LEDWALL: il punto sul mercato italiano
Dopo aver approfondito l’aspetto tecnico legato ai LEDwall, facciamo il punto sul mercato italiano. Qual è l’offerta per service e installatori? Come scegliere il prodotto da acquistare?
Vasco Rossi - Live Kom 016.
In questi ultimi dieci anni, il settore del videoLED si è sviluppato moltissimo anche in Italia, raggiungendo fatturati ragguardevoli. Molte rental company – che noi chiamiamo “service” – e molti installatori hanno già investito e altri si ritrovano a dover investire in queste tecnologie, a volte senza essere del tutto preparati in una materia piuttosto complicata. Abbiamo quindi cercato di raccogliere qualche informazione utile, riportando anche il punto di vista di alcuni attori del mercato nazionale.
Siamo partiti dalla domanda più importante: cosa dovrebbe sapere o su cosa dovrebbe informarsi l’acquirente di uno schermo LED? In vista della scelta finale, la prima scrematura sarà banalmente data dall’utilizzo che si intende fare del prodotto: indoor o outdoor? Rental o installazione fissa?
Per affinare la ricerca potrà essere utile leggere, o rileggere, la rubrica sui LEDwall che con l’aiuto di Vittorio Dalerci abbiamo recentemente pubblicato in sei puntate, tante ne sono servite solo per dare un’infarinatura su questo mondo.
Antonello Venditti - Tortuga Tour 2015.
Ma andiamo avanti con i dubbi: conviene contattare un distributore nazionale o è molto più conveniente interpellare direttamente qualche costruttore cinese? Sì, perché la Cina è ovviamente la nazione in cui si trovano i maggiori produttori di questa tecnologia. Ma già rispondere a questa domanda può essere molto complicato, come vedremo. Diciamo che probabilmente bisogna prima rispondere ad un’altra domanda: quanti metri quadrati mi servono? Ma bisogna anche essere sicuri di padroneggiare la materia, perché il rischio “pessimo investimento senza ritorno” è sempre in agguato, e quando si parla di cifre con parecchi zeri è forse bene muoversi coi piedi di piombo. Basta aver visitato una volta la fiera ISE di Amsterdam e aver fatto una passeggiata nei padiglioni dedicati al video per rendersi conto di quanti prodotti esistano sul mercato: una giungla in cui è facile perdersi, facendosi guidare da un ipotetico risparmio, per doversi poi pentire di quanto ci si ritrova in mano. Quindi la scelta distributore/produttore dipende da moltissimi fattori che riassumiamo velocemente: che prezzo spunto dall’uno e dall’altro? Quanto sono effettivamente in grado di capire cosa sto comprando in ogni dettaglio tecnico? Cosa mi occorre realmente per il tipo di lavoro che devo fare? Potrò creare un network con altre aziende che sono in possesso dello stesso esatto stock? Questo perché, come sappiamo, lotti di produzione diversi dello stesso modello e marca hanno sempre differenze cromatiche che li rendono inaccostabili. E ancora: sono pronto ad affrontare un acquisto anticipando molti soldi per poi avere il prodotto dopo mesi? Sono pronto ad affrontare un trasporto impegnativo, comprensivo di dogana e tutto il resto? Quale garanzia di servizio post-vendita mi serve? Sono certo che il prodotto risponde alle normative vigenti? Avrò modo di rivendere facilmente il materiale acquistato?
Al momento nel nostro paese esistono alcune aziende, anche molto importanti, che certamente hanno scelto di acquistare i loro prodotti direttamente dal produttore, ma si contano sulle dita di una mano, o forse due. Molte altre realtà trovano più conveniente percorrere la via del rivenditore italiano. Abbiamo approfondito l’argomento con due rappresentanti di queste realtà: Luca Brozzi di Event Management e Pasquale Lombardi di Rooster.
Luca Brozzi
Noi raramente noleggiamo a freddo il nostro materiale, al massimo facciamo degli scambi con delle aziende straniere con cui collaboriamo, ad esempio un’azienda polacca da cui adesso stiamo per noleggiare 1200 moduli. È uno scambio di materiale con dei partner. Noi acquistiamo dai produttori in continuazione, prevalentemente in Cina, Olanda e Danimarca; gli olandesi sono più che altro degli assemblatori di LED provenienti dagli USA e dall’Oriente; i danesi hanno prodotti molto particolari, ma la maggior parte di quello che è sul mercato viene oggi dalla Cina.
