Mario Lavezzi - E la vita bussò

Il produttore che ha scritto la storia della musica italiana festeggia i cinquant’anni di attività, con un cofanetto, un tour e tanti amici lungo il cammino.

Mario Lavezzi - E la vita bussò

di Giovanni Seltralia e Alfio Morelli

È il 21 marzo 1969 quando il giovane musicista Mario Lavezzi scrive per i Dik Dik il brano Il primo giorno di primavera. Immediatamente arriva il successo, i primi posti nelle hit parade e l’amicizia con grandi autori come Battisti e Mogol: è l’inizio di una carriera che ha messo a segno per cinquant’anni brani storici di Loredana Berté, Anna Oxa, Fiorella Mannoia, e ancora avanti fino ad Alessandra Amoroso ed Eros Ramazzotti.

Il traguardo del mezzo secolo non poteva che essere festeggiato in grande stile: prima il cofanetto …E la vita bussò con libro incluso, poi un tour che per tutto gennaio ha viaggiato nei teatri della Penisola. Le tre anime di Mario Lavezzi, ovvero autore, produttore e cantautore, si sono affiancate così a quella del performer: ad accompagnarlo, il manager e produttore Martino de Rubeis per la Color Sound, il fonico di produzione Luciano Graffi e la squadra di Spray Records, service della provincia di Pescara.

Ci siamo recati alla primissima data, il 18 gennaio al Teatro Comunale di Cagli, per ascoltare dai diretti interessati le fasi di ideazione e preparazione del tour.

Martino de Rubeis - Produttore 

“Oggi – dice Martino – sono qui in veste di produttore dello spettacolo insieme a Mario; sono anche manager dell’artista e, insieme a Color Sound, fautore del booking di questo tour.

“Mario è stato definito ‘il Quincy Jones italiano’, perché è autore, cantautore, produttore di alcuni tra i più grandi successi della musica italiana; la parte di performer non è mai stata curata come hanno fatto altri artisti, e quindi sul palcoscenico è un artista ancora da scoprire.

“Già all’inizio degli anni Dieci io e Mario producemmo questo spettacolo per la chiusura dello storico teatro Smeraldo di Milano: la regia è importante, con testi scritti da diversi autori, ma è di Mario l’idea di portare in scena il meglio del suo repertorio, con aneddoti e videoproiezioni scenografiche. Ai tempi era qualcosa di innovativo, dato che di solito in teatro si teneva o un fondale o una composizione di luci, mentre noi abbiamo trovato un artista che ha lavorato a queste scenografie in modo tale che non fossero filmati, ma veri e propri quadri animati da proiettare sul tulle di sfondo.

“Dopo la bellissima data allo Smeraldo – continua Martino – quello spettacolo è finito nel cassetto. Questo finché l’anno scorso la SIAE non ci ha ricordato che Mario compiva i cinquant’anni dal suo primo deposito. Abbiamo quindi iniziato a pensare come celebrare questo traguardo: abbiamo pensato a un cofanetto con tutta la produzione di Mario, un libro pieno di storie e aneddoti della sua carriera, e infine la ripresa di quello spettacolo che ci era piaciuto tantissimo. Qualche aggiustamento di scaletta, qualche pezzo nuovo, e lo spettacolo era pronto: debuttiamo questa sera a Cagli e poi iniziamo una tournée che toccherà Milano, Bologna, Roma e Torino. Naturalmente poi teniamo aperto il calendario e vedremo se andare in giro anche dopo gennaio.”

Ci saranno ospiti?

Mario ha lavorato praticamente con tutti. Molti amici verranno – hanno già dato l’adesione – per festeggiare con Mario e tutto il pubblico in sala: manteniamo la sorpresa, ma si conoscono bene i grandi nomi che ha prodotto, e si può immaginare facilmente chi si unirà al nostro cammino.

Lo spettacolo come è pensato?

Mario porta in scena canzoni che ha scritto fin dagli anni Sessanta, risalenti sia a quando militava in gruppi come i Camaleonti o il Volo – il gruppo degli anni Sessanta, ovviamente, non quello attuale – sia interpretati da altri, ma anche del Lavezzi cantautore. Tra i brani, racconta benissimo questa sua grande storia, intrecciata con quella della musica italiana.

E dal punto di vista tecnico?

