblico. L’artista ha scelto così l’Arena di Verona per festeggiare questa data con il pubblico, che da parte sua è intervenuto a riempire la venue in ogni ordine di posto.

Maurizio, quali sono i passaggi per costruire un concerto così importante ?

Per me tutto è iniziato da Marco Vito, direttore musicale che conosco da molto tempo e con il quale spesso lavoro insieme. Grazie alla stima reciproca, lui mi ha incaricato di trovare una squadra di professionisti [fonico FoH e stage, ndr] per questo concerto. Già conoscevo Enrico e Simone e con loro avevo collaborato in diverse situazioni, eravamo nella stessa squadra del Volo, una banda già affiatata: li ho interpellati, e il caso ha voluto che fossero liberi da impegni e potessi coinvolgerli in questo lavoro.
Durante le prove musicali si è creato il giusto mix che questa sera verrà proposto sul palco. Cocciante è un artista che viene dalla vecchia scuola: non ama molto gli effetti, quindi ci limitiamo a pochissimo riverbero e pochissime compressioni; per assurdo il fonico durante il concerto deve fare il meno possibile, perché tutte le dinamiche si generano direttamente sul palco. La maggior parte delle prove sono state utilizzate per ottimizzare questi automatismi.
D’altra parte quando ti circondi di professionisti come quelli che abbiamo sul palco, le prove sono quasi un pretesto.

Enrico, qual è il tuo setup in regia?

Lavoro su un banco DiGiCo Quantum 338 abbastanza pieno, appena aggiornato alla versione 17, e con un rack minimale di effetti. Visto che Agorà è lo stesso service di Baglioni, che ha finito ieri sera, mi sono fatto lasciare un DiGiCo SD7 da usare come spare e le linee in fibra tra regia e palco. Dato che avevamo un solo giorno di montaggio, e neppure tutto, abbiamo risparmiato un po’ di tempo.

Durante il concerto su cosa ti concentri?

Come diceva Enrico, il mio lavoro è ridotto al minimo: mi arriva già tutto pulito e livellato dal palco, e a gestire le varie dinamiche ci pensano i musicisti e Riccardo. Di mio, ho portato solo il mio rack di ordinanza con effetti Manley, Bricasti, Distressor e altre poche cose, che uso pochissimo.