Questa estate forniremo gli schermi per Cremonini e Tiziano Ferro e la produzione ci ha fatto specifiche richieste di grandi superfici. In questi casi, con il pubblico lontano, conviene usare risoluzioni 8 o 10 mm, più economiche e facili da gestire. In altri contesti, come gli studi televisivi (ad esempio a “Che tempo che fa” abbiamo 1200 moduli di LED!) servono risoluzioni più elevate, come il 2.6 mm o il 2.97 mm (di questo ne abbiamo 900 moduli), perché deve essere tutto super definito. Tutto il materiale che usiamo è nostro, infatti ogni anno investiamo da 2 a 3 milioni di euro in queste tecnologie. A volte si compra in maniera mirata per fare un lavoro preciso, ad esempio con il LED trasparente, già con l’idea di rivendere il materiale subito dopo. Di solito non trovo conveniente comprare dai rivenditori italiani, perché già su 100 moduli inizia a esserci un certo risparmio, anche se in alcuni casi, se si considera trasporto, dogana e servizi post vendita, può non essere una scelta sbagliata. Però ogni azienda deve ragionare per sé: noi facciamo un uso smodato dei LED, montiamo e smontiamo di continuo e per noi la robustezza è l’aspetto fondamentale. Per un evento più lungo, con un’installazione fissa, potrei anche considerare un acquisto da un rivenditore. Gestiamo autonomamente l’assistenza, col personale interno, ma dopo una lunga formazione; ad esempio di recente abbiamo fatto venire a nostre spese dalla Cina due tecnici per sei mesi che ci hanno riparato tutti i LED. Se consideri che il mio fornitore olandese mi chiede 260 Euro a pannello per cambiare un pixel, è stato un bel risparmio. Posso quasi affermare che costa più la manutenzione che l’acquisto del LEDwall! Nei modelli nuovi stanno infatti iniziando a produrre hardware con i copriangoli automatici, proprio per evitare le cause di rottura più frequenti. Come politica commerciale stiamo iniziando a prendere il materiale con un noleggio a lungo termine, alla fine del quale ne compriamo una parte e una parte la rimandiamo indietro. Oppure integriamo la fornitura con materiale fornito da miei colleghi europei, con cui abbiamo creato una sorta di network. A occuparsi degli acquisti è il mio socio Daniele che è preparatissimo e bravissimo, va continuamente in giro per il mondo a vedere e provare ogni dettaglio. Questa è una figura fondamentale.
Pasquale Lombardi
Il videoLED è ormai una componente essenziale per la nostra azienda: ogni tour, dal grande al piccolo, e ogni installazione richiedono degli schermi. Possiamo dire che è diventato l’aspetto trainante anche per la fornitura di luci ed audio. Noi disponiamo al momento di circa 1300 m2 fra i vari modelli.
Oggi comprare in Cina non è difficile, riceviamo mail con proposte di acquisto in continuazione; nonostante questo abbiamo sempre preferito appoggiarci a importatori italiani, e francamente non mi pento assolutamente di questa scelta. A pesare è la fiducia verso l’importatore, la cui esperienza e professionalità fanno sì che venga venduto un prodotto valido e analizzato in ogni componente; a questo si aggiunge il servizio post vendita che reputo fondamentale: nel tempo ho acquistato da tre importatori diversi, i quali si sono sempre dimostrati molto seri e corretti di fronte alle problematiche sorte nel post vendita, alcune anche piuttosto serie. Se avessi avuto rapporti soltanto con i costruttori cinesi non credo che avrei avuto la stessa facilità nel risolvere questi aspetti tecnici, credo anzi che sarebbe stato un dramma!
Bisogna considerare che gli importatori vanno molto di frequente in Cina a seguire le produzioni, a controllarle e verificarle, un lavoro importante che può fare solo chi fa questo di mestiere.
Anche il discorso del network creato dal produttore con le aziende alle quali vende lo stesso batch è molto importante: ad esempio questa estate ho una richiesta per una fornitura di 657 m2 montati. Io ne ho recentemente comprati 500 m2, molti ma non sufficienti, così completerò la fornitura noleggiandone 160 m2 da un’azienda che ha acquistato lo stesso batch. Questa situazione non si può creare con un acquisto singolo, e consente di prendere lavori più importanti o di avere richieste di noleggio che fanno lavorare maggiormente il proprio materiale.
Ringraziamo Luca e Pasquale per la squisita disponibilità e speriamo di essere riusciti a introdurre i lettori nelle questioni tutt’altro che semplici riguardanti l’aspetto commerciale del mondo LEDwall.