Abbiamo un service che ci segue e di cui mi fido da vent’anni, Spray Records. Sul palco abbiamo portato anche cinque musicisti, ovvero i componenti di una band già esistente di nome POP Deluxe con un’eccezionale cantante femminile, Cristina Di Pietro: a lei il ruolo di cantare con Mario quei brani scritti per le grandi regine della musica italiana, come Loredana, Fiorella, Ornella e tante altre.

Luciano Graffi  - Fonico di sala

“Questa avventura – racconta Luciano – per me è nata grazie all’amicizia storica con Martino, dato che abbiamo lavorato spesso con la Vanoni, di cui Mario inoltre è il produttore; insomma, il circolo si chiude. Quando Mario ha messo su questo tour, Martino ha pensato a me e mi sono unito al gruppo: la cosa interessante è che cercavano una band di supporto già formata, e soprattutto una ragazza che potesse prendere il ruolo di tutte quelle cantanti eccezionali per cui l’autore ha scritto delle canzoni. POP Deluxe è proprio una band che suona insieme: per me è un vantaggio, perché posso parlare con un’entità unica e non cinque turnisti indipendenti, e anche nel suono si sente il loro affiatamento, un’amalgama che già c’è e non va ricreata artificialmente.

“Dal punto di vista tecnico – continua Luciano – si tratta di materiale rodato: l’impianto è un d&b audiotechnik Q1 insieme ai Q-Sub, sei satelliti per lato più due sub; in teatro è più che sufficiente, oltre al fatto che il pubblico di Mario non vuole certo un volume spacca-timpani; la sfida è coinvolgere i presenti pur rimanendo tranquilli col volume, trovando sempre l’equilibrio con il volume dal palco e aggiungendo i colori che mancano.

“Per il resto la situazione tecnica è semplice. Ho una trentina di canali: la batteria è molto bella, una DS Drum fornita da FBT; poi abbiamo basso, chitarra, tastiere, e Cristina alla voce e al pianoforte. Abbiamo usato la barriera in plexiglas sulla batteria perché mi dà una grossa mano sul palco: si trova dietro al microfono di Mario, sul quale uso gain abbastanza alti e ho bisogno di limitare i rientri. Una cosa particolare sono i microfoni che ho scelto per la batteria: è una serie Electro-Voice N/DYM, notissima in America ma ancora poco conosciuta da noi, dal suono molto buono.

“La band si è presentata con qualche sequenza leggera già mixata da loro, una favola.

“Oltre all’Avid Venue SC48 qui in regia – aggiunge Luciano – c’è un mixer di palco, controllato da Daniele Giansante di Spray Records. La produzione è fatta davvero come si deve. Per quanto riguarda il monitoraggio, sul palco sono tutti dotati di in-ear e solo Mario ha un paio di wedge monitor, a cui ne aggiungeremo un altro in caso di ospiti.”

Che tipo di venue incontrerete nel tour?

A Cagli si tratta di un teatro all’italiana; Milano e Roma sono venue tra loro simili, sono auditorium; a Bologna, il Duse è un cinema-teatro abbastanza complicato, su più livelli, ma che suona molto bene; infine il Colosseo a Torino. Sono venue che chi fa questo lavoro conosce a menadito. La nostra struttura è leggera e ci muoviamo bene: io oltre al banco porto con me un piccolo rack per gli effetti di riverbero e delay, che sul Venue non sempre sono all’altezza. Bisogna poi accennare alla bellissima operazione portata avanti da Yamaha: il pianoforte AvantGrand che vedi qui sul palco è loro, e in ogni data ce ne faranno trovare uno uguale direttamente sul posto. Un favore graditissimo di Danilo Donzella, responsabile del settore tastiere di Yamaha.

Qualche particolarità del mix?

Sono tornato a una tecnica che si può definire davvero “alla vecchia”: invece di costruire una catena di compressione su ogni canale della batteria, ho impostato una compressione parallela su un altro canale con la somma della batteria; dunque ho due uscite, una con la batteria normale e una con la batteria compressa, e quando voglio variare il volume tocco praticamente solo il bus compresso. Ci ho messo un secondo a fare la catena, la base non si perde mai e come tecnica funziona perfettamente, almeno nei nostri contesti.

Cesare Albani - Lighting Designer

“In questo tour – spiega Cesare – ricopro sia il ruolo di responsabile tecnico, sia di lighting designer. La parte luci è stata pensata in maniera leggera, dato che lo spettacolo è incentrato soprattutto su scenografie disegnate dall’artista Giuseppe Ragazzini e videoproiettate; fondamentalmente ho cercato di valorizzare la proiezione in ogni momento dello show. Uso dieci proiettori motorizzati High End Shapeshifter W2, che hanno la particolarità di avere alette all’interno del faro per spostare il fascio di luce dentro il faro stesso come in una serie di spicchi; fanno solo una luce bianca ma molto particolare, che contribuisce all’idea di uno show d’epoca, senza troppi fronzoli o tecnologie moderne.

“Ogni brano è un quadro, e per questo ci sono pochissimi movimenti. Abbiamo portato anche dei sagomatori ETC, una decina di beam per dare profondità alla scena, PAR LED per pennellare i colori. Circa una quarantina di pezzi, in tutto. In regia lavoro con Compulite Vector e mediaserver ArKaos per mandare i contributi: questi sono linkati in Art-Net e gestiti direttamente dalla console; un operatore può dunque coprire le due postazioni. La parola d’ordine è ottimizzare!

“Il proiettore è da 16.000 ANSI Lumen e ha il ruolo centrale intorno al quale ruota tutto il resto.”

In quanti siete a seguire il tour?

Come Spray Records siamo in quattro: oltre a me ci sono il direttore, il fonico di palco e il PA Man; in più viene con noi il fonico di produzione. In questo tour, nella maggioranza dei teatri, chiediamo una piccola dotazione tecnica di base, così possiamo andare abbastanza snelli. Devo dire che alla fine è venuto uno spettacolo gradevolissimo.

Da sx: Daniele Giansante, fonico di palco, Cesare Albani, lighting designer e video, Luciano Graffi, fonico di sala, Evandro Leone, assistente di sala, Jonathan Lattanzio, direttore di palco.

Lo show

Il viaggio inizia tra le sonorità e l’estetica del beat: i primi brani sono accompagnati da foto e contributi visivi ispirati direttamente da quell’epoca. Poi cambiano i suoni, cambiano i testi che dal mondo hippie arrivano all’impegno politico, cambiano i vestiti e le acconciature dei protagonisti, ma al centro rimane sempre la storia dell’artista: Mario racconta, con piglio teatrale, la nascita di ogni brano e l’amicizia con l’artista che l’ha interpretato. Molto intenso il momento in cui è stato portato in scena l’unico inedito del cofanetto: il brano Canti di Sirene è nato dall’incontro di due grandi autori come Mario Lavezzi e Franco Califano – poco prima della scomparsa dell’artista romano – e si concentra sia nel testo sia nei contributi visivi sulla passione e l’ammirazione per le donne forti che hanno segnato, nel bene e nel male, le vite dei due autori.

Dunque ci sono il beat, il pop, il progressive, il reggae targato ovviamente Loredana, infine la dance; proiezioni e luci accompagnano le diverse epoche e la band sostiene con efficacia l’esibizione. Tutti i musicisti suonano egregiamente, Alessandro Governatori al basso, Paolo Tarini alla batteria, Paolo Pedretti alla chitarra, Michele Scarabattoli alle tastiere; una menzione obbligatoria va spesa per la bravissima Cristina Di Pietro, che con una voce eccezionale e una presenza sul palco importante – forse già nota ai telespettatori di The Voice per una sua partecipazione all’edizione del 2016 – si integra perfettamente alla solennità del padrone di casa.

Il comparto tecnico non cerca effetti speciali e muove lo show intorno alla narrazione di Mario; il sound delle diverse epoche è ben amalgamato per creare uno spettacolo coerente e senza stacchi evidenti, e sembra davvero di ripercorrere un libro di storia della musica leggera; anche il pubblico, appartenente perlopiù a una generazione vicina all’artista, segue con attenzione e si lascia andare a battimani e diversi ritornelli cantati a piena voce. I proiettori motorizzati High End si attivano soprattutto nei momenti più movimentati ma senza mai collidere con il lato artistico fornito dalle videoproiezioni. I contributi richiamano copertine di dischi, foto d’epoca, ma anche paesaggi immaginari e grafiche dal taglio assolutamente moderno.

Purtroppo la data di Cagli non ha visto ospiti, che tuttavia non mancheranno nelle date delle città più importanti, Milano e Roma su tutti.

Il breve tour si concluderà il 31 gennaio, con l’ultima data presso il Teatro Colosseo di Torino. 


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